02 giugno 2009

 
     

Arbitrarietà e discriminazione nella pena di morte americana
di Claudio Giusti*

28 maggio 2009 Compleanno di Amnesty International

"the [American] legal system is divided into two separate and unequal system of justice: one for the rich, (...) the other for the poor," Lois Forer, Money and Justice. (1)

" The least controversial observation one can make about American criminal justice today is that it is remarkably ineffective, absurdly expensive, grossly inhumane, and riddled with discrimination." David J. Rothman, The Crime of Punishment, (2)

"[I]t's not necessarily the color of a person's skin that determines who gets the death penalty and who doesn't; it's the color of money. It's wealth that determines who gets Saks Fifth Avenue justice and who suffers Wal-Mart justice." Kerry Max Cook, (3)

INDICE
1 Il mito della certezza del diritto
2 Il patteggiamento
3 The Untouchables
4 Chi vive e chi muore
5 Geografia
6 Discriminazione razziale nella pena capitale
7 In a giuria di giudici suoi pari
8 Sex in the city's law
Bibliografia minimale.
Note
Appendici

Premessa Mi occupo di diritti umani dal 1975 e da più di dieci anni di giustizia americana. All'inizio pensavo che scrivere sciocchezze fosse molto facile, mentre ora sono giunto alla conclusione che non farlo sia umanamente impossibile. Questo work in progress non ha certo la pretesa di dire alcunché di definitivo su di un argomento così vasto. Più semplicemente mi sono posto l'obbiettivo di scrivere qualcosa di utile e stimolante e di sottoporlo alla critica dei lettori.

1 Il mito della certezza del diritto. Uno degli aspetti più intriganti della pena capitale negli Stati Uniti è l'arbitrarietà con cui sono scelti i pochi disgraziati da sacrificare sull'altare di quella che gli americani chiamano giustizia. L'arbitrarietà non è però limitata alla pena di morte, ma permea tutto il sistema giudiziario americano. Negli Usa non esistono né la certezza del diritto, né quella della pena e nemmeno sussiste un collegamento logico e coerente fra il delitto commesso e la pena che si andrà a scontare. In proposito la lettura dei quotidiani americani è illuminante.

Il Chicago Tribune ha dedicato molti articoli alla pena di morte e alla giustizia

Sull'esiguo numero di murderers "giustiziati" vedi: "La pena di morte americana è un sacrificio umano".

Guidatori pericolosi La signora Tamara Graham ha bruciato un semaforo rosso e ucciso due anziani di colore, mentre il diciassettenne William Thornton guidava senza patente e ha saltato uno stop, uccidendo due ragazzi bianchi. La signora, moglie di un legale specializzato nel difendere poliziotti che si sono messi nei pasticci, è stata patrocinata da due dei più famosi avvocati dello stato e ha ricevuto una condanna estremamente lieve (un po' di probation). Il ragazzo ha goduto dei servigi di un difensore d'ufficio e si è preso trent'anni di galera. La differenza fra i due casi? La signora è bianca, ricca e le sue vittime valgono poco, mentre il ragazzo è nero, povero e ha ucciso persone di alto valore sociale. Da notare che il giovane è stato portato al processo con addosso la divisa rossa del detenuto (anni dopo gli hanno ridotto la pena).

"4 deaths, 2 accidents, 2 drivers charged -- and 2 vastly different sentences. This is justice? " St. Petersburg Times 15th October 2005

Ogni caso è certamente diverso dall'altro, ma fare previsioni non è difficile, anche se ci sono casi in cui la realtà supera di gran lunga la fantasia.

Il ragazzo bianco e il ragazzo nero. Il quotidiano abolizionista Dallas Morning News ci ha dato modo di conoscere il lato oscuro della giustizia texana: i misdemeanor murders. Il diciassettenne nero Tyrone Brown, a causa di una rapina da due dollari, è condannato a dieci anni di deferred adjudication probation. Però, appena un mese dopo, si caccia di nuovo nei guai risultando positivo al test della marijuana e lo stesso giudice che gli aveva dato la probation questa volta lo manda in prigione: per sempre. E in prigione era ancora, sedici anni dopo, quando il Dallas scoprì la sua storia.

