NOTIZIARIO del 23 ottobre 2004

 
     

Riforma Giustizia : test per i magistrati e altre polemiche
di Rita Guma

Continuano le polemiche e le manifestazioni di delusione e preoccupazione per l'imminente riforma dell'ordinamento giudiziario. Oltre alla presentazione di un nuovo maxiemendamento costituito dai punti di compromesso raggiunti dalla sola maggioranza di governo, sono stati all'ultimo momento reintrodotti i test psicoattitudinali nell'ambito dei concorsi per magistrati.

Molti magistrati, dopo avere letto il testo, ed in attesa di verificare se al Senato si sviluppera' un confronto istituzionalmente doveroso e auspicabile, hanno espresso un senso di sconforto.

Il dott. Fabio Roia, sostituto procuratore e segretario nazionale di Unita' per la Costituzione, commenta che la riforma "deve essere chiamata della magistratura e non della giustizia in quanto non incide, se non negativamente, sull’efficienza del sistema" e lamenta che essa rimane "immutata in tutti quegli aspetti inaccettabili piu' volte denunciati" e che e' "fortemente criticata dall’avvocatura".

Inoltre, a giudizio del magistrato e dell'intera Associazione Magistrati, essa "non risolve nessun problema in termini di efficienza del sistema" e quindi, dice Roia, e' "illusoria per il cittadino, al quale viene presentata come intervento sul servizio".

Infine Roia fa rilevare che "rimangono intatti tutti quei profili di incostituzionalita' che autorevoli giuristi hanno piu' volte sottolineato", come "il principio di accentramento di potere e di verticalizzazione della magistratura (con rischio di condizionamento esterno) che invece il Costituente voleva diffuso ed autogovernato".

La Giustizia, sia per quanto previsto nella nostra Costituzione, sia per quanto storicamente emerso (anche di recente) deve essere un potere indipendente.

Basta guardare le sentenze delle Corti Supreme USA ed israeliana in opposizione alle scelte dei corrispondenti governi, rispettivamente su Guantanamo e sul muro in Cisgiordania per capire che ci deve sempre essere un "giudice a Berlino" cui appellarsi per ottenere giustizia dal sopruso di un potente, e questo non sara' piu' possibile con la riforma.

Infatti con il parlamento ostaggio del premier, un Capo dello Stato con meno poteri, i media in mano ad una sola persona, i magistrati silenziati, costretti ad obbedire ad uno solo di essi e sottoposti ad un test psicoattitudinale - quindi asservibili al potere politico - la liberta' di tutti noi sara' minacciata.

Anche il test psicoattitudinale tanto contestato, infatti, non solo non risolve tutta una serie di inefficienze e di atteggiamenti intenzionali, ma genera molte perplessita', prestandosi ad un uso selettivo asservibile ad altri scopi e ad altri poteri, e rischiando di introdurre ulteriori ingiustizie.

Ed al ministro Roberto Castelli, che ritiene non ci sia "nulla di scandaloso" nel test, il cittadino comune potrebbe anche chiedere, soprattutto dopo le innumerevoli esternazioni dei vari ministri - Rocco Buttiglione e Tremaglia, ma prima di loro anche lo stesso Berlusconi - perche' test ai magistrati e non ai politici.

Essi infatti hanno in mano le sorti dell'intero Paese, non solo di poche persone in un tribunale, e potrebbero - con la gerarchizzazione generata dalla nuova riforma della Magistratura - incidere anche sull'amministrazione della giustizia senza piu' nessuno a bilanciarne il potere.

Il solo fatto che i politici siano sottoposti al giudizio del voto non implica che si sia in grado di valutare preventivamente le loro qualita' psichiche.

Hitler docet.

Speciale Giustizia


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