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NOTIZIARIO del 01
dicembre 2004
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Giustizia
: riforma ordinamento approvata a Montecitorio La legge delega per la modifica dell'ordinamento giudiziario e' stata approvata oggi a Montecitorio con 273 si', 158 no e 4 astenuti. Tutta l'opposizione ha votato contro il provvedimento di riforma. Soddisfatto il ministro della Giustizia Roberto Castelli, che si era appellato ai parlamentari della maggioranza perche' fossero presenti in Aula al momento del voto. L'Associazione nazionale magistrati, pur "nel piu' rigoroso rispetto per le prerogative del Parlamento", ha espresso invece il suo sconforto per tale decisione, commentando che "i magistrati hanno il diritto ed il dovere civile di esprimere l'opinione maturata sulla base della esperienza professionale specifica, unendosi alla critica ripetutamente espressa dagli altri operatori della giustizia e dal mondo accademico". Le Toghe esprimono anche "il piu' netto dissenso e la vivissima preoccupazione per un testo che pone a rischio la indipendenza della magistratura, modifica l'equilibrio tra i poteri dello Stato, diminuisce le garanzie dei cittadini" e osservano che "le motivate valutazioni critiche e le proposte alternative prospettate dell'ANM non hanno trovato spazio alcuno". I magistrati fanno rilevare anche che "durante la fase di discussione l'ANM si e' trovata costretta a ricorrere per ben tre volte in due anni" all'astensione dall'attività giudiziaria per quella che hanno definito "una riforma contro la magistratura" (un'astensione che ha raccolto oltre i due terzi delle adesioni). Il presidente dell'ANM Edmondo Bruti Liberati aveva anche recentemente fatto rilevare che oltretutto non e' stato offerto sufficiente spazio sui media (stampa, ma soprattutto televisione) ne' per spiegare le ragioni della magistratura ne' per un adeguato contraddittorio con i sostenitori della nuova normativa. Al ministro Castelli e' stato dato invece ampio spazio in televisione (anche questa sera, nel salotto di Vespa). L'associazione nazionale dei magistrati osserva che "una riforma che migliori la giustizia e' necessaria, ma deve essere attuata in conformita' con i principi fondamentali della costituzione, come esige la VII Disposizione transitoria", mentre la maggior parte dei magistrati ritengono la riforma "sbagliata, inutile e per molti aspetti incostituzionale". Rincara la dose il Movimento per la giustizia, con il segretario Nino Condorelli e il presidente Piero Martello, secondo cui "la legge e' stata approvata con la consapevolezza che si tratta di una pessima riforma, inadeguata e persino bisognosa di profonde modifiche e di incisivi miglioramenti secondo la stessa maggioranza di governo". Ma l'associazione pensa che cio' sia avvenuto in quanto "la riforma e' stata portata in Aula ed esaminata senza una reale ed effettiva discussione; facendo ricorso a procedure accelerate e a 'blindature' che hanno evidenziato il rifiuto di un confronto costruttivo, tale da consentire di migliorare almeno qualcuno dei punti piu' discutibili" della proposta di legge. A giudizio del Movimento i problemi affrontati dalla riforma "anziche' essere risolti, vengono aggravati da soluzioni assolutamente incompatibili con i principi costituzionali e, su tutto, con l'art.105 della Costituzione e con il ruolo del CSM di strumento insostituibile di garanzia dell'autonomia dell'Ordine Giudiziario e dell'indipendenza dei giudici". Le critiche vengono ribadite: "il sistema di carriera anacronistico, farraginoso ed ingestibile, in contrasto con il principio della pari dignità di tutte le funzioni (art. 107 comma 3 Cost.), peggiorerà la qualita' professionale della magistratura; la struttura rigidamente gerarchizzata del PM, rendera' meno indipendente ed efficace la attivita' di indagine; la separazione dei percorsi professionali dei giudici e pubblici ministeri si tradurra' in una separazione definitiva di carriere (con le inevitabili ricadute in termini di cultura delle garanzie e rischi di interferenze dell'Esecutivo); il sistema disciplinare insidiera' l'indipendenza di giudizio del magistrato". "Tutto cio' - commenta Movimento per la Giustizia - nella perdurante assenza di qualsiasi intervento per rendere i processi più rapidi e le decisioni efficaci".
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Perche' in Italia i processi sono troppo lunghi |