Fin qui nulla di speciale. Sai quanti ce ne sono di ragazzi neri fra i 130.000 ergastolani americani (un quarto LWOP). Ma il bello viene comparando la sua sorte con quella del ragazzo bianco. John Alexander Wood ha un rapporto omosessuale a pagamento con il "ragazzo di vita" Larry Clark. Ne segue una lite dove Wood deruba Clark dopo averlo assassinato sparandogli alle spalle. Questo in Texas sarebbe un crimine potenzialmente capitale, ma la Procura non ci pensa nemmeno a tentare una simile avventura e Wood si dichiara colpevole solo alla fine del processo, con la giuria già riunita. In cambio riceve anche lui, dallo stesso giudice di Brown, una condanna a dieci anni di deferred adjudication probation. (Poi si seppe che la giuria lo avrebbe condannato per un innocuo negligent homicide).

Comunque il nostro ragazzo, di buona famiglia bianca, nel suo periodo di probation ne ha combinate di tutti i colori: risultato cinque volte positivo al test della cocaina, trovato in possesso di crack, scoperto in rapporto con spacciatori, mise anche su casa con dei pregiudicati. Nulla di tutto questo però convinse il giudice, lo stesso che aveva spedito Brown all'ergastolo, a prendere provvedimenti e Wodd passò alla post-card probation. Successivamente il Dallas ci ha raccontato di come non siano rari i casi di assassini che ricevono una semplice probation al posto di prigione e forca. La caratteristica che li accomuna è quella di avere ammazzato persone di scarso valore sociale.

Dallas Morning News "Unequal Justice: Scales of justice can swing wildly" 23 April 2006

Dallas Morning News "Unequal Justice: Murderers on Probation" 10 - 14 November 2007

Prosecutorial discretion Al centro di questa sfacciata arbitrarietà e discriminazione c'è l'incondizionata discrezionalità di cui gode il District Attorney: è lui che decide se iniziare un'azione giudiziaria, contro chi e per quali capi d'imputazione. Lui decide se patteggiare o andare al processo e quali eventuali alternative offrire alla giuria.

La polizia può influire non investigando a fondo un omicidio per "legittima difesa", o non facendolo proprio per nulla, se le vittime non sono persone di rilievo; ma alla fine è sempre la Procura che decide ed è lei che definisce tutto il procedimento giudiziario. Se siete stati arrestati con della cocaina in tasca il DA potrebbe accusarvi di un semplice "possession of cocaine" e farvi avere sei mesi di prigione, o un po' di probation, ma può incolparvi di "possession with intent to distribute cocaine", che prevede un minimo di sei anni (e Dio solo sa cosa possono farvi se vi arrestano dalle parti di una scuola)

Davis Angela J. "The Power and Discretion of the American Prosecutor"

Al contrario di quanto accade da noi in America non si fa il processo per il crimine, ma alle singole persone. Gli imputati possono essere parecchi, ma ognuno ha diritto al "suo" procedimento. Questo consente una grande rapidità, sia perché non esiste la costituzione di parte civile, sia perché gli errori e le lungaggini di un caso non possono incidere sugli altri. Questo spezzatino giudiziario consente alla Procura di giocare partite diverse. Potremmo paragonare il suo ruolo a quello di un regista che assegna le parti: perché la Procura è libera di decidere le imputazioni e quindi di "ricattare" i vari corresponsabili, proponendo diversi trattamenti e patteggiamenti in cambio di testimonianze concordate.

La Procura si ritiene anche libera di presentare a una giuria una spiegazioni dei fatti e a un'altra una versione completamente diversa di come si è svolto lo stesso delitto: come è accaduto con Jesse DeWayne Jacobs. Jesse DeWayne Jacobs era un tipaccio, con alle spalle una condanna per manslaughter, che non si fece problemi ad aiutare la sorella Bobbie a rapire Etta Urdiales. Lo scopo era quello di spaventarla in modo che si decidesse a concedere il divorzio al marito, amante di Bobbie.

