NOTIZIARIO del 04 novembre 2004

 
     

Svizzeri preoccupati per diritti civili dopo rielezione Bush
di Mauro Giannini

La stampa svizzera e il governo svizzero hanno espresso inquietitudine all'indomani della rielezione di George W. Bush alla presidenza USA.

Una buona parte delle testate elvetiche ritiene che il maggior potere acquisito da Bush "rafforzi la sua arroganza" e lo faccia proseguire nella sua voglia guerriera abusando della superpotenza degli Stati Uniti.

"I Repubblicani potranno continuare a condurre, per quattro anni, le loro politiche unilaterali a scapito della comunita' internazionale, di un mondo piu' giusto e piu' responsabile" scrive "La libertè'".

"Le Nouvelliste" parla dei "bei giorni a venire" nei quali "G.W. Bush potra' continuare a imporre a gran colpi di forza il suo credo al pianeta intero", menre "24 ore" parla di "secondo mandato accordato all'uomo che incarna la legge delle bombe".

Piu' moderato "Le Temps", che si interroga sulle future scelte politiche del presidente nel suo secondo mandato: "da quali correnti si lascera' portare il quarantetreesimo presidente? Le stesse che ha ascoltato dopo il settembre 2001, puo' darsi. Si vedra'".

"L'Impartial" e "L'Espresso", preoccupati per le questioni economiche, chiamano Bush "l'uomo delle certezze assolute". Secondo "La tribuna di Ginevra", fondamentalmente egli "non comprende il mondo e la maggior parte dei suoi contemporanei".

Anche il governo svizzero ha taciuto in un primo momento alla notizia della rielezione. I neutrali ospiti delle Convenzioni di Ginevra e della seconda sede dell'ONU sono preoccupati per il rispetto dei diritti umani nel mondo.

Questa mattina il ministro degli esteri Micheline Calmy-Rey ha detto che "dopo l'11 settembre gli Stati Uniti sono preoccupati per le quesioni di sicurezza" ma questo "non impedira' alla Svizzera di collaborare con gli Stati Uniti nei campi di interesse comune".

Tuttavia, precisa il ministro, " continueremo a dire chiaramente agli USA cio' che pensiamo". A giudizio degli Svizzeri, nella lotta contro il terrorismo la collaborazione internazionale resta una via piu' efficace che un'operazione militare unilaterale e garantisce il rispetto del diritto internazionale e la protezione dei civili.

Certo la Federazione elvetica non ha forze armate, ha poco potere politico ed una dimensione modesta, ma sul piano finanziario ha un certo valore a livello mondiale, anche tenendo conto che i gruppi imprenditoriali e bancari svizzeri sono stati significativi finanziatori delle campagne elettorali di Bush e Kerry.

Speciale diritti umani


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