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15 aprile 2010
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Emergenza Emergency
di Rita Guma*

Sulla vicenda dei tre operatori di Emergency se ne sono lette di cotte e di crude, quasi sempre permeate di partigianeria politica. Strada e' considerato da alcuni un avversario politico, da altri un eroe, e tutto il resto viene di conseguenza, magari condito da un bel po' di disinformazione.

Personalmente non concordo con la visione di Gino Strada e dei suoi, secondo cui i Paesi devono essere lasciati sempre e comunque alla gestione della popolazione indigena. In certi Paesi ci sono stati dei dittatori, e i popoli potevano farci ben poco, finche' - come per il caso di Hitler - non sono arrivati gli 'alleati'. Cosi' pure non concordo con l'idea di Strada e dei suoi che gli 'insorti' (li chiamano cosi' - in Iraq e Afghanistan - sia la stampa che il governo USA) siano sempre tutti buoni, anche se a volte si tratta effettivamente di resistenza contro l'occupante: in Afghanistan il popolo sarebbe inerme di fronte ai fucili e al fanatismo dei Talebani, che quando hanno detenuto il potere hanno imposto il burqa alle donne e demolito statue che erano patrimonio storico dell'umanita'. Indovinate cosa succedeva a chi - fra la popolazione indigena - si ribellava a questo stato di cose...
Quindi io sono per la sovranita', ma non per l'abbandono a se' stessi nelle situazioni di crisi.

Dall'altra parte ci sono da considerare gli interessi economici e politici di alcune potenze mondiali. Su questo Strada ha ragione. Chi non sa che il Sudan e' fra i primi quattro produttori mondiali di petrolio del mondo puo' raccontarsi la favoletta che il governo Bush volesse intervenire in quelle lande per salvare dal massacro la popolazione del Darfur, cosi' come molti non sanno che la Cina, per motivi analoghi, vende armi ai combattenti locali. E, a chi si sia un po' documentato (pur senza essere, come non lo sono io, 'antimericano' o 'antiimperialista'), e' chiaro come l'Italia e gli USA siano i principali produttori di armi del mondo, come la vicepresidenza Bush fosse connessa ai principali fornitori della Difesa al tempo dell'invasione dell'Iraq e come la cessazione improvvisa di una guerra creerebbe serie difficolta' economiche a molte potenze occidentali.

Insomma, tutto e' un po' meno in bianco e nero di come molti ce lo vogliono raccontare. E questo avviene anche nel presente caso, in cui interessi di parte e pregiudizi politici si mescolano alla disinformazione.

Per fare qualche considerazione concreta, prendiamo l'articolo di Aldo Forbice su Il Resto del Carlino di oggi, dal titolo "Applausi a Gino Strada, ma non può avere sempre ragione lui". In primo luogo rileviamo qualche errore tout court, come quando Forbice scrive che Emergency e' finanziata anche con l’otto per mille. Forse voleva dire 5 per mille, dato che l'8 per mille va alle confessioni religiose o allo Stato e nemmeno tramite quest'ultima via Emergency ne avra' avuto una fetta, visto che proprio Frattini - in un comunicato - ha smentito che l'ospedale coinvolto nella vicenda dei tre operatori umanitari fosse finanziato dalla cooperazione italiana.

Altro errore quando Forbice si chiede "Perché non si parla mai di medici come Alberto Cairo, che opera per la Cri a Kabul". A parte il fatto che di Cairo se ne parla, questi non e' un medico, ma un fisioterapista, anche se esegue interventi ricostruttivi su persone che hanno subito amputazioni violente degli arti. Inoltre va notato che Cairo non e' fondatore della Croce Rossa, ma solo operatore, mentre Strada Emergency l'ha fondata. Si parlo' invece molto a suo tempo del commissario della Croce Rossa Maurizio Scelli, poi candidato con il PDL e quindi chiaramente politicizzato (accusa speso rivolta a Strada), ma questo Forbice non lo riporta (e neppure altri commentatori di destra, ahime'!).

Anche Forbice, come altri, scrive che i tre operatori sanitari italiani sono stati arrestati dai militari afghani su mandato della magistratura afghana e che e' "importante concedere il tempo necessario alla magistratura afgana per accertare i fatti reali". Bene, ma evidentemente Forbice e gli altri non ricordano che:

Il 21 marzo 2006 i Governi di Italia e Germania denunciavano che un cittadino afghano, Abdul Rahman, correva il rischio di essere condannato a morte, per essersi convertito dall’islam al cristianesimo. L'allora Vicepresidente del Governo italiano e Ministro degli Esteri, Gianfranco Fini (precedente governo Berlusconi, ndr) in una nota annunciava di aver convocato per chiarimenti l’ambasciatore dell’Afghanistan a Roma e anche il nostro ambasciatore a Kabul si era mosso in tal senso. Rahman aveva fra l'altro lavorato come assistente medico con le milizie 'mujahiddin' in lotta contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan negli anni '80.

