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16 giugno 2008
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Intercettazioni
: condanna della Federazione europea dei giornalisti La Federazione europea dei giornalisti ha condannato la stretta sulle intercettazioni voluta dal Governo italiano e le sanzioni penali previste contro i giornalisti. In un documento votato all'unanimita' ieri a Berlino, si condanna "il progetto di legge del governo italiano che, con la scusa della privacy, vuole stabile sanzioni penali - fino a tre anni di carcere - per i giornalisti che pubblichino informazioni o citino notizie di inchieste giudiziarie. E' il caso soprattutto delle intercettazioni telefoniche disposte dalla magistratura". Secondo i giornalisti europei, "Questa è un'iniziativa che mette il bavaglio ai giornalisti e impedisce ai cittadini di essere informati su temi d'interesse pubblico compresi nelle inchieste giudiziaria. Questo modo di procedere è contrario ai principi universali dei diritti dei media e della loro funzione nelle democrazie moderne. I giornalisti, infatti, non devono nascondere le informazioni d'interesse generale, sia originate da fonti libere sia da fonti confidenziali, che essi hanno il dovere di proteggere." La Federazione europea dei giornalisti, rilevando che "Il progetto di legge del governo italiano è contrario alle convenzioni internazionali e alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo", promette di mettere sotto osservazione la questione e fa appello al Parlamento italiano a non approvarlo o a modificarlo profondamente. L'organizzazione europea "condurrà in ogni sede d'interesse europeo un'iniziativa sociale e etica per la libertà e la qualità del lavoro dei giornalisti. Venti illiberali per tentare di condizionare l'informazione soffiano qua e là in Europa e quello italiano è un caso d'osservazione e mobilitazione professionale e civile". Pieno appoggio, quindi, alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (rappresentata a Berlino dal Presidente Roberto Natale, dal Segretario generale Franco Siddi e dal Direttore Giancarlo Tartaglia) nel suo contrasto, nella sua opposizione contro il disegno di legge. Qualche giorno prima aveva ribadito la contrarieta' al provvedimento il presidente dell'Ordine dei Giornalisti, Lorenzo Del Boca, secondo cui "Il Governo ritiene che la lotta al malaffare che alberga nel Paese debba rimanere un fatto riservato – quasi privato – fra delinquenti e forze dell’ordine, magistratura compresa. Quello che non è consentito - altrimenti sono manette…- è che la gente sappia quello che accade a casa sua o nei dintorni. E’ paradossale - continuava Del Boca - I cittadini vengono privati di una loro esigenza fondamentale che è quella di conoscere come vengono amministrati, in che tempi e con quali risultati". A giudizio del presidente dell'Ordine, "Il diritto di cronaca non c’entra. La parola diritto evoca il privilegio e conduce direttamente a considerare i detentori come corporazione o, peggio, come casta. I giornalisti diritti non ne hanno e non ne vogliono. Accettano il dovere che è proprio della loro professione di informare correttamente, con equilibrio e con onestà intellettuale. Certo, non sono infallibili e qualche esagerazione voyeuristica l’hanno pure accreditata, pubblicando dettagli privati, non necessari per comprendere la vicenda che si stava raccontando e, che, dunque, andavano trascurati". Per questi aspetti i giornalisti devono fare mea culpa. Ma, sottolinea Del Boca, "L’obiettivo che il Governo indica per l’informazione è un percorso omologato e timoroso, sempre sotto ricatto e autocensurato al di sotto del livello di guardia. Per evitare guai con le inchieste serie sarà incoraggiata a occuparsi esclusivamente di argomenti innocui. Il cittadino deve domandarsi se, con l’applicazione dei provvedimenti del Governo, otterrà più o meno informazioni. Se ne otterrà di meno significa che un laccio – un altro – è stato stretto fra le penne e i microfoni dei giornalisti. Con buona pace della libertà che si trova a zoppicare ancora di più". Nel frattempo il ministero della giustizia italiano aveva precisato che "Nell'attuale disegno di legge, sarà consentito all'autorità giudiziaria, su richiesta della persona offesa e limitatamente alle sue utenze, di intercettare anche al di sotto dei limiti di pena previsti dal disegno di legge. Questo a tutela della vittima del reato". Intercettazioni: il vero e il falso Intercettazioni: cinque anni di carcere, ricadute su giustizia e informazione ___________ NB:
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Intercettazioni: anche la FIEG contro le sanzioni a chi pubblica |