NOTIZIARIO del 28 agosto 2004

 
     

USA , presidenziali : Repubblicani a Bush , taci sull' Iraq
di Rico Guillermo

Con l'avvicinarsi dell'apertura della convenzione nazionale repubblicana lunedi' a New York, ed in piena campagna elettorale per le presidenziali del 2 novembre, i repubblicani esortano George W. Bush a non parlare di guerre, ma solo di terrorismo.

I colleghi di partito hanno chiesto infatti al candidato Bush di stornare l'attenzione dell'elettorato da soggetti che innescano polemiche, come l'Iraq o il Vietnam, e di parlare invece degli attentati dell'11 settembre, periodo durante il quale egli vide crescere di molto la propria popolarita'.

Il presidente USA ha appena riconosciuto per la prima volta - in una intervista di venerdi' sul New York Times - una "valutazione sbagliata" del dopoguerra in Iraq, ed ha appena ricevuto dai componenti della squadra olimpica irachena uno schiaffo metaforico in piena faccia per aver presentato la loro bravura alle Olimpiadi come un successo della propria politica nel martoriato Paese mediorientale.

Non solo Bush ne ha parlato in un discorso in Oregon, ma addirittura uno spot televisivo della sua campagna elettorale sfrutta la presenza delle rappresentanze olimpiche irachena e afghana, affermando: "in questi giochi olimpici ci saranno due Nazioni libere in piu' e due regimi terroristici in meno".

I giocatori della squadra di calcio irachena gli hanno risposto di non desiderare che "Bush la sfrutti per la campagna presidenziale", invitando gli Americani ad andarsene dall'Iraq e commentando: "se uno straniero invadesse gli Stati Unti e le persone resistessero, vorrebbe dire che sono tutti terroristi? Tutti sono stati etichettati come terroristi. Sono tutte bugie". Alcuni giocatori hanno detto che Bush "ha commesso troppi crimini", uccidendo uomini e donne.

Sia le polemiche che hanno accompagnato queste battute, sia i commenti negativi alle ammissioni di Bush sull'Iraq non possono giovare alla sua campagna elettorale, percio' alcuni strateghi politici repubblicani suggeriscono che il presidente Bush si occupi nei suoi discorsi "del futuro e parli degli obiettivi che sono davanti a noi e di cui lui solo puo' farsi carico".

Il riferimento e' alla sicurezza, punto che lo ha sempre visto in testa nei sondaggi. "Ma se la sua campagna resta focalizzata sul Vietnam e il passato - aggiunge il repubblicano John Gaylord - e' a mio avviso un po' rischioso".

Insomma, non affrontare i problemi veri, quelli che generano buchi nei bilanci dello Stato e morti americani (quasi 1000 dall'inizio della guerra in Iraq), oltre che iracheni, ne' affrontare il problema delle false informazioni alla base di molte scelte del presidente, ne' delle responsabilita' per Abu Ghraib, ma parlare di qualcosa di la' da venire, e che forse non verra' (si spera), come un possibile attacco di Al Qaeda, che il governo paventa, fra le critiche per allarmismo.

I Repubblicani hanno un altro motivo di essere preoccupati: secondo un sondaggio, la meta' degli Americani ritiene che ci sia il comitato elettorale di Bush dietro la campagna di una associazione di veterani tesa a delegittimare il passato in Vietnam di John Kerry dicendo che egli non ha mostrato il coraggio che cerca di accreditare. Ed in effetti autorevoli fonti hanno trovato legami fra i veterano in questione e la famiglia Bush nonche' con la testa d'uovo del presidente, Karl Rove.

Bush ha cercato di rimediare, dicendo che a suo avviso Kerry non ha mentito, ma evidentemente cio' non e' bastato, anche perche' ricorda agli Americani i dubbi sul servizio militare svolto da Bush. Ma "non e' questo il soggetto", secondo alcuni esponenti Repubblicani, il soggetto e' cio' che "il presidente fara' per il Paese qualora eletto".

Secondo i suoi consiglieri, George W. Bush dovrebbe presentare il suo programma nel discorso che terra' martedi' alla convenzione, per poterne spiegare nel corso della settimana i vari punti. Un altro stratega repubblicano si augura che lunedi' gli elettori "fissino la loro attenzione sul presidente e la sua agenda".

Ma altri momenti neri attendono il candidato-presidente. Se il 30 agosto e' prevista la pubblicazione di un memorandum sulle onerosissime spese della guerra in Iraq e sulle misure alternative che con quei fondi si sarebbero potute prendere per la sicurezza nazionale, manifestanti pacifisti turberanno questa settimana di campagna.

Domenica, cioe' il giorno prima dell'inizio del congresso, vi sara' una manifestazione a New York per la quale e' previsto il concentramento di almeno 200000 persone che protesteranno fra l'altro proprio contro la gestione della vicenda irachena da parte dell'attuale amministrazione.

Martedi' giornata di dosobbedienza civile di massa, organizzata da vari gruppi per la difesa dei diritti di manifestare e della liberta' di espressione e visita ad imprese che traggono profitti dalla guerra, con concentramento finale in Madison Square Garden.

Un primo assaggio di proteste si e' avuto ieri e oggi, oltre che con la contestazione ad Atene a Colin Powell sull'Iraq e il Medio Oriente, anche con la manifestazione di due chilometri tenuta da alcune migliaia di ciclisti nel centro di Manhattan al grido di "basta Bush".

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