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Osservatorio
: rapporto sulle carceri 2011 - 3
di Antonio Antonuccio*
Il sovraffollamento è anche un problema di costi sociali,
che - tuttavia - non è direttamente proporzionale al numero
dei detenuti. Dal 2001 ad 31 dicembre 2010, il costo medio
giornaliero di ogni singolo detenuto è pari a 138,7 Euro.
Il costo giornaliero di ogni singolo detenuto è determinato
da due elementi: la somma a disposizione dell'Amministrazione
Penitenziaria e il numero medio dei detenuti presenti in un
dato anno.
L'ammontare dei fondi stanziati non risulta direttamente collegato
all'aumento della popolazione detenuta (tanto che dal 2007
i detenuti sono aumentati del 50% e le risorse del D.A.P.
sono diminuite del 10%), quindi più persone ci sono in carcere
e meno costerà il "mantenimento" di ciascuno di loro. Così
mentre il sovraffollamento ha raggiunto livelli mai visti
(dal 1 gennaio 2007 i detenuti sono aumentati di quasi 30
mila unità, passando dai 39.005 ai 67.961 del 31 dicembre
2010), la spesa media giornaliera pro capite è scesa a 113
Euro (nel 2007 era di 198,4 Euro, nel 2008 di 152,1 Euro e
nel 2009 di 121,3 Euro).
Nel
dettaglio, di questi 113 Euro: 95,3 (pari all'84,3% del totale)
servono per pagare il personale; 7,36 (6,2% del totale) sono
spesi per il cibo, l'igiene, l'assistenza e l'istruzione dei
detenuti; 5,60 (5,4% del totale) per la manutenzione delle
carceri; 4,74 (4,1% del totale) per il funzionamento delle
carceri (elettricità, acqua, etc.). Escludendo i costi per
il personale penitenziario e per l'assistenza sanitaria, che
è diventata di competenza del Ministero della Salute, nel
2010 la spesa complessiva per il "mantenimento" dei detenuti
è pari a 321.691.037 Euro, quindi ogni detenuto ha a disposizione
beni e servizi per un ammontare di 13 Euro al giorno.
Tra
le "voci di spesa" i pasti rappresentano la maggiore (3,95
Euro al giorno), seguita dai costi di funzionamento delle
carceri (acqua, luce, energia elettrica, gas e telefoni, pulizia
locali, riscaldamento, etc.), pari a 3,6 Euro al giorno, e
dalle "mercedi dei lavoranti" (cioè i compensi per i detenuti
addetti alle pulizie, alle cucine, alla manutenzione ordinaria,
etc.), che concorrono per 2,24 Euro al giorno.
Al riguardo va detto che il fabbisogno stimato per il funzionamento
dei cosiddetti "servizi domestici" sarebbe di 85 milioni l'anno,
ma nel 2010 ne sono stati spesi soltanto 54: i pochi detenuti
che lavorano si sono visti ridurre gli orari e, di conseguenza,
in maniera direttamente proporzionale, nelle carceri è diminuita
la cura e la manutenzione della struttura, aspetti questi
da declinare con il dominio della sporcizia e della fatiscenza,
quindi una situazione igienico-sanitaria in stato di allarme.
Per
quanto riguarda la "rieducazione" la spesa risulta a livelli
irrisori: nel "trattamento della personalità ed assistenza
psicologica" vengono investiti 2,6 Euro al mese, pari a 8
centesimi di Euro al giorno. Appena maggiore il costo sostenuto
per le "attività scolastiche, culturali, ricreative, sportive":
3,5 Euro al mese, pari a 11 centesimi di Euro al giorno per
ogni detenuto.
Il
problema della capienza, in verità, non è solo afferente alla
qualità dello spazio vitale; esiste una relazione tra sovraffollamento
delle carceri e frequenza dei suicidi: questo è il
risultato di una elaborazione effettuata dall'Osservatorio
permanente sulle morti in carcere. Ogni giorno avvengono almeno
20 tentativi di suicidio e dall'inizio dell'anno si è registrata
la morte per suicidio di ben 59 detenuti (168 il numero totale
dei morti in carcere). Suicidi che forse nascondono la disperazione
non solo per la libertà privata, ma soprattutto per le condizioni
di vivibilità offerte dalle strutture.
Come
evidenziato dai dati forniti dall'Amministrazione, oltre il
40% dei detenuti soggiornano inoltre nelle carceri in attesa
di giudizio, pertanto, senza che sia stato emesso un verdetto
definitivo di colpevolezza, motivo questo di grande frustrazione.
Nel
nostro paese, dal 2000 al 19 novembre 2011 sono morti 1.915
detenuti di cui 685 per suicidio (l'età media dei deceduti
per il periodo indicato è di 39 anni e si abbassa a 37 e mezzo
per i suicidi); e non sono solo i detenuti a pagarne le spese:
nello stesso periodo di tempo si sono uccisi anche 87 agenti
di polizia penitenziaria. .

"Nel
2010, almeno 1.137 detenuti hanno tentato di togliersi la
vita e gli atti di auto-lesionismo sono stati 5.703, contro
i 3.039 ferimenti. La situazione diventa ancora più grave
se si fa riferimento alle carceri-manicomio, alle condizioni
igieniche e sanitarie, agli stranieri. La lista è lunga e
complessa, le carceri sono quasi diventate un luogo dove depositare
"detenuti", la cui dignità invece dovrebbe valere quanto un
qualunque altro essere umano.
continua
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Coordinatore della Commissione Carcere dell'Osservatorio sulla
Legalità e sui Diritti ONLUS
 
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