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NEW del 27 dicembre
2005
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Amnistia
in discussione oggi alla Camera dei Deputati Da questa mattina ha luogo la seduta straordinaria richiesta da oltre 204 deputati per discutere la concessione di un'amnistia richiesta da alcune centinaia di parlamentari e da una marcia a Roma il giorno di Natale e che in in Italia non viene promulgata da 15 anni. Alla proposta, lanciata da Roberto Giachetti della Margherita, avevano aderito molti esponenti dell'Unione ma anche parlamentari del centrodestra come Francesco Nitto Palma, Guido Crosetto, Michele Saponara e Maurizio Lupi (FI) e altri del Nuovo Psi e dell'Udc. I deputati presenti in Aula a Montecitorio all'inizio della seduta erano pero' un'ottantina. Per il governo presenziano i ministri Buttiglione e Baccini e quattro sottosegretari. Presenti molti esponenti della sinistra, fra cui quasi tutto il gruppo dei Verdi (critici verso il precedente indultino), ed alcuni parlamentari della maggioranza. Secondo l'articolo 79 della Costituzione, "l'amnistia e l'indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, in ogni suo articolo e nella votazione finale". L'esame dei progetti di legge in materia di amnistia ed indulto e' in realta' gia' in corso presso la Commissione giustizia, ma il testo unificato adottato dalla Commissione ha per oggetto solo la concessione dell'indulto. Il 14 dicembre scorso la Commissione ha dato mandato al relatore del pdl di verificare presso i gruppi la sussistenza delle condizioni politiche necessarie per riprendere l'esame del provvedimento dopo una lunga pausa che dura dal 2003. Le possibilita' attuali sono essenzialmente due, quella di fissare al 10 gennaio una seduta che si concluda con ampia votazione a favore del provvedimento o quella di far durare la discussione fin quasi alle elezioni. Ieri Maurizio Gasparri - incaricato di illustrare alla Camera la posizione del suo partito - aveva ribadito ai giornalisti il no di Alleanza Nazionale: "l'umanizzazione della pena non puo' essere trasformata in una sorta di perdonismo generalizzato". A giudizio di Gasparri, che invita tutte le parti in causa a prendere una posizione chiara in merito, "il lavoro delle forze dell'ordine, l'impegno per contrastare il crimine, la necessita' di tutelare la gente comune esposta alla criminalita' predatoria, devono imporre serieta', rigore e coerenza... No quindi ad amnistie e indulti, si' ad una maggiore rapidita' della giustizia ed alla certezza della pena''. Sembra rispondergli Armando Cossutta, secondo cui "la certezza della pena è un elemento determinante della capacità di amministrare la giustizia. Tuttavia, le modalità con cui essa viene esercitata non possono lasciarci indifferenti" mentre "il panorama delle nostre carceri non è certo confortante". Inoltre "la detenzione riguarda infatti i più marginali, una massa di senza diritti" mentre la "maggioranza sforna leggi inutili, palesemente incostituzionali e intrise di cultura repressiva, proprio per nascondere le leggi ad personam per gli imputati eccellenti". Secondo Clemente Mastella (Udeur), non si raggiungera' il consenso, come gia' accaduto in questi tre anni. Vittorio Sgarbi ha annunciato invece ieri che oggi, insieme a Corbelli, avrebbe occupato simbolicamente Montecitorio. In piazza Montecitorio e' in corso una manifestazione della Rosa nel Pugno e del movimento Diritti Civili. I DS avevano invece aderito alla marcia di Natale a favore di amnistia e indulto inviando fra gli altri i senatori Gavino Angius e Massimo Brutti. La "Marcia di Natale per l'Amnistia, la Giustizia e la Libertà", promossa da personaggi di primo piano della politica e della societa' civile come Don Antonio Mazzi, Don Luigi Ciotti e Don Andrea Gallo, i senatori a vita Giulio Andreotti, Emilio Colombo, Francesco Cossiga, Rita Levi Montalcini, Giorgio Napolitano e Sergio Pininfarina e i presidenti emeriti della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre e Giuliano Vassalli, ha voluto evidenziare "la più grande questione sociale del nostro Paese, determinata dalla non-amministrazione della giustizia e dalla disastrosa situazione delle carceri, fatti per cui lo stato italiano è stato condannato dalla giustizia europea, sin dal 1980 e ripetutamente, per violazione di diritti umani fondamentali". I recenti dati, per i quali hanno espresso preoccupazione sia il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, parlano infatti di 60.000 detenuti ammassati in celle che potrebbero ospitarne al massimo 42.000, ma i promotori della marcia hanno sottolineato che almeno 18 milioni di cittadini italiani e le loro famiglie "sono parti in causa negli attuali 9 milioni di processi pendenti, molti dei quali destinati a risolversi per prescrizione (come è accaduto a 1 milione di processi negli ultimi cinque anni)". Infatti, secondo il recente rapporto del Consiglio d'Europa, circa il 30% della popolazione italiana e' in attesa di una decisione giudiziaria. ___________ NB:
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