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Carcere : penalisti in sciopero della fame denunciano emergenza
italiana
di
Mauro W. Giannini
Prosegue
la protesta
sulla condizione delle carceri italiane portata avanti dall'Unione
delle Camere Penali, i cui iscritti stanno effettuando da
settimane uno sciopero di 24 ore a staffetta per sensibilizzare
politica e cittadini ai problemi del carcere. Diverse iniziative
pubbliche dell'UCPI accompagnano e chiariscono il significato
di questa protesta. L'11 luglio è stato l'intero direttivo
della Camera Penale di Milano ad effettuare un giorno di sciopero
della fame, in concomitanza con la presentazione nel capoluogo
lombardo di un libro- testimonianza sul carcere. Ma un incontro
pubblico si e' tenuto ieri a Roma ed uno e' programmata per
oggi a Monza.
Per
chiarire le ragioni della protesta, un documento del Consiglio
direttivo milanese ricorda le parole di Enzo Tortora "...Io
credo che se c'è un posto dove sorge automatico il disgusto
per questa Italia, beh questo posto è proprio la galera”
scritte alle figlie, Silvia e Gaia, il 22 agosto 1983, mentre
era recluso nel carcere di Bergamo. "Sono parole - affermano
i penalisti milanesi - che, attraverso la sofferenza di chi
li ha vergate, hanno il pregio della sintesi descrittiva.
In esse, nella loro asciutta crudezza, si infrange il perenne
fenomeno di rimozione con il quale la società, sotto molteplici
aspetti, si ostina a non voler guardare la propria immagine
riflessa dallo specchio rappresentato dall'istituzione carcere".
Dopo
trent'anni, "al 31 maggio 2011 i detenuti nei 206 penitenziari
italiani erano 67.174 contro i 45.511 previsti, il che equivale
al 148% della capienza regolamentare. Le loro condizioni di
vita sono da tempo insostenibili a causa del sovraffollamento
e della inosservanza delle più elementari norme igieniche.
Dalla metà di giugno il DAP ha comunicato ufficialmente l'esaurimento
di tutte le risorse finanziarie destinate all'attuazione della
legge Smuraglia ( l.193/2000), la legge che consente il collegamento
tra la realtà carceraria ed il mondo del lavoro, con la conseguenza
che tutti i contratti di lavoro che riguardano i detenuti
sono a rischio mentre è da escludere che se ne possano creare
di nuovi". "E'
evidente, anche sotto questo profilo, - commenta il Direttivo
della Camera Penale meneghina - quali sono le conseguenze
rispetto al problema del sovraffollamento. Mercoledì scorso
cento direttori di altrettanti istituti penitenziari si sono
ritrovati sotto il Ministero della Funzione Pubblica, vestiti
a lutto, per protestare contro le condizioni in cui il personale
penitenziario è costretto a svolgere il proprio delicato ruolo".
Il
documento ricorda la protesta dei detenuti dei 206 penitenziari
italiani, che da tre mesi mettono in atto la cosiddetta "battitura":
con pentole e sedie vengono percosse ritmicamente porte blindate
ed inferriate. "E' il modo di protestare contro le condizioni
di reclusione in spazi ridottissimi (al 6^ raggio di San Vittore
sette metri quadri contengono sei persone), contro il razionamento
delle docce, contro l'esiguità delle “ore d'aria”. - commenta
il documento dei penalisti - Nei penitenziari, secondo la
denuncia delle stesse direzioni, mancano carta igienica e
detersivi. La protesta in molti di questi penitenziari si
è aggravata con l'approssimarsi del periodo estivo: si rifiuta
il carrello delle vivande così aderendo allo sciopero della
fame che Marco Pannella ha intrapreso già dal 20 aprile scorso".
I
penalisti ricordano le morti verificatesi in carcere negli
ultimi mesi, come quella di Giuseppe La Piana, a Palermo:
"E' il centesimo detenuto che perde la vita nelle carceri
italiane dall'inizio dell'anno. Lo stesso giorno ha trovato
la morte anche un internato di 45 anni dell'OPG di Aversa:
la struttura ospita circa 250 internati, dall'inizio dell'anno
ne sono morti sette di cui tre si sono suicidati mentre uno,
privo di denti, è morto soffocato non riuscendo ad inghiottire
del pane. Abbedine Kermal, marocchino, detenuto presso la
Casa di Reclusione di Opera, è morto il 24 giugno scorso dopo
essere rimasto per quasi dieci giorni in coma, a causa di
un danno encefalico causato “da una azione traumatica di natura
umana”. Queste le ultime vittime di una lista destinata drammaticamente
ad allungarsi".
