Tribunale delle imprese : avvocati contrari a giustizia a
due velocita'
di
staff
La
ferma critica all’articolo 2 del decreto Cresci-Italia, che
istituisce i tribunali delle imprese, è stata ribadito due
giorni fa dal plenum del Consiglio nazionale forense, riunito
in seduta amministrativa. Gli
avvocati sono infatti contrari al progetto del Governo mirante,
dicono, "a creare una giustizia a due velocità a vantaggio
delle imprese e in danno della giustizia ordinaria, alla quale
sono sottratte risorse umane e finanziarie".
"Stupisce
e preoccupa - afferma in una nota il CNF - l’identità di contenuto
tra le soluzioni ora prospettate e il dossier di Confindustria
n.11/2011, dal titolo “La giustizia più veloce accelera
l’economia” (pagina 87)." Secondo il Cnf, la distrazione
di magistrati presso i tribunali delle imprese impoverirà
ulteriormente le dotazioni organiche degli uffici giudiziari,
dato che il provvedimento non destina risorse aggiuntive.
"Non
si comprende peraltro il consistente aumento del contributo
unificato, se non con l’intento non dichiarato, ma perseguito
nei fatti, di conseguire l’abbattimento della domanda di giustizia
agendo sulla leva economica, con una grave compromissione
del diritto di difesa. Quanto al metodo - rileva il Consiglio
- non si può modificare le regole della giurisdizione a colpi
di decreti legge e senza la consultazione dei soggetti interessati
da parte dell’esecutivo".
Grave
preoccupazione è stata espressa in relazione alle bozze di
emendamento governativo circolate che aggravano le originarie
criticità ampliando le materie di competenza dei nuovi organi:
"Se permane l’inspiegabile inclusione del diritto d’autore,
sono state aggiunte fumose e incomprensibili materie quali,
a titolo di esempio, “le controversie relative alla violazione
della normativa Antitrust dell’Unione europea”. Previsione
talmente vaga e ampia da generare certamente difficoltà applicative,
visto che i tre quarti della normativa europea presenta profili
di rilievo concorrenziale", afferma il Cnf.
Non
solo. Secondo gli avvocati, "Il riferimento alle “materia
connesse” rischia poi di fare esplodere in via di fatto la
competenza dei tribunali delle imprese, includendovi un enorme
numero di controversie per le quali i cittadini sarebbero
costretti a raggiungere le poche sedi giudiziarie indicate
dal decreto. In danno del valore della giustizia di prossimità.
Il risultato finale di un disegno costruito in questi termini
e a costo zero - conclude il Cnf - sembra più una operazione
di marketing, destinata a produrre più danni senza peraltro
recuperare efficienza e rapidità nelle decisioni giudiziarie".
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