Ridiamo
: il governo ci spiega cosa e' un servizio pubblico
di
Rita Guma*
"Credo
nel servizio pubblico e credo sia importante far capire agli
italiani che cosa sia esattamente il servizio pubblico, e
dunque far capire loro quanto sia importante che all'interno
del servizio pubblico non possano esserci questo tipo di trasmissioni".
Lo ha dichiarato, secondo le agenzie, il viceministro allo
Sviluppo economico, Paolo Romani, nel commentare l'apertura
di una istruttoria sulla trasmissione AnnoZero di Michele
Santoro.
La
cosa diverte, dato che il membro del governo vuole spiegare
a noi - che gia' dobbiamo subire TG faziosi e autocensurati,
tagli alle trasmissioni d'inchiesta piu' tenaci, spostamenti
di programmi per favorire trasmissioni cui partecipa il premier,
e la visione di tanti altri programmi che certo non puntano
sulla cultura dei partecipanti - Romani vuol spiegare a noi
cittadini come deve essere il servizio pubblico.
Ma
i telespettatori esasperati che da anni chiedono il ritorno
ad una televisione di maggior qualita' e gli operatori dell'informazione
seri e coraggiosi che vorrebbero fare cronaca a 360 gradi
sanno gia' di cosa si sta parlando, e sanno che il servizio
pubblico non e' cio' che e' oggi diventata la RAI, ma non
per la ragione che il viceministro vuol darci ad intendere.
Infatti,
un servizio pubblico che gia' a suo tempo pospose di ore la
notizia dell'approssimarsi della morte del papa (Giovanni
Paolo II), oscurando l'informazione anche allora per dar spazio
ad una intervista a Berlusconi programmata sempre nel solito
"Porta a Porta", e che oggi fa il bis spostando
Ballaro' in favore dello show aquilano, non e' un servizio,
e' semmai un disservizio, e non e' pubblico, ma un uso personalistico
di uno strumento pagato dallo Stato e finanziato dai cittadini
con il canone.
Un
servizio pubblico che omette di informare - nei TG - su moltissime
questioni di interesse generale, cioe' una funzione degli
organi di informazione che secondo la Corte dei Diritti dell'Uomo
e' alla base della democrazia, non e' un servizio, e non e'
nemmeno pubblico, ma privato nel momento in cui non si parla
di certi fatti per proteggere qualcuno e se ne propagandano
altri (perche' la cronaca selettiva e unidirezionale e' mera
propaganda) sempre in favore dello stesso qualcuno.
Un
servizio pubblico con l'informazione ridotta ad una serie
di "panini" (cioe' l'eventuale intervento scomodo
viene compresso fra le immagini e le parole di segno opposto
che si vuole restino fissati nella mente del telespettatore),
anzi, di tramezzini, visto che sono sempre piu' ridotti e
tutti tagliati uguali sulle diverse reti, non e' un servizio
pubblico, ma una presa in giro del cittadino telespettatore
ed elettore, che per farsi un'idea della realta' dei fatti
deve cercare altrove le informazioni.
Ovviamente
il governo - che tramite l'ineffabile Romani vuol spiegarci
come deve essere un servizio pubblico - non e' affatto estraneo
a questa manipolazione dell'informazione pubblica, dato che
molti massimi dirigenti RAI sono stati e sono vicini all'"editore
di riferimento", che peraltro possiede altre tre TV nazionali
che non solo ripetono la stessa solfa, martellando i malcapitati
telespettatori, ma che - rappresentando quasi l'altra meta'
dell'emittenza nazionale, sette reti in tutto - costituiscono
un "memento mori" per chi opera in RAI (in quanto
opporsi a certe scelte dettate dall'alto in RAI significa
essere tagliati fuori da quasi tutto il settore).
In
definitiva e' un oltraggio che il viceministro Romani voglia
spiegare a noi come deve operare il servizio pubblico, mentre
e' perfettamente lecito che i cittadini, schifati da una TV
pubblica che non risponde ne' a criteri culturali ne' a criteri
di imparzialita' e completezza dell'informazione, decidano
di non pagare piu' il canone (ovviamente facendosi suggellare
gli apparecchi o non acquistandoli proprio, in ossequio alla
legge).
E
cio', ovviamente, non nel segno voluto dalla campagna del
Giornale e di Libero, che invitano ad abolire il canone per
opporsi alla trasmissione di Annozero, ma proprio perche',
al contrario, i cittadini vogliono un vero servizio pubblico:
pluralista e privo di manipolazioni politiche, con piu' Report,
piu' voci diverse, piu' informazione completa, piu' inchieste
e meno personaggi genuflessi al potente di turno.
*
presidente Osservatorio
 
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Il trionfo della bugia - Informazione
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