NOTIZIARIO del 10 agosto 2004

 
     

Iraq : Cristiani e Islam , fanatismo e convivenza
di Shorsh Surme*

Il moderno Iraq ha ereditato una terra di antichissime civiltà e grandi imperi, dove da sempre hanno convissuto fedi, culture ed etnie diverse.

La sua storia recente, dopo la decadenza seguita alla dominazione ottomana, è un susseguirsi di colpi di Stato, di insurrezioni e tensioni etniche, alle quali hanno ampiamente contribuito i paesi sviluppati nell'ambito del contesa tra Occidente e blocco dell'ex Unione Sovietica.

Saddam Hussein, che era al governo del Paese dal 1979, ed era espressione del partito Baath (una forza politica che affonda le sue radici nel panarabismo di ispirazione laica e nazional-socialista), con il passare del tempo, tuttavia, ha progressivamente e strumentalmente accentuato richiami e riferimenti all'islam, proponendosi nella nuova veste di difensore della "vera fede".

L'Iraq è costituito da un mosaico di popoli ed etnie, i cui rapporti non sono sempre stati facili: la divisione più evidente è quella che separa gli Arabi che vivono al sud dai curdi, stanziati al nord. Tra questi ultimi vive una minoranza di cristiani, conosciuti come assiro-caldei, che rappresenta una delle più antiche comunità cristiane di oriente e che ha conservato l'uso della lingua siriaca, variante dell'aramaica, quella che abitualmente è conosciuta come la lingua originaria di Cristo.

La presenza di antiche comunità cristiane, testimoniata da conventi e monasteri risalenti al V o al VI secolo, rimonta al II secolo, quando il cristianesimo fece il suo ingresso nelle regioni di Edessa, di Ctesifone e di Nisibe. Attualmente in Kurdistan i cristiani godono di una tolleranza reale; nel governo regionale curdo vi sono anche ministri cristiani, come Sarkis Aghajan vice primo ministro,Yonon Marque Hanna, ministro della Regione, Yuosif Hanna Yuosif, ministro rapporti con Parlamento.

Dato che i curdi non sono mai stati fanatici, e non hanno mai preso come punto di riferimento la religione, sono riusciti a mantenere un rapporto eccellente con le altre comunità religiose non solo cristiane ma anche Ebrei e Yazedi. Dal 1991 queste comunità che vivono fianco a fianco con i curdi godono di tutte le loro libertà sia religiose che culturali.

Gli attentati contro cinque chiese a Bagdad e Mossul che hanno provocato 10 morti e una cinquantina di feriti sono stati condannati da tutta la popolazione irachena e da tutti capi religiosi in primis il grande Ayatollah Sciita Ali Sistani che ha definito "crimini terribili" e ha aggiunto "Noi denunciamo e condanniamo questi crimini e riteniamo che sia necessario unificare i nostri sforzi. Dovremmo lavorare tutti insieme, governo e popolo per far cessare gli attacchi contro la popolazione".

Dal canto suo anche il governo regionale curdo attraverso la tv satellitare curda Ktv ha diffuso un comunicato di condanna contro questi attentati, e ha sottolineato che sia il terrorista giordano Al Zarqawi alleato di Al Qaida sia gli criminali appartenenti al vecchio regime non riusciranno a distruggere l'unità tra i popoli dell'Iraq che hanno subito l'atrocità durante i 35 anni di dittatura di Saddam, assicurando anche i fratelli cristiani di non spaventarsi perché tutti sono nella stessa trincea contro qualsiasi tentativo di fomentare i conflitti etnico - religiosi in Iraq.

* giornalista Kurdo

by www.osservatoriosullalegalita.org

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