NEW del 13 gennaio 2006

 
     

Guantanamo : avvocati in rivolta rivendicano idea di Giustizia
di Rico Guillermo

Colpo di scena e trionfo dell'idea di giustizia a Guantanamo: il tribunale speciale creato dal governo americano per giudicare alcuni detenuti si e' scontrato con l'opposizione degli avvocati militari nominati per la difesa dei prigionieri.

Gli avvocati d'ufficio dei sospetti terroristi hanno infatti fatto fronte comune contro un procedura che giudicano inadatta, non equa per gli accusati e indegna dell'idea che essi hanno della giustizia del loro Paese. Alcuni di essi sono riservisti, ma altri sono militari di carriera che rischiano effetti negativi sui propri profili, con l'adozione di un atteggiamento di opposizione alle decisioni del ministero della difesa USA.

Il comandante Thomas Fleener, che ha ricevuto l'ordine mercoledi' di difendere lo yemenita Ali Hamza Ahmad al-Bahlul, presunto propagandista di Al Qaida che rifiuta invece la difesa e boicotta il processo, ha mostrato pubblicamente la sua indignazione dicendo di essere "inorridito perche' in America non esiste simile sistema giudiziario" dove i diritti generalmente garantiti agli accusati "non esistono... e si sente ancora una volta l'accusa affermare che si tratta di processi completi ed equi".

Egli ha detto di essere finalmente riuscito ad incontrare il suo assistito giovedi' per la prima volta ed ha denunciato le incoerenze e la velocita' confusionaria del sistema: "il mio cliente e' stato sequestrato per quattro anni senza vedere l'ombra di un avvocato e tutto ad un tratto gli si vorrebbe imporre un legale e riassumere in mezz'ora tutto il tempo perduto", ha aggiunto. L'avvocato ha detto di comprendere le necessita' della lotta al terrorismo, ma ha detto che molte misure - come l'impossibilita' di parlare per telefono con il suo assistito - complicano il suo compito.

L'avvocato ha concluso di voler difendere l'accusato "con zelo" e di voler preparare una "difesa aggressiva" ma che e' impossibile con questa procedura giudiziaria. L'avvocato giustifica anche l'atteggiamento di chiusura dell'imputato, poiche', dice, "ha visto tutti i suoi diritti ritirati uno dopo l'altro" ma, aggiunge "Al-Bahlul non ha una voce. Sono io la sua voce. Non ha che me".

Anche gli altri avvocati dei detenuti che devono ancora essere giudicati con questa procedura hanno rilasciato dichiarazioni analoghe. Il comandante Michael Mori, che rappresenta l'ustraliano David Hicks, ha detto che questo sistema "si scontra" con l'idea stessa di giustizia che gli e' stata insegnata cosi' bene sia alla facolta' di diritto che in seno al corpo dei Marines.

Ma intanto l'amministrazione Bush ha ufficialmente chiesto alla Corte Suprema di rigettare tutti i ricorsi che cercano di rimettere in causa la legalita' dei tribunali militari speciali destinati a giudicare "il nemico combattente" di Guantanamo. Il motivo di preoccupazione e' un ricorso presentato dallo yemenita Salim Ahmed Hamdan, autista di Osama bin Laden.

Gli esperti legali della Casa Bianca argomentano anche che la Suprema Corte non e' abilitata a giudicare tali ricorsi poiche' il Congresso aveva adottato recentemente una legge che limita questi ricorsi ai soli verdetti provenienti da quei tribunali e non alla legittimita' dei tribunali stessi.

La legge sul trattamento del "nemico combattente" era stata adottata qualche settimana fa e promulgata dal presidente Bush il 30 dicembre, ma i suoi promotori, i senatori democratico Carl Levin e republicano Lindsay Graham non concordano con il fatto che essa sia applicata retroattivamente.

Speciale diritti con dossier Guantanamo e Abu Ghraib

Speciale terrorismo

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