NOTIZIARIO del 08 novembre 2004

 
     

Mafia : allo studio domani a Lecce e da venerdì a Roma all'università
di red

La mafia come oggetto di studio interessa i giovani e sara' tema di un corso che comincera' venerdi' alla facolta' di diritto dell'Universita' Roma Tre e sara' incentrato su nascita, eviluppo del crimine organizzato in Italia e mezzi usati per combatterlo. Il corso, il primo al mondo sul tema, durera' tre mesi. Circa 500 studenti vi si sono iscritti ed affronteranno un esame al termine.

"Sono davvero sorpreso dell'interesse suscitato dal corso presso gli studenti - ha sottolineato Enzo Ciconte, esperto di mafia ed insegnante del corso- vuol dire che l'universita' deve approcciare i problemi che toccano la nostra societa'".

E alla mafia, anzi ad una vittima di mafia, Giuseppe Impastato - detto Peppino, assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978 - sara' dedicata una giornata di studio dal titolo "I cento passi" promossa per domani, 9 novembre, dall'associazione culturale universitaria Salento Università e finanziata dal Consiglio degli studenti. Ospiti d'eccezione il fratello di Peppino, Giovanni Impastato, Salvo Vitale, fondatore con Peppino di "Radio Aut", e Umberto Santino, presidente del Centro di documentazione "Giuseppe Impastato".

"I cento passi" è un progetto per la promozione della cultura antimafiosa fortemente voluto dall'associazione, che vedrà il coinvolgimento, oltre che degli studenti universitari, anche dei ragazzi delle scuole superiori leccesi, e che ha ricevuto il patrocinio della Provincia e del Comune di Lecce. Al mattino alle ore 10,30 nella sala convegni dell'Istituto tecnico "Costa", in piazzetta De Santis a Lecce si terra' un seminario con dibattito sulla criminalità organizzata con il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole superiori leccesi. Le relazioni sono affidate a Umberto Santino, presidente del Centro di documentazione "Giuseppe Impastato", e ai docenti universitari Mariano Longo (Sociologia della devianza) e Anna Lucia Denitto (Storia contemporanea). Partecipano all'incontro Giovanni Impastato e Salvo Vitale.

Nel corso della mattinata verrà proiettato un video riguardante il viaggio che alcuni ragazzi di Salento Università hanno fatto a Cinisi, paese natale di Peppino, nel quale si è consumata la sua storia umana e politica. Durante questo viaggio, i ragazzi hanno avuto modo di intervistare la madre di Peppino, Felicia. Nel pomeriggio alle ore 16,00 nell'aula magna di palazzo Codacci Pisanelli, sara' proiettato il film "I cento passi" e vi sara' un dibattito con gli studenti universitari. Intervengono Giovanni Impastato e Salvo Vitale; partecipa Umberto Santino.

In serata, alle ore 22, nell'atrio di palazzo Codacci Pisanelli, vi sara' un momento di danza, con l'obiettivo di riproporre il clima creato nel Circolo "Musica e Cultura" fondato da Peppino Impastato nel '75, in cui convivevano musica, creatività e dibattito sociale. Per l'intera giornata, inoltre, all'ingresso di palazzo Codacci Pisanelli sarà allestita una mostra sulla vita, l'attività antimafia e gli scritti di e per Peppino Impastato. Verranno inoltre trasmessi spezzoni delle trasmissioni di Radio Aut, con la voce di Peppino Impastato.

"Con questo progetto Salento Università sostiene la cultura anti-mafiosa", dice il presidente dell'associazione, Marco Giannotta, "coinvolgendo non solo gli studenti universitari, ma anche quelli degli istituti superiori e l'intera comunità leccese". Il progetto "I cento passi", ideato da Davide Corvaglia (responsabile del Comitato politiche sociali di Salento Università) ed Eleonora Loche, è nato "dalla comune ammirazione per la figura di Peppino Impastato", dicono i ragazzi.

"Siamo stati a Cinisi due volte", raccontano, "e abbiamo avuto modo di conoscere il fratello Giovanni e la signora Felicia. Grazie alla loro testimonianza diretta, abbiamo potuto conoscere meglio la personalità e la storia di Peppino, che crediamo possa essere un punto di riferimento della cultura anti-mafiosa per i giovani non solo salentini. Ma il progetto non finisce qui", concludono, "Questo è solo l'inizio".

Giuseppe Impastato, detto Peppino, nasce a Cinisi (Palermo) il 5 gennaio 1948 da Felicia Bartolotta e Luigi Impastato. La famiglia Impastato è bene inserita negli ambienti mafiosi locali: una sorella di Luigi ha sposato il capomafia Cesare Manzella, considerato uno dei boss che individuarono nei traffici di droga il nuovo terreno di accumulazione di denaro. Frequenta il Liceo Classico di Partinico ed appartiene a quegli anni il suo avvicinamento alla politica, particolarmente al PSW, formazione politica nata dopo l'ingresso del PSI nei governi di centro-sinistra. Nel 1975 organizza il Circolo "Musica e Cultura", un'associazione che promuove attività culturali e musicali e che diventa il principale punto di riferimento per i giovani di Cinisi.

