NEW del 19 settembre 2005

 
     

Iraq : furto da 1 miliardo di dollari blocca esercito di Baghdad
di Rico Guillermo

Un miliardo di dollari e' stato rubato dalle casse del ministero della difesa iracheno in uno dei piu' grandi furti della storia.

Lo ha rivelato al quotidiano britannico Independent Ali Allawi, ministro delle finanze dell'Iraq, il quale ha commentato che per tale ragione l'esercito iracheno restera' con un equipaggiamento obsoleto che non gli consente di affrontare gli insorti da solo. Cio' rende piu' difficile il ritiro dell'esercito USA, forte di 135.000 unita'. L'ingente somma era infatti destinata a rinnovare le armi e ad addestrare i soldati iracheni per elevare il livello di sicurezza nel Paese.

Secondo Allawi, la maggior parte del denaro sarebbe finita in contratti ottenuti senza gara d'appalto per l'acquisto di armi dalla Polonia e dal Pakistan. Il risultato e' stato disastroso in termini di qualita' dei blindati e delle armi acquistati - e stranamente prontamente pagati -, secondo Allawi. Per otto mesi il ministero avrebbe avuto un ininterrotto flusso di denaro in uscita. Alcuni soldati e poliziotti iracheni sarebbero morti proprio per l'inadeguatezza delle forniture e per mesi anche gli artificieri non hanno avuto protezioni adeguate contro le esplosioni.

L'ammanco e' emerso a maggio, quando e' stato presentato un rapporto al primo ministro Al Jaafari, ma la cifra e' cresciuta notevolmente in seguito, giungendo a triplicarsi e raggiungendo quasi il 100% del preventivo della Difesa irachena. La somma totale mancante fra tutti i ministeri gestiti dal governo iracheno ad interim nominato dagli Stati Uniti nel giugno 2004 potrebbe raggiungere pero' i due miliardi di dollari. Parte di questi riguarderebbero i trasporti e l'energia elettrica, che risultano effettivamente in crisi nel Paese.

Un rapporto attribuisce la responsabilita' della truffa ai funzionari iracheni nominati dagli Stati Uniti dopo la dichiarazione di fine della guerra, ma le autorita' irachene attuali ritengono che comunque vi sarebbero responsabilita' dei funzionari statunitensi che avrebbero dovuto controllare. Questo fatto e' giudicato da taluni inspiegabile, data la volonta' che il ministro delle finanze attribuisce a Washington e Londra di ritirare quanto prima le proprie truppe e di conseguenza garantire una dotazione adeguata all'esercito di Baghdad.

Peraltro, funzionari governativi iracheni ipotizzano che gli uomini dell'amministrazione di Iyad Allawi apparentemente coinvolti - e che sarebbero infatti balzati a suo tempo in ruoli importanti del ministero senza curricula particolarmente rilevanti - possano essere solo prestanome e che elementi dell'esercito o dell'intelligence USA possano aver giocato un ruolo significativo nell'affare.

Cosi', mentre per Oil for food e' stato criticato l'ONU, questa volta dovrebbe essere coinvolto nelle critiche l'apparato militare americano e lo stesso Paul Bremer, che fu governatore di Baghdad alla testa delle forze di coalizione ed avrebbe concorso alla nomina di alcuni dei personaggi sospettati per questa storia, per uno dei quali e' stato spiccato un mandato d'arresto. Bremer - che era gia' stato accusato della sparizione di ingenti fondi dalle casse irachene - ha detto di non conoscere il sospetto.

Speciale Mani Pulite

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