NEW del 15 giugno 2005

 
     

Cina e censura in internet : vietato scrivere 'libertà'
di Mauro Giannini

Sempre piu' serrata la censura internet in Cina. La scorsa settimana e' stato dato un ordine perche' tutti i siti ed i blog cinesi registrino i loro nomi reali presso le autorita' o siano chiusi entro il 30 giugno ed ora arriva anche il controllo delle parole sui siti stranieri aperti alla lingua cinese.

Decine di migliaia di Cinesi usano il cyberspazio per pubblicare la loro visione della politica ed avevano fin qui potuto evitare in genere ritorsioni scrivendo anonimamente. Tuttavia continua la campagna iniziata un anno fa dal governo cinese per far tacere le voci ufficiose in Cina e per controllare l'informazione indipendente.

Le autorita' cinesi hanno lanciato un nuovo software di sorveglianza denominato "Pa-Chong" (navigatore notturno) che permette ai censori del ministero dell'Informazione di trovare e bloccare in tempo reale i siti e gli utenti non registrati presso un apposito registro internet. Questi ultimi potranno essere arrestati, mentre certo pochi Cinesi discuteranno di argomenti proibiti usando i propri nomi, visti i precedenti di condanne per i dissidenti.

I blogger cinesi dovranno inoltre scegliere meglio le parole da usare, anche quando scrivono su siti stranieri, dato che i censori cinesi sono in agguato. Gli utenti del portale MSN con server basato in Cina, ottengono un messaggio di rifiuto ogni volta che le parole digitate - come democrazia, liberta' e diritti dell'uomo - sono state ritenute tabu' dalle autorita' comuniste.

Ma anche parole come Taiwan, Dalai Lama, Falun gong (setta religiosa perseguitata), Tiananmen sono nel mirino. "Testo proibito, cancelli" dice il messaggio. Tuttavia, le limitazioni sembrano applicarsi soltanto all'oggetto, mentre il controllo del testo e' evidentemente meno attento.

Il personale cinese di Microsoft non ha potuto essere raggiunto per un commento, anche se un portavoce del gigante della tecnologia a Seattle ha riconosciuto che l'azienda sta cooperando con il governo cinese per censurare il portale in lingua cinese. Il portale e' stato lanciato il 26 maggio e da allora sono stati attivati 5000 blog.

Il governo cinese consiglia l'uso di Internet per il commercio e la formazione ma cerca di bloccare l'accesso a materiale ritenuto sovversivo. Gli sforzi di controllare i dibattiti e le notizie sulla rete sono per la Cina vecchi quanto la tecnologia, ma di recente lo Stato ha introdotto un software in grado di rintracciare e bloccare il dissenso.

Quasi tutti i riferimenti on line all'ex premier Zhao Ziyang, morto in gennaio, sono stati cancellati. In aprile, il governo ha inabilitato i messaggi dei siti universitari usati spesso dagli allievi per parlare liberamente e per comunicare con i Cinesi che vivono oltremare.

Fonti diplomatiche di Pechino dichiarano che i nuovi ordini sono uno sforzo per combattere l'instabilita' nella societa' cinese, dato che vi sarebbero spesso microrivolte, e che per questo della questione e' stato investito lo stesso presidente Hu Jintao.

Speciale libera informazione


by www.osservatoriosullalegalita.org

_____________

I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE COPIATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE

 

Censura cinese, un modello epr il nostro futuro?

Cina: cyberdissidente liberato a posto ai domiciliari

Cina indignata per mutilazione - avvertimento a giornalista