NOTIZIARIO del 4 marzo 2005

 
     

Authority Comunicazioni su duopolio RAI Mediaset
di red

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato all’unanimità un provvedimento che solleva la questione gia' da molti evidenziata, dell'anomalia esistente nel nostro Paese per cui tutta la raccolta pubblicitaria e tutti i contenuti televisivi sono concentrati in due soli poli televisivi, la RAI e Mediaset.

L'Authority introduce per la prima volta misure a tutela del pluralismo nel settore televisivo e delle relative fonti di finanziamento, dato che l'apposito p rocedimento, avviato lo scorso ottobre, ha portato alla conclusione che il mercato televisivo e delle relative fonti di finanziamento si trova in un regime di duopolio che lede il pluralismo.

Alla luce di tali conclusioni l’Autorità "ha ritenuto necessario introdurre, ai sensi dell’art. 2, comma 7, della legge n. 249/97, alcune misure correttive finalizzate al riequilibrio del mercato". Ha inoltre deciso di avviare un’indagine conoscitiva sul mercato dei contenuti "con riferimento tra l’altro alla gestione dei diritti e alle modalità di accordo tra fornitori di contenuti e gestori di reti digitali".

Il garante ha anche segnalato al Governo l’esigenza di adottare anche attraverso un riassetto organico della disciplina del settore editoriale, misure di riequilibrio nella distribuzione di risorse tra il mezzo radiotelevisivo e stampa quotidiana e periodica.

L'emittente pubblica dovra' quindi accelerare la digitalizzazione delle reti televisive terrestri anche mediante la predisposizione in tecnica digitale di tutti gli impianti operanti in tecnica analogica secondo un piano tecnico da presentare all’Autorità entro il 30 giugno 2005.

Inoltre le societa' pubbliche RAI ed RTI dovranno mantenere l'obbligo di destinare il 40% di capacità trasmissiva digitale a fornitori di contenuti indipendenti, "individuati in base a un disciplinare adottato dall’Autorità anche dopo la sperimentazione e fino alla completa attuazione del piano di assegnazione delle frequenze in tecnica digitale"

RTI dovra' inoltre "avvalersi, entro dodici mesi, di una concessionaria di pubblicità diversa da Publitalia per la raccolta pubblicitaria per le trasmissioni in tecnica digitale terrestre diverse dal simulcast", non potra' "trasmettere messaggi pubblicitari nella programmazione televisiva digitale terrestre diversa dal simulcast in misura superiore al 12% di ogni ora a partire dal 30 giugno 2005 fino al 31 dicembre 2006".

La RAI dovra' "contribuire alla maggiore diffusione della tecnologia digitale terrestre per il tramite di un nuovo programma generalista attrattivo in termini di audience e privo di pubblicità su reti digitali terrestri secondo un piano editoriale da presentare all’Autorità per l’approvazione entro il 30 giugno 2005".

Nei confronti delle societa' vicine al presidente del Consiglio, Publitalia dovra' "operare la separazione contabile tra le attività di raccolta pubblicitaria sulle reti analogiche e le attività di raccolta pubblicitaria sulle reti digitali terrestri" fino a che la rete pubblica comincera' ad "avvalersi di una concessionaria diversa da Publitalia per la raccolta pubblicitaria digitale".

La societa' pubblicitaria berlusconiana dovra' anche "praticare condizioni trasparenti, eque e non discriminatorie nella vendita di spazi pubblicitari, dando separata evidenza degli eventuali sconti applicati ai singoli prodotti. Le misure adottate potranno essere riviste alla luce dell’evoluzione dello scenario competitivo entro dodici mesi e, in ogni caso, al termine della verifica del complessivo sistema integrato delle comunicazioni".

I problemi che il garante vuole risolvere erano stati gia' denunciati dal parlamento europeo, dall'OSCE, dal Consiglio d'Europa e dai giornalisti esteri (vedere il dossier libera stampa ).


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