Jacobs, quando le lasciò sole, non immaginava che la sorella avesse una pistola e che l'avrebbe usata. Dopo il delitto fece sparire il cadavere, ma fu arrestato, confessò e fu condannato a morte come unico autore dell'omicidio. Un anno dopo fu la sorella ad essere processata e condannata per l'assassinio della Urdiales, con lo stesso Procuratore che convinceva la giuria a credere che solo Bobbie e solo lei aveva sparato. Bobbie ricevette una condanna a dieci anni per omicidio preterintenzionale. In qualsiasi altro paese Jesse DeWayne Jacobs sarebbe stato riprocessato per determinare quale fosse il suo reato, ma questo non accadde e fu "giustiziato" il 5 gennaio 1995, proprio mentre si apriva il primo governatorato di Giorgino Bush. (a) (b)

La fantasia dei DA, eletti o nominati che siano, è illimitata e l'overcharging è la loro arma totale. Possono partire minacciando un reato capitale e poi scendere fino all'omicidio colposo e questo accade anche per reati che in Italia non consideriamo volontari. Un vehicular homicide commesso in stato di ebbrezza può avere conseguenze estremamente gravi. Può essere considerato un intoxicated manslaughter (omicidio preterintenzionale commesso in stato di ebbrezza) e farvi avere 20 anni di galera, ma in molte giurisdizioni i procuratori hanno iniziato a utilizzare il felony murder, ottenendo condanne all'ergastolo e, in tre o quattro occasioni, tentando persino di assicurarsi la pena capitale.

Il ragionamento è semplice, anche se incomprensibile in italiano: è in corso il reato di guida in stato di ebbrezza da alcool o droga (DUI), ci scappa il morto e quindi siamo, come in una rapina finita male, nel campo del felony murder. Count: any of the separate and distinct charges in an indictment. Capo d'imputazione. Per la stessa azione criminale possono darvene una ventina. "A 43-year-old man who shot and critically wounded his pregnant girlfriend Monday then threatened to shoot himself while holding their toddler son is scheduled to be arraigned today on several criminal charges, state police said. Alfredo Ferrer is charged with criminal attempt to commit murder, first-degree assault, assault of a pregnant person, breach of peace, criminal possession of a firearm, criminal use of a firearm, unlawful discharge of a firearm, two counts of risk of injury to a minor and three counts of reckless endangerment." (Connecticut. April 15 2008) Manca solo il divieto di sosta (c)

Potete così beccarvi una quantità di condanne per lo stesso reato, come è accaduto in Texas a Carmen Mejia che ha preso tre ergastoli per lo stesso omicidio. "A jury convicted appellant Carmen Mejia of (1) felony murder, (2) injury to a child with serious bodily injury, and (3) injury to a child by omission and sentenced her to three life sentences" e non chiedetemi come sia possibile essere condannati tre volte per un solo reato, perché proprio non lo so, ma è più normale di quanto non si pensi (d).

In altri casi le conseguenze di una cavolata possono essere fantascientifiche:

King size candy bar Quando, a Tyler in Texas, il ventinovenne Kenneth Payne fu condannato a 16 anni per il furto di un dolcetto da un dollaro, i giornalisti chiesero al Procuratore se non gli sembrava che la pena fosse esagerata, anche se si trattava di un terzo strike. Il Procuratore rispose che si trattava di un dolcetto formato gigante. Poi, visto che le polemiche continuavano, la Procura chiese, stizzita, perché nessuno aveva protestato quando un ladruncolo si era beccato l'ergastolo per il furto di una bistecca. Dallas Morning News, April 7, 2000

2 Il Patteggiamento L'incontrastato potere discrezionale del DA può costringere l'accusato innocente a patteggiare, accettando una condanna ingiusta, piuttosto che rischiare la pelle davanti ad una giuria. Ted Bundy rifiutò il plea bargain, ma altri serial killer non sono stati così pazzi, mentre persone innocenti hanno confessato delitti che non avevano commesso pur di salvarsi. Alcuni sono andati al processo e sono stati condannati a morte, come Rocco Barnabei, mentre, se avessero accettato il patteggiamento, ora sarebbero vivi e liberi,. Si pensa che un terzo di quelli che patteggiano sarebbero assolti in aula. Strategy changing on death penalty The News Tribune July 30th, 2007.

Christopher Ochoa invece non solo si dichiarò colpevole di un omicidio che non aveva commesso, ma accettò anche di accusare l'innocente Richard Danziger. Lo stesso fece Travis Hayes che accusò l'amico Ryan Matthews e lo mandò nel braccio.

