NOTIZIARIO del 14 agosto 2004

 
     

Burundi : strage etnica in un campo profughi tutsi ONU
di red

Almeno 159 morti - pricipalmente donne e bambini - e piu' di 100 feriti sono stati provocati da un'incursione notturna di uomini armati di machete e armi da fuoco in un campo profughi congolesi tutsi a Gatumba, nel Burundi. Il campo, gestito dall'ONU, fornisce riparo a 2700 rifugiati.

La strage, avvenuta nei pressi della capitale Bujumbura, e' stata rivendicata dai ribelli hutu delle Forze nazionali di liberazione, un gruppo da giorni impegnato in violenti scontri con l'esercito. Nel campo si trovano soprattutto profughi tutsi fuggiti dalle violenze della vicina Repubblica Democratica del Congo a giugno.

Il presidente del Burundi, Domitien Ndayizeye, ha espresso il suo shock dopo aver visitato il luogo del massacro, che ha definito "incredibile". Dopo l'attacco si e' presentata infatti ai testimoni una scena orribile: i corpi erano sparpagliati per tutto il campo, alcuni di essi erano carbonizzati o sanguinanti. Le vittime stavano dormendo e sono state sorprese dalla morte mentre cercavano di fuggire. Lo ha raccontato Eliana Nabaa , della missione delle Nazioni Unite in Congo.

Il portavoce dell' UNHCR, l'agenzia ONU per i rifugiati, Fernando del Mundo, ha detto che testimoni hanno raccontato di aver sentito il rullo dei tamburi prima dell'attacco. Ha detto anche che 136 persone sono morte subito, ed altre 20 all'ospedale, mentre molte altre sono state ferite. L'ONU sta ora spostando i rifugiati sopravvissuti in una scuola vicina.

Le forze di Hutu del fronte nazionale di liberazione (FNL) hanno detto che miravano a colpire una base militare, a circa 500 metri dall'accampamento di Gatumba, ma avendo sentito spari provenire dall'accampamento, avevano deciso di recarvisi. Lo ha detto il portavoce del FNL Pasteur Habimana.

L'UNHCR ha confermato che la base militare era stata attaccata, ma l'esercito del Burundi ha negato che i colpi fossero stati sparati dall'interno dell'accampamento dei rifugiati, dicendo che l'attacco dei ribelli era intenzionale. Lo hanno confermato alcuni dei rifugiati fuggiti dal sud della repubblica del Congo, citando opuscoli anonimi distribuiti nell'accampamento e che sollecitano la morte dei Banyamulenge (Tutsi congolesi).

L'attacco ha fatto seguito ad un appello di due giorni fa di uno dei quattro vicepresidenti della Repubblica democratica del Congo, egli stesso un membro della Comunità di Tutsi, in Burundi per accelerare il processo di rimpatrio dei 20.000 rifugiati congolesi.

Il Burundi - come il vicino Ruanda - ha visto per anni il conflitto fra la maggioranza Hutu e la minoranza Tutsi, con fughe nei paesi limitrofi per sfuggire alla violenza etnica. In Ruanda furono 800000 i morti uccisi a colpi di machete o con altri metodi brutali nel 1994, e recentemente il segretario generale dell'ONU Kofi Annan ha chiesto scusa per l'incapacita' propria e della comunita' internazionale di allora di intervenire tempestivamente a scongiurare la tragedia.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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