NEW del 03 novembre 2005

 
     

Carcere e diritti : in discussione alla Camera due pdl
di red

Si discutono oggi alla Camera dei deputati alcuni importanti provvedimenti che incideranno sulla vita nei penitenziari. Si tratta di un pdl per l'istituzione del difensore civico dei detenuti, di misure a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori e della ex Cirielli, l'unica che suscita l'interesse dei media per le sue implicazioni da un lato sull'ordine pubblico e dall'altro per l'emendamento sala-Previti.

Il difensore civico delle persone private della liberta' personale e' una figura proposta dall'opposizione sulla falsariga di quelle previste in altri Paesi europei. In alcuni Paesi vi e' una figura che ha il compito di verificare le condizioni di trattamento dei detenuti con l’obbligo di effettuare almeno una volta l’anno una visita, senza preavviso, in ciascuno degli stabilimenti penitenziari, mentre in altri vi e' un mediatore che ha il potere di chiedere di visionare i fascicoli personali dei detenuti.

La relazione annuale del mediatore e' una utilissima fonte di informazioni per il Comitato europeo per la prevenzione della tortura, delle pene e dei trattamenti inumani o degradanti e sulla legalita' delle azioni di polizia. In altri Paesi e' prevista l'audizine mensile dei detenuti da parte di ispettori.

La legislazione italiana non prevede invece ancora la figura del difensore civico nazionale e non prevede nell’ordinamento penitenziario un organo indipendente dall'amministrazione della giustizia avente poteri ispettivi. La proposta di legge prevede un organo indipendente collegiale eletto dal parlamento e che puo' avvalersi dei difensori civici regionali e delle province autonome.

Il difensore civico delle persone private della liberta' personale, i componenti del suo ufficio, i difensori civici regionali avrebbero diritto di accesso, anche senza preavviso, a tutti gli istituti penitenziari, gli ospedali psichiatrici giudiziari, gli istituti penali per minori, i centri di detenzione per immigrati, le caserme dell’Arma dei Carabinieri, del Corpo della Guardia di finanza, nonche' i commissariati di pubblica sicurezza, ove vi siano camere di sicurezza, accedendo a qualunque luogo di detenzione ed incontrando chiunque senza restrizioni e consultando qualsiasi fascicolo personale o cartella medica, anche di detenuti in attesa di giudizio.

Il difensore civico delle persone private della liberta' personale interverrebbe nei casi segnalati, o di ufficio, a tutela dei diritti fondamentali delle persone detenute, conformemente alle leggi vigenti. Nei casi di fatti che possano costituire reato avrebbe l’obbligo di presentare rapporto all’autorita' giudiziaria competente. Ogni anno avrebbe poi l’obbligo di presentare una relazione sull’attivita' svolta nell’anno precedente al Parlamento che le trasmettera' a tutti i Ministeri interessati.

Interessante la proposta che nei programmi di formazione delle scuole di polizia sia previsto un insegnamento sul sistema delle garanzie poste a tutela dei diritti umani delle persone private della liberta' personale e sulla figura del relativo difensore civico.

La proposta di legge sulle detenute madri con figli minori parte invece dalla legge Finocchiaro, che ha di fatto avuto scarsissima applicazione in quanto e' rimasto escluso un numero di detenute numericamente rilevante. Per questo motivo l’articolo 1 della nuova proposta di legge toglie il vincolo del "concreto pericolo della commissione di delitti" di cui all’articolo 147 del codice penale che rende di difficile applicazione il rinvio facoltativo dell’esecuzione della pena. Infatti, spesso la detenuta madre tipo e' una donna proveniente da ceti molto poveri o comunque immersa in una cultura di microcriminalita' che ha in genere nel suo curriculum piu' di una condanna penale.

Secondo i presentatori, "impedire concretamente a una grande maggioranza di madri la possibilita' di vivere la propria maternita' fuori dalle mura degli istituti penitenziari significa, da una parte, ostacolare un processo di riabilitazione per la donna e, dall’altra, opporsi a che i bambini vivano la loro eta` in un ambiente sicuramente piu' confortevole rispetto a quello carcerario e piu' idoneo per la loro crescita psico-fisica". Si vuole inserire quindi tanto nel codice penale quanto nell’ordinamento penitenziario un nuovo modo di regolare il regime detentivo per garantire alla madre detenuta - ad esempio - di poter accompagnare il figlio qualora questo abbia la esigenza di essere portato al pronto soccorso o in caso di ricovero.

L'ultimo articolo proposto prevede un'integrazione alla Bossi-Fini laddove prevede il decreto di espulsione che viene spesso emanato unitamente alla pena detentiva oppure emesso al termine dell’espiazione della pena. Il pdl propone invece la possibilita' di collocare al lavoro lo straniero detenuto a fine pena e comunque prevedere una valutazione ad personam sulla realta' al termine dell'espiazione della pena, e considerare gli aspetti relativi all'unita' familiare riconosciuta dalle leggi nazionali e internazionali.

Jaana, detenuta in un carcere aperto

Speciale diritti

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