NOTIZIARIO del 19 settembre 2004

 
     

Mafia : Impastato, una sentenza scoraggiante
di Francesco Messina, magistrato*

Provo una difficoltà assoluta a commentare la sentenza (1) che ha riguardato Giovanni Impastato.

Proprio perché non conosco gli atti, non posso dare un giudizio tecnico.

Ciò non mi evita di provare uno scoramento fortissimo sotto il profilo umano perché, per quel poco che può servire, l'esempio di Peppino e di Giovanni costituisce non solo una delle spinte più importanti nel mio lavoro professionale, ma sopratutto mi stimolano nel mio compito di padre.

Uno scoramento che è mitigato solo dall'esempio morale altissimo che Giovanni Impastato ha dato commentando la sentenza e rispettandola come esercizio di una funzione dello Stato. Ha detto bene Stefano Celli: è un atteggiamento sublime quello di Giovanni.

Sotto il profilo più squisitamente pratico vorrei, se possibile, partecipare economicamente a sollevare Giovanni dalle incombenze di questa triste vicenda, per quella che può essere la mia parte.

Un abbraccio fortissimo a Giovani ed alla sua mamma.

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(1) da La Repubblica 17 settembre:

Legale Badalamenti querela Impastato, il giudice gli dà ragione

A luglio e' arrivato il pignoramento della pizzeria della famiglia Impastato, quella in cui lavoro' anche Peppino, il giornalista ucciso dalla mafia nel 1978, e in cui sono state girate alcune scene del film "I cento passi". A chiedere e a ottenere il provvedimento e' stato il legale di Tano Badalamenti, il boss accusato di essere il mandante dell'omicidio di Peppino.

L'avvocato Paolo Gullo aveva sentito al Costanzo show il fratello Giovanni Impastato bollare la tesi di "Peppino terrorista-suicida sui binari" come quella "di un imbecille" e non ci penso' due volte a querelarlo, come ricostruisce oggi l'edizione palermitana della Repubblica. E nel marzo scorso, il giudice Gaetano Scaduti ha dato ragione a Gullo: "Chi sostiene una tesi in un processo puo' essere criticato, ma non offeso", dice la sentenza.

"Nessuno puo' disonorare la memoria di Peppino dicendo che era un terrorista, lui fu ucciso dalla mafia", ha insistito Giovanni Impastato.

Ma intanto la sentenza e' diventata definitiva. A luglio e' arrivato il pignoramento e alla fine Giovanni ha sborsato 5mila euro, la meta' per la condanna, il resto per le spese legali. L'avvocato ha fatto sapere che la somma sara' devoluta all'istituto di dicerche Mario Negri, alla lega del Filo d'Oro e all'associazione dei mutilati sul lavoro.

"Se ho pagato - ha detto Impastato - e' perche' rispetto le sentenze della magistratura, ma ritengo quella decisione ingiusta. Io difendero' sempre la memoria di mio fratello dentro e fuori le aule di tribunale. A chi ricevera' quei soldi in beneficenza - dice Impastato - vorrei dire di non accettarli: provengono dal legale di Badalamenti".

* giudice del Tribunale di Trani

by www.osservatoriosullalegalita.org

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