Il tentativo di superare la crisi complessiva dei gruppi che si ispiravano alle idee della sinistra "rivoluzionaria", verificatasi intorno al 1977, porta Giuseppe Impastato e il suo gruppo alla realizzazione di Radio Aut, un'emittente autofinanziata che indirizza i suoi sforzi e la sua scelta nel campo della controinformazione e soprattutto in quello della satira nei confronti della mafia e degli esponenti della politica locale. Nel 1978 partecipa con una lista che ha il simbolo di Democrazia Proletaria, alle elezioni comunali a Cinisi.

Peppino viene assassinato il 9 maggio 1978, qualche giorno prima delle elezioni e qualche giorno dopo l'esposizione di una documentata mostra fotografica sulla devastazione del territorio operata da speculatori e gruppi mafiosi: il suo corpo è dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani. Le indagini sono, in un primo tempo, orientate sull'ipotesi di un attentato terroristico consumato dallo stesso Impastato, o, in subordine, di un suicidio "eclatante". Il caso giudiziario è stato chiuso e riaperto per ben tre volte, sino ad arrivare al processo nei confronti del boss di Cinisi Gaetano Badalamenti, mandante del delitto, condannato all'ergastolo, e all'esecutore Vito Palazzolo, condannato a trent'anni.

Già nel '78 la storia di Peppino aveva ispirato due efficaci servizi televisivi di Michele Mangiafico e di Giuseppe Marrazzo. L'idea di fare un film sulla vicenda viene, nel 79, al regista Gillo Pontecorvo. Nel '93 Claudio Fava e il regista Marco Risi preparano, per Canale 5, un servizio su Peppino, il primo di una serie intitolata "Cinque delitti imperfetti", quelli di Impastato, Boris Giuliano, Giuseppe Insalaco, Mauro Ristagno e Giovanni Falcone. Nel 1995 ci prova il regista Antonio Garella, che prepara un video, non più trasmesso, per la trasmissione televisiva "Mixer". C'è anche qualche "Piovra" televisiva che si ispira al caso di un giovane impegnato contro la mafia, che lavora in una radio libera.

Nel '98 è la volta del giovane regista Antonio Bellia con un video di 32 minuti dal titolo "Peppino Impastato: storia di un siciliano libero", distribuito da "Il Manifesto". Contemporaneamente Claudio Fava e la sua compagna Monica Capelli cominciano a lavorare su una sceneggiatura, richiedono una copia delle registrazioni di Radio Aut, concorrono al Premio Solinas, che vincono, e con il quale si ottengono una parte dei fondi per finanziare il film. Il lavoro di regia viene affidato a Marco Tullio Giordana, già autore di alcuni film d'impegno, come "Maledetti vi amerò" (1980) e "Pasolini, un delitto italiano" (1995). Giordana individua i luoghi, ascolta le testimonianze, recepisce i suggerimenti di modifica di alcune parti di sceneggiatura, assume gli attori, in gran parte locali e, comunque siciliani: tra di essi Luigi Lo Cascio, un attore di teatro alla sua prima esperienza, che recita la parte di Peppino, cui somiglia in modo impressionante.

Il film crea scalpore ed entusiasmo a Cinisi. Dopo alcuni mesi di intenso impegno, grazie anche al sostegno del giovane produttore Fabrizio Mosca, Giordana riesce a concludere il lavoro e partecipa, il 31 agosto, al Festival di Venezia. L'effetto è subito sconvolgente: dodici minuti di applausi, entusiasmi, premio per la migliore sceneggiatura, leoncino d'oro a Lorenzo Randazzo, che interpreta la parte di Peppino bambino. Man mano che esce nelle sale cinematografiche, il film continua a raccogliere consensi, a suscitare emozioni e si conclude costantemente con applausi spontanei e forti momenti di commozione: il regista ha saputo creare un prodotto equilibrato, calato quasi totalmente nel fatto reale e che ruota in una serie di tematiche ancora presenti nella memoria.

Le scuole di tutta Italia, le università, le associazioni culturali scoprono Peppino Impastato e proiettano il film aprendo dibattiti su questa pagina di storia e di vita. Il film è scelto anche per rappresentare l'Italia all'Oscar, ma non avrà la fortuna di concorrere alla fase finale del premio. In compenso, nell'aprile del 2001, il film vince cinque David di Donatello, tra i quali quello per la scuola e quello per il miglior attore protagonista, Luigi Lo Cascio.

Giovanni Impastato condannato:
il commento di un magistrato


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