NOTIZIARIO del 13 aprile 2005

 
     

Liberta' di stampa : ad un giornalista cinese il premio UNESCO
di red

Andra' ad un giornalista cinese, Cheng Yizhong, ex direttore di un quotidiano edito nel sud della Cina perseguitato per aver rivelato segreti del governo di Pechino, il premio dell'UNESCO 'Guillermo Cano' 2005 per la liberta' di stampa.

Il premio - intitolato al giornalista colombiano ucciso nel 1987 per aver criticato i potenti signori della droga e che prevede anche l'erogazione della somma di 25.000 dollari - e' assegnato annualmente a persone o organizzazioni che mostrano coraggio nella difesa della liberta' di espressione. Cheng ritirera' il premio a Dakar, in Senegal, il 3 maggio, giornata mondiale della liberta' di stampa.

Cheng ha rotto gli schemi del giornalismo cinese, secondo l'Unesco. L'indipendenza editoriale e professionale mostrata hanno contribuito in maniera determinante a trasformare il giornale che dirigeva in un vero successo editoriale. Ma nel dicembre 2003 la testata pubblicava la notizia di un caso sospetto di SARS nella citta' di Guangzhou quando il governo non aveva ancora reso pubblica l'informazione.

Il giornale rivelava anche che uno studente universitario era stato picchiato a morte mentre era sotto la custodia della polizia. L'indignazione pubblica che ne consegui' condusse all'arresto di alcuni funzionari governativi locali e agenti di polizia.

Per ritorsione le autorita' condussero un'indagine pretestuosa sugli aspetti finanziari della societa' che editava il giornale e nel 2004 Cheng fu arrestato e detenuto per cinque mesi senza capi d'accusa. Rilasciato nell'agosto 2004, gli fu interdetta la professione di giornalista. Alcuni suoi colleghi furono condannati.

La Cina ha un record per le persecuzioni ai giornalisti: almeno 40 di essi sono in prigione, per lo piu' per aver rivelato retroscena di corruzione di autorita' o aver chiesto riforme politiche. Anche i cybernauti giudicati colpevoli di aver espresso opinioni in contrasto con le linee del governo sono incarcerati e condannati.

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