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29 novembre 2011
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Giustizia USA : fatti e leggende (seconda parte)
di Claudio Giusti*

< prima parte

Più che un processo un premio letterario. Prosecutorial discretion. La differenza sostanziale fra il nostro processo e quello americano è che negli Usa la direzione è fermamente nelle mani della Procura, mentre da noi è nelle mani di chi si difende, sia nel civile che nel penale. In America il Procuratore è un regista che assegna le parti e decide se iniziare un'azione giudiziaria, contro chi e per quali capi d'imputazione. Lui decide se patteggiare o andare al processo. In pratica, per via delle condanne minime obbligatorie, è la Procura che decide anche le sentenze.

Se siete stati arrestati con della cocaina in tasca il DA potrebbe accusarvi di un semplice "possession of cocaine" e farvi avere un po' di probation, ma può incolparvi di "possession with intent to distribute cocaine", che prevede un minimo di sei anni (e Dio solo sa cosa possono farvi se vi arrestano nelle vicinanze di una scuola). Uno stesso crimine può portare a diversi processi e la Procura si ritiene libera di presentare ad una giuria una certa spiegazioni dei fatti e a un'altra una versione completamente diversa di come si è svolto lo stesso delitto come è avvenuto per Jesse DeWayne Jacobs.

Una delle armi preferite dalla Procura è il felony murder. Un omicidio commesso durante l'esecuzione di un altro reato (una rapina in cui ci scappa il morto). Omicidio che può essere anche accidentale. Un padre si è fatto di cocaina e si è addormentato con in braccio il figlio piccolissimo. Questo gli ha leccato le dita, ancora sporche di droga e ne è morto. Il padre si è preso l'ergastolo. Il felony murder produce l'80% delle condanne a morte, perché l'accusa non deve provare nulla, né volontarietà, né premeditazione, ma solo narrare lo svolgersi dei fatti.

La fantasia dei DA, eletti o nominati che siano, è illimitata e l'overcharging è la loro arma totale. Possono partire minacciando un reato capitale e poi scendere fino all'omicidio colposo e questo accade anche per reati che in Italia non consideriamo volontari. Un vehicular homicide commesso in stato di ebbrezza può avere conseguenze estremamente gravi. Può essere considerato un intoxicated manslaughter (omicidio preterintenzionale commesso in stato di ebbrezza) e farvi avere 20 anni di galera, ma in molte giurisdizioni i procuratori hanno iniziato a utilizzare il felony murder, ottenendo condanne all'ergastolo e, in tre o quattro occasioni, tentando persino di assicurarsi la pena capitale.

Il ragionamento è semplice, anche se incomprensibile in italiano: è in corso il reato di guida in stato di ebbrezza da alcool o droga (DUI ), ci scappa il morto e quindi siamo, come in una rapina finita male, nel campo del felony murder. Count: any of the separate and distinct charges in an indictment. Capo d'imputazione. Per la stessa azione criminale possono darvene una ventina. (3) Manca solo il divieto di sosta. Potete così beccarvi una quantità di condanne per lo stesso reato, come è accaduto in Texas a Carmen Mejia che ha preso tre ergastoli per lo stesso omicidio. (4) In definitiva il sistema giudiziario americano si caratterizza per la sua assoluta arbitrarietà, incoerenza e imprevedibilità e le conseguenze di una cavolata possono essere fantascientifiche.

A King size candy bar Quando, a Tyler in Texas, il ventinovenne Kenneth Payne fu condannato a 16 anni per il furto di un dolcetto da un dollaro, i giornalisti chiesero al Procuratore se non gli sembrava che la pena fosse esagerata, anche se si trattava di un terzo strike. Il Procuratore rispose che si trattava di un dolcetto formato gigante. Poi, visto che le polemiche continuavano, la Procura chiese, stizzita, perché nessuno aveva protestato quando un ladruncolo si era beccato l'ergastolo per il furto di una bistecca.

