NEW del 05 novembre 2005

 
     

Oliviero Beha : diritti e doveri negati e Freedom House
di Rita Guma

Non esiste solo il diritto d'informare e di essere informati, ma anche il dovere di informare e la responsabilita' del pubblico nel pretendere informazione completa e veritiera, cosi' come nel farla circolare quando il sistema mediatico non lo garantisce. Questo in estrema sintesi il pensiero (ed anche l'invito) espresso da Oliviero Beha all'incontro di ieri sera dal titolo "Diritti negati" promosso fra gli altri dal nostro Osservatorio.

Giornalista d'inchiesta, autore radiotelevisivo di denuncia, saggista, Beha ha preso spunto dalla sua storia professionale e dall'attualita' dei vari Celentano e Santoro per spiegare quello che e' e quello che non e' libera informazione e censura, in questo stimolato da un pubblico vivace.

Il relatore (indicato contemporaneamente come illustre censurato di destra e di sinistra proprio ieri da Corriere e Giornale) ha riaffermato la sua intenzione di fare informazione politica e cioe' (dal greco polis) informazione per la gente, ed ha chiesto provocatoriamente ai presenti se ritenessero prioritario per un giornalista l'essere militante e poi professionista o l'inverso. Beha ha detto infatti che non importa essere etichettabili politicamente, purche' non si sia servi ma si riporti la verita'.

Parole dure anche per chi non appare schierato ma e' di fatto 'embedded', perche' commette 'peccato' di omissione, evitando di approfondire laddove sa che darebbe fastidio a qualcuno, chiunque esso sia. E da qui al concetto di vera censura il passo e' stato breve.

I veri censurati - ha fatto capire Beha - sono i giornalisti che vogliono approfondire i lati oscuri e che per questo sono scomodi e sono tagliati fuori, che siano di destra di sinistra o neutri e che sia la destra o la sinistra a gestire la rete. Santoro, sottolineava Beha, e' stato eliminato non perche' di sinistra, ma quando ha cominciato a parlare di Dell'Utri, mentre Beha stesso e' divenuto scomodo - nel 1996 - quando comincio' ad indagare sui retroscena della partita Italia- Camerun ed in tempi recenti quando ha chiesto di fare chiarezza all'interno della RAI stessa.

Per non parlare di coloro che sono rimasti bruciati... dall'acqua, cioe' hanno toccato la questione delle acque minerali - uno dei grandi business pubblicitari della TV. Rischi che pero' sono insiti nel dovere del giornalista di fare informazione senza guardare in faccia a nessuno.

Ma veri censurati sono anche i cittadini, ha detto Beha, che con le scelte che li privano di professionisti dell'informazione validi e dalla schiena dritta perdono un loro diritto. Tuttavia, ha rimproverato il giornalista, i cittadini non dimostrano il loro dissenso in modo efficace.

Ma su questo punto anche dal pubblico e' emerso un dato interessante e che e' a mio avviso una chiave della questione. Alcuni dei presenti hanno rimproverato Beha di non essere abbastanza duro con la sinistra. Il giornalista - che ha peraltro appena dato alle stampe "Crescete e prostituitevi" ed. BUR, sottotitolo "In una Repubblica fondata sul denaro, l'Italia di Berlusconi e di una sinistra in riparazione manda ai giovani un pessimo messaggio" -) ha ricordato di essere stato a suo tempo estromesso dalla TV proprio dalla sinistra e di non aver avuto pregiudizi alla discesa in campo di Berlusconi.

Ma, appunto, la critica del pubblico e' stata rivelatrice di un elemento chiave di comprensione della 'inerzia' dei cittadini di fronte alle censure: le censure sono vendute e quindi percepite come eliminazione dei faziosi. Santoro e' considerato un fazioso, quindi per alcuni la sua eliminazione dalla RAI era doverosa e utile.

Nei commenti alla vicenda di Rockpolitik e Freedom House, mi accorgo che i cittadini non conoscono i tanti giornalisti che come diceva Beha, hanno dato fastidio a destra come a sinistra. Ricordo fra gli altri i vari Mimmo Lombezzi - la cui eliminazione dai palinsesti anche Aldo Grasso lamentava - Massimo Fini - non certo di sinistra - e lo stesso Marco Travaglio, che e' stato minacciato di querela da D'Alema e che sta per dare alle stampe un volume che non piacera' affatto a sinistra, "Inciucio". Ma questi sono solo i piu' noti.

I cittadini non sanno che oltre a Freedom House l'anomalia italiana e' stata criticata anche da ONU, OSCE, Parlamento UE, Consiglio d'Europa, Federazione giornalisti stampa estera, oltre che dalle nostre authority. Tutti comunisti? Anche Reporter senza Frontiere, che intervenne a difesa de Il Giornale perquisito per ordine della magistratura e non per Massimo Fini censurato dalla RAI forzitaliota?

Ma i cittadini non lo sanno perche' queste informazioni non vanno in onda in TV in prima serata. Ecco perche' Celentano ha un merito ed un demerito: aver fatto scoppiare un caso in TV e non averlo fatto bene.

Per queste ragioni non si ha un'opinione pubblica matura che si ribella alla censura come principio tout-court, alla Voltaire, ma paradossalmente due opinioni pubbliche, ciascuna mossa solo da quello che ritiene danneggi o rispecchi la propria veduta o parte politica.

A questo punto ci sono forse poche speranze, anche se Oliviero Beha e' ottimista, e parla di caduta generale dei valori ma cita il presidente Ciampi, che richiama da anni la forza e la capacita' dell'Italia del secondo dopoguerra.

Gli Italiani allora ce la fecero a crescere, non potrebbero farcela anche adesso?

Speciale liberta' di stampa

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