NOTIZIARIO del 25 marzo 2005

 
     

ONU invia caschi blu in Sudan con l'ombra di sex for food
di Carla Amato

Proprio mentre il Consiglio di sicurezza dell'ONU decideva questa notte di inviare una missione di 10.000 caschi blu in Sudan per vigilare sull'accordo di pace firmato a gennaio tra il governo di Khartoum e i ribelli del Sud, il rapporto sulle violenze sessuali di membri della missione Monuc su ragazze minorenni in Congo rischia di mettere seriamenti in crisi la forza di peacekeeping dell'organismo mondiale.

Per quanto riguarda l'invio di truppe in Sud Sudan, per vigilare sull'attuazione della pace conseguente alla risoluzione ONU, vi e' l'ombra dellla lunga contesa fra Khartoum e l'ONU (gli USA) contro l'invio di truppe straniere in Darfur. La stessa Unione Africana aveva espresso parere negativo in merito, accollandosi l'onere di mandare propri osservatori e truppe africane nella zona. Ora, con la decisione di ieri, l'ONU ha trovato il modo di mandare comunque migliaia di truppe straniere nel Paese africano.

Nel contempo il rapporto preparato dal principe Zeid Al Hussein - ambasciatore di Giordania presso l'ONU ed egli stesso ex peacekeeper - descrive il corpo militare delle Nazioni Unite come profondamente caratterizzato dal problema degli stupri su civili e raccomanda la revoca dei salari dei colpevoli e azioni legali contro i perpetratori degli abusi. Il principe crede che molte nazioni che finanziano le operazioni di peacekeeping (in particolare gli Stati Uniti, che provvedono al 25% del budget) potrebbero ritirare i propri soldati e fondi se i mutamenti gia' richiesti non fossero effettuati rapidamente.

L'ONU aveva gia' fatto sapere di voler apportare cambiamenti significativi nelle operazioni di peacekeeping in tutto il mondo, ma l'unica azione concreta ad oggi e' stato l'annuncio delle dimissioni del capo della missione delle Nazioni Unite nel Paese africano, William Swing, un ex diplomatico statunitense, per non aver saputo prevenire il comportamento dei soldati di diversi Paesi impegnati teoricamente per il mantenuimento della pace in Congo, che pagavano con cibo le prestazioni sessuali di civili locali, spesso minorenni.

Mentre ci sono sempre state segnalazioni di abusi da parte di uno o piu' contingenti che formano il caschi blu, la cui prima missione parti' 50 anni fa, il problema e' diventato di dominio pubblico con lo scandalo "sex for food". Un recente rapporto ha mostrato che il comportamento della missione congolese non era isolato, ma esteso ad altre in tutto il globo.

Il rapporto del principe giordano segnala a sua volta il profondo trauma non solo delle ragazze, ma della locale popolazione per questa vicenda, dato che in questo caso, a differenza che in altri, la violenza veniva impostata come un normale baratto. Per i giornali USA le donne vittime delle "attenzioni" dei soldati sono diventate le "ragazze 1 dollaro", per la miseria e la facilita' dello scambio sofferto.

Oggi vi sono in Congo 13.000 soldati della missione Monuc. Altre truppe internazionali con i simboli delle Nazioni Unite sono dislocati in altre 16 azioni di pace nei punti caldi del mondo. In realta', secondo il comitato d'indagine, le truppe internazionali dell'ONU in Congo erano gia' sotto accusa per non aver saputo impedire la tragedia dei 1000 civili uccisi ogni giorno nella parte orientale del Paese, travagliata dalla guerra civile.

Speciale diritti umani


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ONU: commissione diritti umani in mano a chi li viola

Sud-Sudan - Khartoum: 900.000 vittime di violenza e povertà

Il caso Congo: 40.000 vittime di stupro in 6 anni