Il 31 maggio 2007 il giornalista ventiquattrenne Sayed Pervez Kambaksh veniva condannato a morte da un tribunale afghano con l'accusa di blasfemia, ma in realta' per aver pubblicato articoli contrari alla condizione della donna nel suo Paese (e forse per essere fratello di un altro giornalista che si batteva contro la corruzione che pervade le alte sfere afghane). In seguito - nel corso di una udienza in tribunale - il giornalista denunciava le torture subite in carcere dalla polizia, che lo aveva costretto con la forza a 'confessare' i suoi crimini, cioe' la distribuzione di materiale anti-islamico davanti all’università di Kabul. L'intervento di governi e ong occidentali comportava una riduzione della pena a 20 anni di carcere.

Nel maggio 2007, Malalai Joya, una giovane donna regolarmente eletta con un forte consenso al parlamento afghano, ne veniva espulsa per aver chiesto che si perseguissero i signori della guerra che ne fanno parte. Contro tale espulsione si appellavano politici appartenenti ai parlamenti di Italia, Canada, Germania, Gran Bretagna e Spagna.

In un intervento parlamentare del 28 giugno 2006, il deputato leghista Fruscio affermava che "da fonti informative attendibili risulta però che la riforma del settore giudiziario afgano è irrealizzabile perché nel Paese coesistono tre differenti sistemi giuridici", il diritto civile, la legge islamica e il diritto consuetudinario o «materiale», codici tribali, che, riconosciuti dal precedente regime per consolidare alleanze con diversi gruppi etnici, prevalgono sul rule of law in un contesto in cui, al di fuori di Kabul, le strutture statali sono pressoché inesistenti. Situazione giudiziaria inaffidabile descritta ampiamente anche dall'Osservatorio.

Quindi:

1- in un sistema giudiziario che non garantisce la necessaria indipendenza, la magistratura afghana prende ancor oggi decisioni derivanti dalla sharia: lecito non fidarsi di metodi d'indagine e decisioni procedurali

2- in Afghanistan c'e' ancora la pena di morte per molti reati (fra cui quelli contro i complotti e i tentativi di omicidio): lecito - in base al diritto - chiedere l'estradizione dei nostri

3- i Talebani non sono gli unici nemici della democrazia, in Afghanistan, ma corrotti, guerrafondai e nemici della dialettica democratica sono all'interno del parlamento e del governo dell'"amico" Karzai

4- i nostri ministri degli esteri intervengono per difendere cittadini afghani alle prese con polizia e magistratura afghana e non dovrebbero intervenire per difendere cittadini italiani da procedure e pene che esorbitano quelle italiane? (quello che chiedeva Strada)

5- il garantismo spinto del partito al governo vale solo per politici italiani e cristiani stranieri, non vale per Italiani - cristiani o meno - che non siano allineati politicamente?

Insomma, non dimentichiamo che non stiamo parlando di una democrazia compiuta ma di un paese in cui la politica e la giustizia subiscono pesanti condizionamenti di ogni tipo e che in Afghanistan le garanzie personali che in Italia proteggono accusati ed imputati sono sconosciute.

Infine non dimentichiamo - in merito ad una delle accuse che in questi giorni si leggono nei confronti di Gino Strada, cioe' che cura anche i Talebani - che i medici debbono - per giuramento - curare tutti, amici e nemici, buoni e criminali. Una volta, anzi, ospedali e chiese erano considerati 'asili' inviolabili da parte di eserciti e polizie.

Anch'io, quindi, non penso che Strada abbia sempre ragione, tuttavia sono sicura che questi 'illustri' commentatori, oltre a non sapere bene di cosa stanno parlando (quando non stanno facendo propaganda politica e quindi lo sanno fin troppo bene), nel caso di Strada sicuramente non abbiano ragione.

* presidente dell'Osservatorio sulla legalita' e sui diritti Onlus

per approfondire...

Afghanistan: ma il pericolo non è solo il terrorismo

Afghanistan: forse infermita' mentale salverà islamico convertito

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Dossier guerra e pace

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