I
penalisti milanesi condannano il silenzio del Paese "A
fronte di una situazione tanto grave da essere disperata",
commentando che "La classe politica ha evidentemente
altro cui pensare, il Governo sembra essere troppo intento
a nascondere sotto il tappeto la polvere della sua stessa
litigiosità. Il ministro Alfano, segretario di nuovo conio
del più importante partito della maggioranza di Governo, si
dichiara preoccupato di legare la storia del proprio mandato
ministeriale alla promulgazione della codificazione delle
leggi antimafia: da tempo ormai da lui non un cenno sulla
drammatica situazione delle carceri. A rompere questo assordante
silenzio rimane la battitura dei detenuti e lo sciopero della
fame di Marco Pannella" cui aderisce l'UCPI "
in modo da tenere viva l'attenzione sulla drammatica condizioni
di vita della popolazione carceraria".
Sempre
l'11 luglio, al Circolo della Stampa di Milano, è stato
presentato il libro "Quando hanno aperto la cella", di
Luigi Manconi e Valentina Calderone, che il Consiglio Direttivo
della Camera Penale di Milano definisce "un libro-testimonianza
che racconta, argomentandone anche il perchè, come nel nostro
Paese troppo spesso si possa entrare in carcere e non uscirne
vivi. Ma è anche un libro che costituisce una approfondita
riflessione sull'essenza dell'habeas corpus. Secondo gli stessi
Autori, infatti, il libro tratta di vicende di privazione
di libertà e di violenza, non tutte rimandano alla detenzione
carceraria ma tutte richiamano una qualche forma e un qualche
istituto di controllo e di repressione a opera dello Stato
e dei suoi apparati".
"E'
il tema della responsabilità dell'istituzione che superando
i limiti previsti per l'esercizio legittimo della violenza
o facendone ricorso senza che ve ne siano i presupposti, non
è in grado di tutelare l'incolumità della persona che si trova,
privata della libertà, sotto la sua custodia. - aggiunge il
Direttivo della Camera Penale di Milano - E' il tema della
responsabilità dello Stato che non è in grado di assicurare
ai reclusi uno standard di condizioni di vita non lesivo della
dignità cui ha diritto ogni essere umano. Ecco allora che
il tema dell'habeas corpus diventa il fondamento dello stato
di diritto, come scrivono gli Autori, la pietra angolare dell'ordinamento
di una democrazia".
Ieri
a Roma, presso la Sala Stampa della sede dell’Unione delle
Camere Penali Italiane, si e' tenuta una conferenza stampa
"per denunciare le disumane condizioni in cui versano
gli istituti penitenziari italiani destinate a peggiorare
durante il periodo estivo e presentare proposte concrete per
fronteggiare una tale situazione emergenziale". Alla
conferenza stampa, coordinata da Stefano Anastasia, sono intervenuti
Luca Palamara (ANM), Cesare Antetomaso (Giuristi Democratici),
Franco Corleone (Coordinatore nazionale dei garanti territoriali
dei diritti dei detenuti), Rossana Dettori (CGIL-FP), Piergiorgio
Morosini (Magistratura Democratica), Giuseppe Mosconi (Antigone),
Ornella Favero (Ristretti Orizzonti), Valerio Spigarelli (UCPI)
e Franco Uda(ARCI). Nel corso della conferenza stampa e' stato
presentato il documento “Sovraffollamento: che fare?” alla
cui realizzazione hanno contribuito A buon diritto, ACLI,
Antigone, ARCI, Associazione nazionale Giuristi Democratici,
Beati i Costruttori di Pace, CGIL – FP, Conferenza Nazionale
Volontariato Giustizia, Forum droghe, Magistratura Democratica,
Ristretti Orizzonti, Unione Camere Penali Italiane.
Oggi
a Monza, nella sala della Maddalena, alle ore 20.30, la Camera
Penale di Monza ha organizzato l'incontro aperto alla cittadinanza
dal titolo "Carcere: oltre l'emergenza. Una battaglia
che non deve essere solitaria, un problema da non ignorare",
con il dott. Massimo Parisi (Direttore del Carcere di Bollate,
già Direttore del Carcere di Monza), l'avv. Mirko Mazzali
(Camera Penale di Milano, membro dell’Osservatorio Carcere
U.C.P.I.), Marco Cappato (Consigliere al Comune di Milano
lista Bonino Pannella). Modera l'avv. Maurizio Bono, Presidente
della Camera Penale di Monza.
 
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