William Rummel in Texas ha ottenuto, a distanza di anni, 250 dollari e 38 centesimi con tre diversi assegni a vuoto: i primi due gli sono costati anni di prigione, il terzo l'ergastolo come habitual offender. Keele Maynor ha finto di avere un cancro al seno e ha ricevuto denaro pubblico e offerte da privati per 50.000 dollari e una condanna a tre anni: gli stessi anni che si è preso un tizio coinvolto in una truffa da 50 milioni. La certezza della pena: il caso Gaile Owens Un anno fa stavano insaponandole la corda. La data dell'esecuzione era fissata per il 29 settembre e sembrava che per Gaile Owens non ci fosse più nulla da fare. Un anno dopo, in occasione di quello che doveva essere il primo anniversario della sua morte, le hanno concesso la libertà su parola e, pur essendo rea confessa dell'omicidio del marito, ora è libera.

Un singolare caso giudiziario. La nostra storia inizia nella tarda primavera del 2010 quando la Corte Suprema del Commonwealth del Tennessee fissa la data dell'esecuzione di Gaile Owens: condannata a morte nel 1986 per l'assassinio del marito. La notizia dell'imminente uccisione di una donna suscita interesse perché le esecuzioni femminili sono molto rare negli USA: una su cento. Poi l'interesse diventa scalpore quando si scopre che, proprio in quei giorni, Mary Winkler ha ottenuto la custodia dei figli che aveva perso nel 2006 in occasione dell'assassinio del marito.

Due donne, due storie. Ambedue hanno commesso un delitto orribile. Entrambe sono state vittime di un marito violento e di un matrimonio gravato di abusi fisici, psicologici e sessuali, tragicamente conclusosi con l'uccisione del coniuge. La prima, Gaile Owens, lo ha fatto assassinare da un balordo trovato per strada. La seconda, Mary Winkler, lo ha lasciato morire dissanguato dopo avergli sparato a sangue freddo. Per tutte e due lo stesso famoso psichiatra ha diagnosticato, a vent'anni di distanza, la "battered woman's syndrome": un'attenuante che corti e giurie americane normalmente considerano decisiva. Ma qui le loro strade si dividono. Mary Winkler se l'è cavata con 67 giorni di osservazione in un ricovero psichiatrico, mentre Gaile Owens è finita nel braccio della morte.

Un caso di coscienza. Nell'estate del 2010 lo scalpore suscitato dal confronto fra le due storie si trasforma in sbigottimento quando si viene a sapere che altre 9 donne hanno, in tempi diversi, assassinato il marito: chi in proprio e chi in conto terzi, che nessuna è stata condannata a morte e nessuna è in carcere. Chi perché ha scontato una pena lieve, chi perché ha ricevuto la probation o la grazia. Solo la Owens sembra destinata a pagare con la vita la sua colpa. A questo punto il Governatore non ha altra scelta se non quella di concederle la grazia. Non ho nulla contro la libertà della Owens: s'è visto ben di peggio, ma se il Tennessee ha fatto un tale casino con una dozzina di donne cosa ha fatto con gli uomini colpevoli di omicidio? (Tennessee 6 esecuzioni e 90 nel braccio)

E, in tutti gli Stati Uniti, cosa diavolo hanno combinato con 8.000 condanne a morte, 1.300 esecuzioni e decine di milioni di persone passate attraverso quell'immenso tritacarne chiamato American Gulag?

continua >

(3) "A 43-year-old man who shot and critically wounded his pregnant girlfriend Monday then threatened to shoot himself while holding their toddler son is scheduled to be arraigned today on several criminal charges, state police said. Alfredo Ferrer is charged with criminal attempt to commit murder, first-degree assault, assault of a pregnant person, breach of peace, criminal possession of a firearm, criminal use of a firearm, unlawful discharge of a firearm, two counts of risk of injury to a minor and three counts of reckless endangerment." (Connecticut. April 15 2008)

(4) "A jury convicted appellant Carmen Mejia of (1) felony murder, (2) injury to a child with serious bodily injury, and (3) injury to a child by omission and sentenced her to three life sentences" e non chiedetemi come sia possibile essere condannati tre volte per un solo reato, perché proprio non lo so, ma è più normale di quanto non si pensi.

Per i termini americani vedi http://www.osservatoriosullalegalita.org/special/usjus2/005us1-A.htm

* Componente del Comitato scientifico dell'Osservatorio e coordinatore Comissione pena di morte dell'Osservatorio


per approfondire...

Dossier pena di morte

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