NOTIZIARIO del 16 marzo 2005

 
     

ONU : commissione diritti umani nelle mani di chi li viola
di Mauro Giannini

Mentre la commissione ONU per i diritti umani inizia la sua sessione annuale a Ginevra questa settimana, crescono le critiche sulla sua adeguatezza a prendere iniziative contro gli Stati che commettono violazioni dei diritti. Molte organizzazioni non governative di difesa dei diritti umani chiedono che la commissione sia sottoposta urgentemente a una riforma.

Human Rights Watch sottolinea che i 53 Stati membri includono governi come il Sudan, che e' responsabile di crimini contro parte della popolazione in Darfur. Il Paese africano e' stato oggetto di diverse risoluzioni ONU, fra cui una riguardante appunto la situazione del Darfur, in cui la popolazione animista nera viene massacrata e costretta alla fuga dalle orge arabe Janjaweed. Il Sudan e' stato rieletto nella Commissione nel 2004 nonostante le critiche per gli abusi sui diritti umani gia' lanciate dalle organizzazioni per i diritti umani.

Reporter senza Frontiere, che in passato e' stata espulsa dalla Commissione - dove aveva un ruolo consultivo - proprio per le sue critiche alla composizione della commissione, sottolinea invece che 70 dei 99 giornalisti imprigionati sono residenti in Paesi che fanno parte della commissione. L'associazione per la liberta' di stampa sottolinea che la commissione "continua a screditarsi" e non si capisce come i dirigenti dell'ONU possano tollerarlo.

L'associazione internazionale degli editori ha invece espresso preoccupazione sulla situazione della liberta' di espressione in Tunisia, il Paese che ospitera' il Summit mondiale della societa' dell'informazione nel novembre 2005 e che alcuni mesi fa ha ospitato appunto un meeting internazionale sui diritti umani. Questo Paese ha varato negli ultimi due anni leggi che hanno drasticamente ridotto la liberta' di stampa, con blocco dei siti interne e pressioni sui media critici, mentre viene denunciato l'uso della tortura da parte dei servizi segreti, il che preoccupa diverse associazioni internazionali.

Anche l'Iran ha ignorato, nei due anni scorsi, le raccomandazioni di esperti dell'ONU che sottolineavano il suo record di limitazione alla liberta' di espressione e di detenzione arbitraria. La Repubblica dei Mullah ha infatti incarcerato diversi giornalisti, cyberdissidenti e dissidenti.

Negli ultimi anni i membri della commissione sono cambiati significativamente e un numero crescente di Paesi con record negativi riguardo ai diritti umani hanno ottenuto seggi nella commissione, usando il loro voto per boicottare le risoluzioni che li condannavano. Oltre al Sudan, all'Iran ed alla Tunisia, la commissione comprende anche Cina, Cuba, Eritrea e Nepal.

La Cina ha il record di pene di morte e di incarcerazioni facili, anche in giovane eta', e per le persecuzioni attuate nei confronti di minoranze etniche e gruppi regligiosi; Cuba si distingue per il piu' alto numero di giornalisti in carcere, ed anche Eritrea e Nepal sono note per le persecuzioni ai giornalisti.

Le associazioni per i diritti umani insistono sulla necessita' di un cambiamento dei membri resisi responsabili delle maggiori violazioni dei diritti.

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