NEW del 16 novembre 2005

 
 
       
 

Internet : controllo e libertà di espressione . Polemiche a Tunisi
di
Mauro W. Giannini

Polemiche in vista del Summit sulla societa' dell'informazione dell'ONU che avra' luogo a Tunisi dal 16 al 18 novembre con la presenza dei delegati di 170 Paesi e sara' affiancato da un controvertice indetto da un gruppo di associazioni per la liberta' di espressione. Ad alcune fasi del vertice parteciperanno una cinquantina di capi di Stato, per lo piu' africani, e Kofi Annan.

Le polemiche riguardano il comportamento nei confronti dei diritti umani del Paese che ospita il vertice. Le autorita' tunisine stanno infatti impedendo alla vasta maggioranza dei Tunisini di accedere ai siti internet che criticano il governo e il Paese nordafricano e' accusato da varie organizzazioni di praticare la tortura.

L'11 novembre un inviato francese di Liberation, che aveva scritto un articolo sull'attacco della polizia ad un attivista della Lega dei diritti umani, e' stato picchiato e accoltellato da quattro uomini vicino al suo hotel senza che le guardie della vicina ambasciata intervenissero. Il 13 novembre poliziotti tunisini avrebbero prelevato alcuni rappresentanti stranieri di organizzazioni per i diritti umani e la liberta' di stampa che stavano recandosi ad un convegno presso il centro culturale dell'ambasciata tedesca. Ad un cineoperatore belga e' stata sequestrata la telecamera. L'incontro e' stato annullato.

Il gruppo di monitoraggio sulla Tunisia della federazione mondiale per la protezione dell'informazione ha lanciato una protesta contro la Tunisia per l'ondata di attacchi ai giornalisti ed agli attivisti per i diritti umani verificatisi in questi giorni. L'organizzazione ha deciso quindi di disertare un incontro preparatorio del summit dicendo che questa serie di incidenti mostra come la Tunisia sia inadatta ad ospitare un vertice sulla liberta' di espressione in internet.

Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto secondo il quale la Tunisia continua a detenere dissidenti che abbiano espresso la propria opinione in internet, fra cui Mohamed Abbou, condannato a tre anni di detenzione per aver pubblicato un articolo su un sito bandito, paragonando il trattamento inflitto ai dissidenti dal presidente Zine El Abidine Ben Ali a quello del primo ministro israeliano Ariel Sharon sui Palestinesi. Altri critici sono stati minacciati dalle autorita' e viene loro impedito di accedere agli internet point.

Le organizzazioni internazionali sperano che il segretario generale dell'ONU Kofi Annan richiami il governo tunisino perche' cessi gli attacchi alla societa' civile ed ai difensori dei diritti e della liberta' di espressione ed avvii un'inchiesta sui recenti attacchi. Ma, mentre Kofi Annan giungeva a Tunisi e incontrava le autorita' locali, e' stato Shashi Tharoor, sottosegretario delle Nazioni Unite per le comunicazioni e l'informazione pubblica, che ha parlato della questione della liberta' di espressione in una conferenza stampa sul Forum del World Electronic Media, che si svolge contemporaneamente al summit.

Egli ha riconosciuto che Internet e' un mezzo "senza passaporto" e percio' pone sfide a tutti i governi che cercano di trovare una mediazione legale fra liberta' di espressione e protezione di altri diritti legittimi. Egli ha invece focalizzato l'attenzione sul fatto che nonostante la crescita vertiginosa della rete, vi e' ancora il limite della lingua e quello del divario di sviluppo fra occidente e resto del mondo.

Il convegno, dodicesima tappa di un cammino iniziato a Ginevra nel 2003, ha proprio come ambizione quella di ridurre drasticamente il gap informatico fra Paesi ricchi e poveri del mondo. Lo ha ricordato il segretario generale dell'unione internazionale delle telecomunicazioni internazionale, Yoshio Utsumi, che ha annunciato l'arrivo al vertice di ben 23.000 partecipanti. Entro il 2015 - ha detto - dovrebbero essere connessi alla rete 800.000 citta' oggi prive di avanzate tecnologie della comunicazione. Costo dell'operazione 1 miliardo di dollari.

Il problema principale dibattuto al vertice e' comunque il controllo della rete, oggi per lo piu' detenuto da una organizzazione americana (il net e' nato nell'ambiente universitario USA) in via di riorganizzazione, che assegna i nomi a dominio. Alcuni Paesi hanno propri organismi con competenza sulle reti locali, caratterizzate dall'estensione con la sigla del Paese, ma l'Europa in particolare vorrebbe riconquistare il controllo alla fonte di una fetta di rete per evitare che esso sia gestito - anche se indirettamente - per lo piu' dall'amministrazione USA.

Si parla in generale di gestione piu' partecipata e democratica del web, ma Washington chiede il permanere dell'attuale situazione, giustificandolo con il rischio che i Paesi che limitano la liberta' di espressione possano avere uno strumento in piu' per bloccarla.

Speciale libera informazione

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