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12 ottobre 2010
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Berlusconi cita Cossiga , ma la Costituzione e' scritta per i cittadini
di Rita Guma*

Approfittando (qualcun altro avrebbe scritto piu' diplomaticamente "in occasione") della commemorazione di Francesco Cossiga in parlamento, Silvio Berlusconi ha detto che la Carta Costituzionale si puo' cambiare, ammodernandola.

Ovviamente il nostro ne parlava in vista del federalismo da fornire alla Lega quale contropartita al suo sostegno e della legge costituzionale citata anche da Fini in recenti dichiarazioni e che garantirebbe al presidente del Consiglio la sostanziale immunita' dai processi, risolvendo una delle principali preoccupazioni del premier, preoccupazione che ha assorbito significative energie e tempi della discusione parlamentare, ovvero quella di evitare i processi in cui e' coinvolto (quelli che non sono caduti in prescrizione grazie ad una leggina ad hoc o in cui qualcun altro - parente o dipendente poi premiato con un seggio parlamentare - si e' assunta la responsabilita' al suo posto).

E' ovvio che - essendo stato Cossiga membro del parlamento per molti anni, poi ministro, presidente della Repubblica e infine senatore a vita - la commemorazione era inevitabile e dovuta istituzionalmente, ma le parole di Berlusconi suonano una beffa non solo alla luce delle sue personali mire, ma anche alla luce di atti e dichiarazioni di Cossiga stesso, che in seguito riporto.

Il premier definisce poi «preziosi i valori e i principi che hanno ispirato la sua azione di cattolico liberale», valori «preziosi per me che da imprenditore - continua Berlusconi nel suo messaggio per la commemorazione di Cossiga - prestato alla politica ho deciso di scendere in campo per difendere la libertà minacciata da forze illiberali». A Cossiga il merito di avere introdotto «uno stile nuovo fondato su coraggio e chiarezza nei rapporti politici».
«Tutti gli italiani non lo dimenticheranno - conclude Berlusconi -. Ora e sempre per Cossiga ci sarà un posto nel Pantheon di tutti i liberali e i democratici che si sono battuti per la libertà».

Ecco qual era per Cossiga lo "stile nuovo" fondato su coraggio e chiarezza e degno dei liberali e democratici:

La mafia ci appartiene, tanto vale accettarla.

I politici sono marionette nelle mani dei banchieri.

Non c’è leader politico che non possa essere arrestato per tangenti.

La politica ha bisogno di silenzi e zone d’ombra.

Esistono tradimenti doverosi e persino morali.

Queste sono solo alcune delle idee indecenti espresse dallo stesso picconatore nel libro "Fotti il potere" dettato pochi mesi prima della morte. In effetti la chiarezza c'e', ma i concetti e il candore con cui il picconatore li considera ovvii fanno rabbrividire e non hanno il minimo nesso con i valori citati.

Queste idee, peraltro, hanno ispirato la sua azione politica, tanto che alcuni anni prima Cossiga - consigliando a Maroni strategie analoghe a quelle da lui adottate in passato - ammetteva di fatto di aver agito in modo deprecabile e antidemocratico:
"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero Ministro dell'interno", ovvero lasciar stare i liceali e lasciar protestare gli universitari, "Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città..."
"Dopo di che - continuava Cossiga - forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri" e inoltre "le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano".

Forse qualcuno - pensando alla protesta antiGelmini - si freghera' le mani a cotanta saggezza, dimenticando non soltanto che si stava parlando prima di democrazia e liberalismo ma che quei ragazzi sono i nostri figli...

Certo se questi sono i modelli, non c'e' da meravigliarsi che per strada un poveretto venga massacrato di botte - che si chiami Francesco Aldrovandi o Luca Massari - per una sciocchezza o che una donna venga aggredita per futili motivi, come Sarah o la vittima romena nel metro'.

Ovviamente anch'io penso che la Costituzione possa essere cambiata (anche se un cambiamento apportato in senso federalista e' stato gia' bocciato dai cittadini con un referendum), ma che lo si faccia ispirandosi a ben altri personaggi di grande e certa levatura morale, e per finalita' ben diverse da quelle di salvarsi personalmente a livello politico o giudiziario.

Magari per il bene dei cittadini?

* presidente dell’Osservatorio sulla Legalità ed i Diritti Onlus

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