Legge e disordine in Texas Quando, nel 1988, Nancy De Priest fu stuprata e uccisa la polizia di Austin (Texas) non perse molto tempo in indagini e minacciò Christopher Ochoa (22 anni) di fargli avere la pena di morte se non avesse confessato di essere l'autore del delitto. Il ventiduenne Ochoa si proclamava innocente, ma non aveva i soldi per pagarsi l'avvocato, così, sapendo che ne avrebbe avuto uno d'ufficio scelto fra i più incompetenti, preferì confessare e prendersi l'ergastolo piuttosto che finire sulla sedia elettrica. Avendo Ochoa patteggiato non ci fu alcun dibattimento che provasse la veridicità delle accuse, mentre uno straccio di processo venne organizzato per il presunto complice Richard Dazinger (18 anni). Anche lui si diceva innocente, ma la sola testimonianza di Ochoa fu più che sufficiente a fargli avere 99 anni di prigione.

Questa sarebbe una delle solite storie di normale mala giustizia americana se non fosse che, a dieci anni dal fatto, Achim Josef Marino, condannato all'ergastolo per altri reati e che era venuto a conoscenza della condanna di Ochoa e Dazinger, non avesse cominciato ad auto accusarsi dell'assassinio della DePriest. Marino fornì ampie prove del suo crimine e scrisse a tutte le autorità del Texas, compreso il Governatore Giorgino Bush Jr cui indirizzò una lettera, scritta a mano, che iniziava con le parole: "oggetto: confessione d'omicidio", ma per due anni nessuno si preoccupò di riaprire il caso.

Fu solo dopo l'intervento degli avvocati del "Progetto Innocenti" della Cardozo Law School, che si cominciò a pensare di fare il test del DNA per vedere chi ha veramente stuprato e ucciso la povera Nancy. Così la verità venne a galla, dopo 12 anni di sofferenze, e Ochoa uscì di prigione, mentre Dazinger, che in prigione era diventato matto, passava da un manicomio all'altro. Alan Berlow "Texas Justice" Salon, October 31, 2000

E adesso chi paga? Il caso di Ryan Matthews E' questa la domanda che si sono fatti tutti quando Ryan Matthews è uscito libero dall'aula del tribunale della Jefferson Parish (LA). Chi pagherà per gli avvocati e per i cinque test del DNA? Chi pagherà per i sette anni passati nel braccio della morte? Pagheranno i giurati, il giudice, il procuratore e lo sceriffo? Chi sarà a pagare per la vita di un ragazzo handicappato arrestato a 17 anni per la sola colpa di essere nero? Il 7 aprile del 1997 Tommy Vanhoose fu ucciso durante una rapina.

L'assassino fuggendo gettò via il passamontagna e si tuffò nell'auto del complice attraverso il finestrino dello sportello di destra. Poche ore dopo due ragazzi neri, ritardati mentali di 17 anni, furono fermati dalla polizia. Dopo sei ore di interrogatorio uno di loro, Travis Hayes, fu "convinto", in cambio dell'ergastolo, a dichiararsi colpevole e accusare l'altro, Ryan Matthews dell'assassinio. Al processo (dove l'Accusa era riuscita a togliere di mezzo tutti i giurati neri tranne uno) nessuno fece caso alle contraddizioni dei testimoni che dicevano essere l'assassino alto 1 e 60, mentre Matthews è 1 e 80; come nessuno notò che il finestrino di destra dell'auto dei due ragazzi era bloccato da tempo. Nessuno poi si prese la briga di effettuare il test del DNA sul passamontagna.

I processi americani normalmente durano poco e ai giudici non piace perdersi in chiacchiere: così alle 10 di sera del secondo giorno, invece di sospendere l'udienza il giudice ordinò alle parti di fare le arringhe e spedì la giuria a deliberare. Alle quattro e venti di notte i giurati lo avvisarono che non erano in grado di raggiungere un verdetto, ma il giudice gli impose di continuare la discussione: così che, alle cinque del mattino, la giuria dichiarò Matthews colpevole di omicidio capitale. In parole povere quel ragazzo fu dichiarato colpevole perché i giurati erano esausti e volevano andare a dormire. Poi, il 6 maggio del 1999, il minorenne Ryan fu spedito, in violazione di tutte le norme internazionali, al patibolo.

