NEW del 04 dicembre 2006

 
     

Bancopoli e bancarotte politiche e informative
di Mara Muscetta

Sono una cittadina elettrice, che ha votato per le primarie in ottobre, con 4 milioni di italiani. Molto incavolata per gli ultimi sviluppi delle scalate. Parliamo delle coop e della Rai, i grandi malati del momento.

I giudici sono accorsi al capezzale delle scalate perchè i politici sono stati semilatitanti. C'è da dire che le coop hanno largamente approfittato delle leggi di Berlusconi: la depenalizzazione del falso in bilancio, che ha consentito un'evasione fiscale senza precedenti e la legge sul lavoro, che ha precarizzato i contratti dei giovani salariati delle aziende rosse (si fa per dire). Le coop hanno perso l'anima originaria, sono spuntati gli artigli come ai coccodrilli padani.

Ricordiamo che negli anni Trenta leggi serie sul falso in bilancio e conseguente evasione fiscale sono servite per mettere in galera Al Capone.

Certo è che queste aziende coop, parte importante dell'economia del Paese, non hanno contribuito abbastanza a risolverne i problemi maggiori. I nostri trasporti collettivi sono fra i più arretrati d'Europa, non abbiamo mai fondi per alloggi popolari a basso costo, i nostri ospedali e il sistema sanitario vanno male, manchiamo di un piano energetico nazionale perchè non abbiamo investito in ricerche su fonti alternative, ecc Ci possiamo veramente permettere un'evasione fiscale conseguenza evidente della depenalizzazione del falso in bilancio?

E' inutile evocare la loro storia passata: oggi hanno lasciato ai loro dirigenti la briglia sciolta, per le speculazioni finanziarie. La domanda è: funzionano i revisori dei conti nelle coop? Sono esterni alle aziende o i controllori e i controllati coincidono? Ben vengano gli accertamenti per verificare dove sono andati a finire i loro utili.

Occorre riconoscere che la mancanza di una legge seria sul risparmio e sul conflitto di interessi non solo ha favorito i pescecani della Parmalat e della Cirio ma ha anche omogeneizzato imprese nate con scopi diversi dal profitto puro.

Augurandoci che le inchieste giudiziarie non confermino altre truffe generalizzate, mi pare del tutto fuori tema discutere sull'onestà personale di Fassino o sulla barchetta di D'Alema. Che la politica debba tenersi distante da queste spericolate manovre economiche appare ormai evidente, soprattutto sul piano dell'opportunità, di fronte agli elettori e ai militanti.

In quanto elettrice delle primarie, sono favorevole per le prossime elezioni politiche alla costituzione di una lista civica con candidati competenti che si battano per alcuni urgenti obiettivi. Tra l'altro un'informazione libera, non asservita ai partiti, disposta a rispondere a ogni domanda scomoda della pubblica opinione. La Rai, uscita dai compromessi recenti tra i due poli, non è infatti in grado di farlo, malgrado il sistema digitale lo consenta tecnicamente.

Non è più possibile delegare ai soli partiti, anche diretti collegialmente, la gestione di tutte queste spinose questioni.

Speciale etica e politica

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