Berlusconi
cita Cossiga , ma la Costituzione e' scritta per i cittadini
di
Rita Guma*
Approfittando
(qualcun altro avrebbe scritto piu' diplomaticamente "in occasione")
della commemorazione di Francesco Cossiga in parlamento, Silvio
Berlusconi ha detto che la Carta Costituzionale si puo' cambiare,
ammodernandola.
Ovviamente il nostro ne parlava in vista del federalismo da
fornire alla Lega quale contropartita al suo sostegno e della
legge costituzionale citata anche da Fini in recenti dichiarazioni
e che garantirebbe al presidente del Consiglio la sostanziale
immunita' dai processi, risolvendo una delle principali preoccupazioni
del premier, preoccupazione che ha assorbito significative
energie e tempi della discusione parlamentare, ovvero quella
di evitare i processi in cui e' coinvolto (quelli che non
sono caduti in prescrizione grazie ad una leggina ad hoc o
in cui qualcun altro - parente o dipendente poi premiato con
un seggio parlamentare - si e' assunta la responsabilita'
al suo posto).
E' ovvio che - essendo stato Cossiga membro del parlamento
per molti anni, poi ministro, presidente della Repubblica
e infine senatore a vita - la commemorazione era inevitabile
e dovuta istituzionalmente, ma le parole di Berlusconi suonano
una beffa non solo alla luce delle sue personali mire, ma
anche alla luce di atti e dichiarazioni di Cossiga stesso,
che in seguito riporto.
Il
premier definisce poi «preziosi i valori e i principi che
hanno ispirato la sua azione di cattolico liberale», valori
«preziosi per me che da imprenditore - continua Berlusconi
nel suo messaggio per la commemorazione di Cossiga - prestato
alla politica ho deciso di scendere in campo per difendere
la libertà minacciata da forze illiberali». A Cossiga il merito
di avere introdotto «uno stile nuovo fondato su coraggio e
chiarezza nei rapporti politici».
«Tutti gli italiani non lo dimenticheranno - conclude Berlusconi
-. Ora e sempre per Cossiga ci sarà un posto nel Pantheon
di tutti i liberali e i democratici che si sono battuti per
la libertà».
Ecco
qual era per Cossiga lo "stile nuovo" fondato su coraggio
e chiarezza e degno dei liberali e democratici:
La
mafia ci appartiene, tanto vale accettarla.
I politici sono marionette nelle mani dei banchieri.
Non
c’è leader politico che non possa essere arrestato per tangenti.
La
politica ha bisogno di silenzi e zone d’ombra.
Esistono tradimenti doverosi e persino morali.
Queste sono solo alcune delle idee indecenti espresse dallo
stesso picconatore nel libro "Fotti
il potere" dettato pochi mesi prima della morte. In effetti
la chiarezza c'e', ma i concetti e il candore con cui il picconatore
li considera ovvii fanno rabbrividire e non hanno il minimo
nesso con i valori citati.
Queste
idee, peraltro, hanno ispirato la sua azione politica, tanto
che alcuni anni prima Cossiga - consigliando a Maroni strategie
analoghe a quelle da lui adottate in passato - ammetteva di
fatto di aver agito in modo deprecabile e antidemocratico:
"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero Ministro
dell'interno", ovvero lasciar stare i liceali e lasciar protestare
gli universitari, "Ritirare le forze di polizia dalle strade
e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori
pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i
manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine
e mettano a ferro e fuoco le città..."
"Dopo di che - continuava
Cossiga - forti del consenso popolare, il suono delle
sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto
di polizia e carabinieri" e inoltre "le forze dell'ordine
non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non
arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito
in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che
li fomentano".
Forse
qualcuno - pensando alla protesta antiGelmini - si freghera'
le mani a cotanta saggezza, dimenticando non soltanto che
si stava parlando prima di democrazia e liberalismo ma che
quei ragazzi sono i nostri figli...
Certo
se questi sono i modelli, non c'e' da meravigliarsi che per
strada un poveretto venga massacrato di botte - che si chiami
Francesco Aldrovandi o Luca Massari - per una sciocchezza
o che una donna venga aggredita per futili motivi, come Sarah
o la vittima romena nel metro'.
Ovviamente
anch'io penso che la Costituzione possa essere cambiata (anche
se un cambiamento apportato in senso federalista e' stato
gia' bocciato dai cittadini con un referendum), ma che lo
si faccia ispirandosi a ben altri personaggi di grande e certa
levatura morale, e per finalita' ben diverse da quelle di
salvarsi personalmente a livello politico o giudiziario.
Magari
per il bene dei cittadini?
*
presidente dell’Osservatorio sulla Legalità ed i Diritti Onlus
Speciale
diritti
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