NEW del 08 settembre 2005

 
     

Terrorismo : nuovi strumenti europei , Frattini a Strasburgo
di Gabriella Mira Marq

Prevenzione protezione e capacita' di risposta, anche grazie all'acquisizione di prove giudiziarie raccolte da un magistrato di altro Stato membro. Sono questi i tre punti della lotta al terrorismo emersi nell'intervento del vicepresidente della Commissione UE Franco Frattini - commissario per la giustizia, le liberta' civili e la sicurezza - dinanzi all'Europarlamento riunito ieri in sessione plenaria.

La prevenzione si attua, secondo Frattini, scoprendo alla radice le cause della violenta radicalizzazione e del reclutamento dei militanti del terrore.

Convinto che gli Europei siano custodi dei valori "basati sul diritto alla vita, il rispetto della dignita' umana e l'uguaglianza fra uomini e donne del pianeta", Frattini ha detto che "occorre aprire un dialogo "con le comunita' religiose, e di certo con il mondo Arabo e Musulmano", per trovare "un comune terreno di valori", "un senso universale di cittadinanza".

Occorre anche sviluppare la cooperazione internazionale - con l'Europa in stretta collaborazione con gli Stati Uniti e altri partner politici - in particolare combattendo i finanziamenti al terrorismo e il 21 settembre la Commissione europea adottera' queste linee guida.

Il concetto di protezione riguarda invece il diritto a vivere in sicurezza, senza minacce, la nostra vita quotidiana e per questo l'UE lancera' entro l'anno un programma "per la protezione delle infrastrutture critiche" che vedra' una collaborazione con enti privati nel settore della sicurezza.

La capacita' di risposta, ha sottolineato Frattini, si traduce nella cooperazione fra le intelligence creando una rete per lo scambio di informazioni. Il commissario UE ha anche detto che va rafforzata l'autorita' legale e che "dopo l'approvazione del mandato d'arresto europeo e' adesso l'ora di adottare il 'mandato europeo di ricerca delle prove'".

Esso, basato sulla "reciproca fiducia", e' una nuova proposta della commissione europea consistente in un atto emesso da una autorita' giudiziaria di uno stato membro richiedendo una prova che e' stata gia' o puo' essere acquisita da un magistrato di altro Stato membro - anche con metodi e regole differenti - per inserirla agli atti di un procedimento giudiziario.

Il mandato potrebbe essere emesso in relazione a procedimenti penali o a procedimenti amministrativi per fatti sanzionabili nello Stato membro di emissione della richiesta. Non potrebbe tuttavia riguardare prove raccolte con interrogatori, dichiarazioni o audizioni (esistono per questo le rogatorie internazionali), prove raccolte sul corpo di una persona, intercettazioni o controlli di movimenti su conti bancari. Escluse pure prove che richiedono un proseguimento delle indagini.

Una proposta che comunque - dopo la fiera opposizione al mandato d'arresto UE - trovera' certo perplessita' nella Lega. Tuttavia Frattini avverte: "Necessitiamo di meno legislazione e piu' azione operativa", pur ripetendo che occorre bilanciare i controlli di sicurezza con i diritti fondamentali.

Speciale terrorismo

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