Qualche tempo dopo si venne a sapere che un tizio, condannato a vent'anni per avere sgozzato una donna, si vantava di essere l'autore dell'assassinio per cui Matthews era nel braccio. Questo convinse il "Progetto Innocenza" di Barry Scheck a occuparsi del caso e a dimostrare, grazie al DNA, che il passamontagna non era di Ryan. Però ci volle lo stesso del bello e del buono per convincere la Corte Suprema della Louisiana a riaprire il caso ordinando un'udienza in cui si riesaminassero tute le prove. Da parte sua il DA della Jefferson Parish (quella in cui i procuratori vanno in aula con cravatte su cui è stato disegnato un cappio) fece di tutto per impedirla e ci sono voluti cinque test consecutivi del DNA per avere ragione della sua ostinazione.

Alla fine, l'11 agosto 2004, Ryan Matthews è diventato il 115esimo condannato uscito dal braccio della morte e il 14esimo salvato dal DNA. Mentre per il "complice" Travis Hayes sono occorsi altri due anni e mezzo di sforzi. Seraficamente il Procuratore Paul Connick ha commentato il caso spiegando che le indagini continuavano, che Matthews è ancora un sospettato, ma che il suo ufficio non era più in grado di provarne la colpevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio. Non ha spiegato però cosa sarebbe successo se il vero colpevole non fosse stato così stupido da gettare il passamontagna.

Comunque state tranquilli: nessuno ha pagato per gli anni di braccio della morte di Ryan Matthews. Non è mai successo prima e non è successo nemmeno questa volta. In proposito l'ineffabile DA Joshua K. Marquis, punta di lancia del negazionismo giudiziario americano e amatissimo da Scalia che l'ha citato nella sentenza Kansas contro Marsh, spiegava la situazione con l'estrema improntitudine che gli è propria: "Costui fu condannato a morte per un omicidio che avvenne quando non aveva raggiunto i 18 anni e con l'attuale giurisprudenza questo non sarebbe più possibile." Chutzpah!!!! (4)

Il patteggiamento non è un pranzo di gala. Susan Roten, 30 anni, 3 figli piccoli, sposata con un militare, lo molla prendendosi i bambini e fa un figlio con un altro uomo. Rivede il marito, beve di brutto, carica i bimbi in macchina e causa un incidente. Il più piccolo muore. L'arrestano con una sfilza di accuse fra cui: intoxication assault, DWI with child, intoxication manslaughter e due imputazioni per aggravated assault. Dopo quasi un anno di galera (non ha i soldi per pagare la cauzione) accetta il patteggiamento dichiarandosi colpevole di intoxication manslaughter e intoxication assault. L'Accusa chiede al giudice 20 anni di carcere per ogni imputazione, ma questo ne concede solo 10 e le permette di espiarli contemporaneamente, dandole così la possibilità di chiedere la parole dopo averne scontati 5. Intanto il MADD (Mothers Against Drunk Driving) inneggia alla condanna.

Con il patteggiamento si ottengono il 96% delle condanne per i felonies e un buon 70% di quelle per omicidio criminale (murder e manslaughter). Ovviamente questo mercanteggiamento non ha nulla a che fare con il nostro obsoleto concetto di giustizia, quanto (come dice Alessia Bruni) con l'idea che ci sia un problema da risolvere e che lo si debba fare con il minimo di spesa. Certamente, se non ci fosse il plea bargain, la macchina giudiziaria statunitense resterebbe schiacciata sotto i 15 milioni di arresti che ogni anno compiono le loro 18.000 agenzie di polizia, ma i 155.000 processi americani sono decisamente pochi. Secondo il Courier Journal, in Kentucky, una quantità di crimini anche gravi si "perdono" nei meandri del sistema giudiziario americano (Justice Delayed, Justice Denied, 2002, 2003)

continua >

* componente del Comitato scientifico dell'Osservatorio sulla legalita' e sui diritti onlus

Speciale giustizia USA

Glossario minimo giustizia USA

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org