31 maggio 2007

 
     

Voli CIA : compagnia aerea accusata di guadagnare dalle torture
di Rico Guillermo*

L'unione americana per le liberta' civili ha annunciato ieri che oggi citera' una filiale della Boeing presso la corte federale di San Jose', dichiarando che l'azienda ha aiutato la CIA in "scomparsa forzate, tortura e trattamento inumano" di tre uomini che il governo ha ritenuto sospetti di partecipazione terroristica.

"Questa e' la prima volta che stiamo accusando un'azienda americana di prim'ordine di trarre profitto dalla tortura" ha detto alla stampa l'avvocato Ben Wizner dell'ACLU, il quale ha aggiunto che almeno dal 2001 la Jeppesen Dataplan Inc., di San Jose, "ha fornito servizi diretti e notevoli negli Stati Uniti per il cosiddetto programma di extraordinary rendition, permettendo il trasporto clandestino dei sospetti alle prigioni segrete d'oltremare in cui le persone sono state trattenute in modo illegale e sottoposte a tortura ed altre forme di trattamento crudele, disumano o degradante".

I querelanti chiedono danni e sanzioni per chi ha "sfruttato la sofferenza umana". L'organizzazione per le liberta' civili ha raccolto prove "pubblicamente disponibili" che dimostrano come Jeppesen abbia facilitato piu' di 70 voli segreti di resa in quattro anni in Paesi "in cui sapeva o ragionevolmente dovrebbe sapere che i detenuti sono torturati ordinariamente o sono abusati in violazione delle norme giuridiche universalmente accettate". Paesi come Marocco, Egitto e Afghanistan.

I tre uomini sono Binyam Mohammed, un residente britannico preso in Pakistan ed ora a Guantanamo, Abou Elkassim Britel, un cittadino italiano preso in Pakistan ed attualmente detenuto in Marocco, e Ahmed Agiza, un cittadino egiziano, che mentre cercava asilo in Svezia e' stato arrestati dalla polizia di sicurezza svedese, consegnato agli agenti CIA, drogato e portato in volo da Stoccolma al Cairo, secondo l'ACLU.

Gli avvocati dell'organizzazione, compreso il direttore esecutivo, Anthony Romero, hanno detto di aver ottenuto le informazioni sul programma di resa da una varieta' di fonti, comprese le indagini in Spagna ed in Svezia ed i rapporti dei media, in particolare un articolo di Jane Mayer sul New Yorker del 30 ottobre scorso, parti del quale sono state citate nell'atto di citazione. Mayer ha detto che un ex impiegato di Jeppesen gli ha detto che in una riunione di alto livello dell'azienda un funzionario anziano della Jeppesen aveva dichiarato: "Facciamo tutti i voli straordinarii di resa - sapete, i voli di tortura. Ammettiamolo, alcuni di questi voli si concludono in quel modo".

Il caso, presentato in base ad una legge del 1789, che permette agli stranieri di adire ai tribunali degli Stati Uniti per le violazioni di diritti dell'uomo, sara' certamente contrastato non solo dalla Jeppesen ma anche dalla CIA, anche se non citata in giudizio. L'agenzia potrebbe invocare il segreto di Stato, ottenendo un'archiviazione come gia' avvenuto nel caso di Khaled El-Masri. Il privilegio, riconosciuto dalla Corte suprema 54 anni fa, esclude la discussione in tribunale di atti e informazioni quando c'e' un "pericolo ragionevole" che il processo coinvolgera' questioni militari che, nell'interesse di sicurezza nazionale, non dovrebbero essere divulgati.

Decisione che l'ACLU ha gia' chiesto di rivedere per il caso El-Masri. Romero ha detto infatti al Los Angeles Times che l'amministrazione Bush ha invocato il privilegio impropriamente, nel tentativo di "evitare la responsabilità e l'imbarazzo" per gli errori del governo nella sua guerra al terrorismo.

* si ringrazia Claudio Giusti

Speciale voli e prigioni CIA

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