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NEW del 15 settembre
2006
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La
"legge Consolo" per la prevenzione e il divieto delle pratiche
di mutilazione genitale femminile 1. Introduzione In attuazione degli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione della Repubblica Italiana (1) e di quanto sancito dalla Dichiarazione e dal Programma di azione adottati a Pechino il 15 Settembre 1995 nella Quarta Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle Donne, la "Legge Consolo" (dal nome dell'On. Giuseppe Consolo, proponente e primo firmatario), detta "le misure necessarie per prevenire, contrastare e reprimere le pratiche di mutilazione genitale femminile quali violazioni dei diritti fondamentali all'integrità della persona e alla salute delle donne e delle bambine" (2). 2. Epidemiologia
e definizioni In Egitto, il 97 per cento delle donne ha subito mutilazioni genitali (5). Gli unici Paesi che registrano una riduzione continua dei tassi di prevalenza sono la Repubblica Centrafricana, dove le percentuali di MGF tra le donne dai 20 ai 24 anni sono inferiori a quelle registrate tra le donne dai 45 ai 49 anni, ed il Kenya dove tali percentuali corrispondono rispettivamente al 32 e al 48 per cento (6). Secondo stime non ufficiali, solo in Italia sono state in media - fino alla promulgazione della nuova Legge - 40mila ogni anno le giovani donne ad esser sottoposte a questo orrendo "rituale". L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) distingue le mutilazioni sessuali femminili in 4 tipi differenti (a seconda della gravità per il soggetto): 1. Circoncisione
o infibulazione "as sunnah": si limita alla scrittura della punta del
clitoride con fuoriuscita di sette gocce di sangue simboliche; Mentre la prima è puramente simbolica e non comporta conseguenze, soprattutto la terza, l'infibulazione faraonica, danneggia in maniera grave la salute generale e la vita sessuale delle donne. E' soprattutto su quest'ultima pratica che si concentra l'analisi di questo scritto. ------ 1 Art. 2
"La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo,
sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità,
e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale". 2 Art. 1, Legge 7/06, GU n. 14, 18 Gennaio 2006. 3 L'infibulazione interessa quasi la totalità delle donne in Somalia, Gibuti e Sudan (con eccezione delle popolazioni cristiane del Sud Kenya, Sud Egitto, Nord Nigeria e alcune zone del Mali). Altre forme meno invasive vengono praticate in Etiopia, Burkina Faso, Costa d'Avorio, Ghana, Togo, Tanzania, Uganda, Senegal. Ci sono casi di mutilazioni genitali femminili anche fuori dall'Africa (Oman, Yemen, Emirati Arabi Uniti) e in alcune zone dell'Indonesia e della Malaysia. Questa pratica è molto diffusa tra le comunità immigrate dai suddetti Paesi verso Canada, Stati Uniti, Europa ed Oceania (dati forniti da Nigrizia, 2004). 4 Precedenti stime ritenevano che annualmente venissero sottoposte alla pratica 2 milioni di bambine; le nuove cifre di 3 milioni all'anno non riflettono un aumento, ma sono il frutto di una migliore raccolta dati, afferma l'UNICEF. Il nuovo Rapporto (Novembre 2005) guarda anche alle strategie che stanno aiutando le comunità ad abbandonare la pratica, tra cui le iniziative appoggiate dall'UNICEF in Egitto, che guidano le comunità ad impegnarsi in discussioni pubbliche per affrontare apertamente il problema, le appoggiano nelle dichiarazioni collettive di abbandono della pratica e diffondono il loro messaggio alle comunità vicine. Il coinvolgimento di importanti personaggi pubblici, tra cui capi tradizionali e religiosi, può svolgere un ruolo decisivo per stimolare il dibattito pubblico. Personale sanitario, guaritori tradizionali, operatori sociali e insegnanti devono essere istruiti e appoggiati in maniera da scoraggiare la pratica ("Corriere della Sera", 11 Novembre 2005). 5 Tratto da "The world's women 2000. Trends and statistics", a cura dell'Ufficio Statistico delle Nazioni Unite, New York, 2000). 6 "Demografic and Health Survey", DHS, 1995. ___________ NB:
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