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27 settembre 2009
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Ridiamo : il governo ci spiega cosa e' un servizio pubblico
di Rita Guma*

"Credo nel servizio pubblico e credo sia importante far capire agli italiani che cosa sia esattamente il servizio pubblico, e dunque far capire loro quanto sia importante che all'interno del servizio pubblico non possano esserci questo tipo di trasmissioni". Lo ha dichiarato, secondo le agenzie, il viceministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani, nel commentare l'apertura di una istruttoria sulla trasmissione AnnoZero di Michele Santoro.

La cosa diverte, dato che il membro del governo vuole spiegare a noi - che gia' dobbiamo subire TG faziosi e autocensurati, tagli alle trasmissioni d'inchiesta piu' tenaci, spostamenti di programmi per favorire trasmissioni cui partecipa il premier, e la visione di tanti altri programmi che certo non puntano sulla cultura dei partecipanti - Romani vuol spiegare a noi cittadini come deve essere il servizio pubblico.

Ma i telespettatori esasperati che da anni chiedono il ritorno ad una televisione di maggior qualita' e gli operatori dell'informazione seri e coraggiosi che vorrebbero fare cronaca a 360 gradi sanno gia' di cosa si sta parlando, e sanno che il servizio pubblico non e' cio' che e' oggi diventata la RAI, ma non per la ragione che il viceministro vuol darci ad intendere.

Infatti, un servizio pubblico che gia' a suo tempo pospose di ore la notizia dell'approssimarsi della morte del papa (Giovanni Paolo II), oscurando l'informazione anche allora per dar spazio ad una intervista a Berlusconi programmata sempre nel solito "Porta a Porta", e che oggi fa il bis spostando Ballaro' in favore dello show aquilano, non e' un servizio, e' semmai un disservizio, e non e' pubblico, ma un uso personalistico di uno strumento pagato dallo Stato e finanziato dai cittadini con il canone.

Un servizio pubblico che omette di informare - nei TG - su moltissime questioni di interesse generale, cioe' una funzione degli organi di informazione che secondo la Corte dei Diritti dell'Uomo e' alla base della democrazia, non e' un servizio, e non e' nemmeno pubblico, ma privato nel momento in cui non si parla di certi fatti per proteggere qualcuno e se ne propagandano altri (perche' la cronaca selettiva e unidirezionale e' mera propaganda) sempre in favore dello stesso qualcuno.

Un servizio pubblico con l'informazione ridotta ad una serie di "panini" (cioe' l'eventuale intervento scomodo viene compresso fra le immagini e le parole di segno opposto che si vuole restino fissati nella mente del telespettatore), anzi, di tramezzini, visto che sono sempre piu' ridotti e tutti tagliati uguali sulle diverse reti, non e' un servizio pubblico, ma una presa in giro del cittadino telespettatore ed elettore, che per farsi un'idea della realta' dei fatti deve cercare altrove le informazioni.

Ovviamente il governo - che tramite l'ineffabile Romani vuol spiegarci come deve essere un servizio pubblico - non e' affatto estraneo a questa manipolazione dell'informazione pubblica, dato che molti massimi dirigenti RAI sono stati e sono vicini all'"editore di riferimento", che peraltro possiede altre tre TV nazionali che non solo ripetono la stessa solfa, martellando i malcapitati telespettatori, ma che - rappresentando quasi l'altra meta' dell'emittenza nazionale, sette reti in tutto - costituiscono un "memento mori" per chi opera in RAI (in quanto opporsi a certe scelte dettate dall'alto in RAI significa essere tagliati fuori da quasi tutto il settore).

In definitiva e' un oltraggio che il viceministro Romani voglia spiegare a noi come deve operare il servizio pubblico, mentre e' perfettamente lecito che i cittadini, schifati da una TV pubblica che non risponde ne' a criteri culturali ne' a criteri di imparzialita' e completezza dell'informazione, decidano di non pagare piu' il canone (ovviamente facendosi suggellare gli apparecchi o non acquistandoli proprio, in ossequio alla legge).

E cio', ovviamente, non nel segno voluto dalla campagna del Giornale e di Libero, che invitano ad abolire il canone per opporsi alla trasmissione di Annozero, ma proprio perche', al contrario, i cittadini vogliono un vero servizio pubblico: pluralista e privo di manipolazioni politiche, con piu' Report, piu' voci diverse, piu' informazione completa, piu' inchieste e meno personaggi genuflessi al potente di turno.

* presidente Osservatorio

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