NEW del 15 aprile 2005

 
     

Internet : censura cinese , un modello per il nostro futuro ?
di Mauro Giannini

Il controllo del governo cinese su internet si e' sviluppato con i rapidi cambi della tecnologia. Lo ha evidenziato lo studio di alcuni ricercatori universitari di Harward, che mette in guardia contro la sempre crescente sofisticazione dei mezzi di censura e di una potenziale chiusura della rete.

La prospettiva che potrebbe crearsi e' la divisione in blocchi di internet, dal World Wide Web (la rete mondiale) ad un Web cinese, uno saudita, uno statunitense. Va ricordato che alla vigilia delle elezioni anche il sito della campagna di George W. Bush fu reso accessibile solo dagli Stati Uniti, mentre l'intento della Cina potrebbe essere l'opposto, cioe' quello ci limitare ai suoi cittadini l'accesso alla rete mondiale.

Un accesso che oggi garantisce, e non solo ai Cinesi, ma a tante comunita' nazionali, un ampliamento di vedute rispetto al pensiero spesso unico passato da sistemi informativi omologati al potere.

Migliaia di funzionari e tecnici sono impegnati poi nell'opera di filtro su internet ed i filtri cinesi possono bloccare specifici riferimenti a fatti censurati, come l'indipendenza dei Tibetani o piazza Tien An Men. Occorre infatti controllare privati cittadini che si collegano da casa ma anche dai piu' anonimi internet point, ed analizzare testate web o blog.

Molti cybernauti che pubblicavano notizie sgradite al potere sono stati incarcerati, ed alcuni condannati, con piu' o meno clamore, a molti anni di detenzione, come peraltro molti dissidenti della carta stampata.

Ma la Cina - che e' il secondo Paese al mondo per diffusione di internet fra la popolazione - e' molto piu' avanti di altre nazioni anche nelle reti segrete di controllo e censura preventiva. Secondo i ricercatori americani, pesso si trovano siti chiusi con un messaggio che finge un blocco tecnico, mentre altre volte una notizia sgradita viene cancellata e sostituita con un altro messaggio.

Soccorre in questi casi il motore di Google, che conserva nella cache il messaggio precedente alla rimozione, ma cio' talora provoca frustrazione nei internauti cinesi, laddove il messaggio e' solo parziale. Cliccando, infatti, non si arriva sul contenuto corrispondente o si trova una pagina di errore.

Anche in Italia internet rappresenta una valida alternativa per l'informazione libera, ed e' stato evidente durante l'aggravamento delle condizioni del Papa, quando la rete dava gia' le notizie che alla TV erano praticamente censurate. La Cina costituisce dunque una eccezione o un triste segnale di pericolo anche per il nostro futuro?

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