|
Avvocatura : UCPI , regolamento professioni , rafforzate ragioni
astensione
di
staff
Anche
l'Unione Camere Penali Italiane ha reagito negativamente all'approvazione
in Consiglio dei ministri, il 2 agosto, del regolamento per
le professioni, affermando che dal governo "
non solo non è pervenuto il segnale di ascolto dell’avvocatura,
ma si è avuta conferma della inaccettabile linea che confonde,
snaturandola, la funzione dell’avvocato con quella di altre
attività intellettuali".
"Non
dando ascolto all’unanime richiesta dell’avvocatura, non è
stata stralciata dal regolamento degli ordinamenti professionali
la disciplina riguardante la professione forense e neppure
è stato dato il parere richiesto dalla Commissione Giustizia
della Camera dei Deputati per esaminare la legge di riforma
forense in sede deliberante. Inoltre i contenuti della normativa
emanata traducono in senso peggiorativo i già discutibili
principi della delega. Nessun riferimento alla specializzazione
è previsto, mentre viene indebolito l’iter formativo del futuro
difensore, in quanto dei già ridotti 18 mesi soltanto 6 sono
i mesi di tirocinio vero, ossia svolti presso un avvocato,
mentre il resto si confonderà con gli studi universitari oppure
si perderà in attività diverse svolte presso uffici legali
di enti pubblici o aziende private. E, quel che è peggio,
molti aspiranti avvocati finiranno al servizio di un magistrato
dove non impareranno certo a difendere".
"In
tutti i casi il praticante non maturerà quello spirito di
autonomia e libertà che è connaturato alla funzione dell’avvocato
e che è indispensabile per la tutela del diritto di difesa
del cittadino previsto dalla Costituzione. Tutto ciò conferma
e rafforza le motivazioni che hanno indotto gli avvocati penalisti
all’astensione alla ripresa delle udienze dopo la pausa estiva",
conclude l'UCPI.
Avvocatura:
CNF, regolamento professioni inadatto, occorre una legge
|
|