NOTIZIARIO del 04 novembre 2004

 
     

Medici senza frontiere si ritira dall' Iraq
di red

Medici Senza Frontiere (MSF) chiude i suoi progetti in Iraq. L’organizzazione umanitaria internazionale ha compiuto questo passo a causa degli enormi rischi che il personale umanitario corre nel paese.

Secondo la dottoressa Marie-Hélène Leplomp, responsabile dei programmi MSF, i contratti delle centinaia di impiegati iracheni con l'organizzazione sono stati rescissi e coloro che operavano da Amman (Giordania) sull'Iraq hanno cessato le loro attivita'. Solo la sezione belga di medici senza frontiere sara' ancora operativa sul posto.

La stessa scelta era stata fatta lo scorso luglio ritirando i propri operatori dall'Afghanistan. Anche in quell'occasione si era determinata una situazione di estrema insicurezza, culminata con l'uccisione di cinque operatori umanitari dell'associazione. In quel caso vi era stata da parte dell'organizzazione una dura condanna delle politiche governative di impiego dei finanziamenti rivolti all'assistenza ed alla ricostruzione nel Paese.

Riguardo all'Iraq, l'organizzazione afferma che "dati gli ingenti bisogni umanitari e medici della popolazione", la decisione è stata raggiunta "con grande rammarico e tristezza", ma a causa della crescente violenza in tutto il paese, MSF ritiene irresponsabile esporre il proprio staff ai rischi che apparentemente sarebbero legati all'appartenenza ad un’organizzazione umanitaria internazionale.

Il riferimento e' sicuramente ai casi di Simona Torretta e di Margaret Hassan, rapite e liberate le prime, ancora ostaggio la seconda, fatte segno di sequestro mentre si impegnavano per alleviare le sofferenze della popolazione locale e per ricostruire il Paese. Stefano Savi, Direttore generale della sezione italiana, ha dichiarato "siamo addolorati di non poter più fornire quell’assistenza medica di cui ha bisogno il popolo iracheno."

MSF ha sempre aderito ad un principio di indipendenza e non ha mai permesso a motivazioni politiche, militari o di altra natura d’interferire con l’obiettivo di assistere chi avesse bisogno urgente di assistenza medica, ma ritiene che "oggi, in Iraq, le parti in conflitto hanno ripetutamente mostrato il loro disprezzo nei confronti dell’azione umanitaria indipendente".

MSF era presente in Iraq dal dicembre 2002. Durante i primi bombardamenti di Baghdad un team di operatori internazionali era rimasto in città per lavorare nell’ospedale di Al Kindi. Poco dopo, MSF aveva allestito tre cliniche nel quartiere sciita di Sadr City. Da gennaio 2004, nelle tre cliniche, MSF ha effettuato più di 100.000 visite mediche.

Durante quest’ultimo anno, MSF ha svolto missioni di valutazione nelle città più colpite dagli scontri – Falluja, Najaf e Kerbala – fornendo supporto medico alle strutture sanitarie presenti. A Sadr City, l’organizzazione aveva anche avviato un servizio di ambulanza. Recentemente, MSF aveva iniziato a prendersi cura degli sfollati in fuga da Falluja.

Altre associazioni umanitarie, come Care International, hanno deciso di lasciare l'Iraq. Alcune di esse hanno continuato a coordinare l'attivita' umanitaria da Amman, altre hanno rinunciato a tutti i loro progetti nel Paese.

Speciale diritti umani


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