NOTIZIARIO del 15 settembre 2004

 
     

Mosca a Colin Powell : le riforme sono fatti nostri
di Rico Guillermo

Il ministro degli esteri russo Lavrov ha respinto le critiche americane, espresse dal segretario di stato Colin Powell, sulle riforme decise da Vladimir Putin e tese a modificare in senso autoritario le istituzioni.

Putin aveva annunciato che per combattere il terrorismo i governatori locali saranno eletti dai parlamenti locali fra una rosa indicata dal Cremlino e che le elezioni dei deputati avverranno d'ora in poi solo con il sistema proporzionale.

Da Washington il segretario di stato americano Colin Powell aveva definito queste scelte un passo indietro rispetto alle riforme democratiche intraprese in passato, commentando "siamo preoccupati e dovremo discuterne con i russi".

Powell - il cui Paese non si e' certo mostrato un campione dei diritti umani nelle strategie di lotta al fenomeno - aveva anche detto di essere "d'accordo a combattere il terrorismo ma con un equilibrio corretto per non allontanarsi dalle riforme democratiche o dal processo democratico".

Mosca ha risposto in modo brusco: "il processo in corso in Russia e' affar nostro".

Il portavoce del commissario alle relazioni esterne Chris Patten, aveva inconsapevolmente gia' risposto al Cremlino ieri, commentando che: "Certamente si tratta di affari interni alla Russia ma chiunque di noi si trovi oggi a combattere il male moderno che e' il terrorismo non puo' dimenticare la democrazia e i diritti umani. La sfida oggi e' proprio questa e siamo certi che Putin vorra' tenerne conto".

Anche la Commissione Europea aveva infatti espresso le sue preoccupazioni, ricordando che "la Russia nel combattere il terrorismo non deve dimenticare la democrazia e i diritti umani". Vi e' fra l'altro il timore che possano intervenire in seguito azioni volte a limitare la liberta' di stampa, viste anche le critiche dei giornali russi al premier.

In Russia le contestazioni delle opposizioni sulle riforme non erano mancate, con allarmi per la "deriva autoritaria" e per il "colpo di stato di fatto".

Vladimir Ryzhkov, un deputato russo indipendente, si e' detto convinto che "con le sue mosse il presidente distruggera' il Paese invece che rafforzarlo. Per combattere il terrorismo, invece, ci vogliono leader locali scelti e sostenuti dalla gente" ha aggiunto.

Anche nel partito filoPutin "Russia Unita", che controlla tre quarti della Duma, molti parlamentari pensano che il presidente voglia approfittare degli ultimi attentati per accrescere il suo potere personale.

D'altra parte le ultime vicende, ampiamente descritte prima dalla stampa russa e dopo l'epilogo del sequestro dalla radiotelevisione di Stato, hanno diffuso un sentimento di paura tra la popolazione, che chiede iniziative per incrementare la sicurezza.

Le decisioni adottate, presentate in questa chiave dalle televisioni filogovernative, non mancheranno di trovare consensi popolari.

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