06 marzo 2009
|
|||
Sicurezza
: penalisti , manifesto contro i provvedimenti del governo Un manifesto dal titolo SICUREZZA: EMERGENZA O VOGLIA “D’ORDINE”? E' l'iniziativa presa dalla Giunta dell'Unione Camere Penali per esprimere la propria posizione contraria alle misure urgenti assunte dal governo in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale. L'UCPI ha anche chiesto un'audizione su questo tema alla Commissione Giustizia della Camera che sta esaminando la conversione in legge del provvedimento. Il manifesto spiega che "I dati ufficiali diffusi dal Ministero dell’Interno danno conto di una costante e progressiva diminuzione del fenomeno criminale sin dal secondo semestre dell’anno 2007. Nell’anno 2008 gli omicidi volontari sono al minimo storico, i furti sono diminuiti del 39,72% rispetto all’anno precedente, le rapine del 28,8%, l’usura del 10,4%, la ricettazione del 31,6%, il riciclaggio del 5,8%, le minacce del 22,1%; diminuiti anche estorsioni e danneggiamenti. Sempre gli stessi dati ci dicono che anche i reati di violenza sessuale sono diminuiti: -8,4%. Non solo, la maggior parte degli “stupri” si consuma entro le mura domestiche: i dati relativi al 2007 ci dicono che il 69,7% è opera di partner, il 17,4% di un conoscente e solo il 6,2% è opera di estranei. La sicurezza delle persone è dunque oggi maggiormente assicurata rispetto al passato e se un bisogno di sicurezza emerge esso sta nell’assicurare la tutela delle donne dalle offese delle persone a loro più vicine". Eppure, nota
l'UCPI, "• dalla primavera scorsa l’“emergenza sicurezza” occupa
pressoché interamente l’agenda del parlamento ed in nome della sicurezza
si sono varate, spesso con il beneplacito dell’opposizione, norme, quali
l’“aggravante di clandestinità”, di intollerabile eccezionalità rispetto
al sistema dei valori costituzionali; Ma, rilevano i penalisti italiani, "Se i dati del Ministero dell’interno non dicono il falso, le pretese misure sulla sicurezza dei cittadini, talune delle quali avallate dalla stessa opposizione (che in passato ha “cavalcato” secondo modalità analoghe l’esigenza sicurezza), costituiscono un inganno ai danni dei cittadini medesimi e, lungi dal garantire più sicurezza celano, soltanto una forte voglia di “ordine pubblico” a tutti i costi." Pertanto la Giunta UCPI parla di "impennata autoritaria, cui fa da emblema la proposta reintroduzione del delitto di oltraggio a pubblico ufficiale" e sottolinea come sia compito dello Stato farsi carico della sicurezza dei cittadini, "ma come sia per converso contrario all’etica della politica strumentalizzare lo strepitus suscitato da pur odiosi fatti di cronaca per ragioni di sola propaganda, ricorda che lo Stato forte non è quello che viene meno al rispetto dei valori costituzionali del processo penale, ma è tout court lo stato di diritto, che applica severamente le regole esistenti e che garantisce la certezza della pena non con una condanna preventiva ed aprioristica, ma con un percorso processuale di ragionevole durata senza alcun sacrificio delle regole di accertamento dei fatti. Processi di piazza e processi esemplari (concetti che per molti versi coincidono) sono fenomeni che rischiano di sfuggire di mano, e di politici apprendisti stregoni la storia fornisce fulgidi esempi". L'UCPI esprime "tutto lo sconcerto e lo sdegno dei penalisti italiani per le norme regressive ed illiberali adottate dal Governo e per quelle attualmente in discussione in Parlamento, ribadisce ancora una volta la propria assoluta indisponibilità a consentire la continua lesione dei diritti costituzionali dell’individuo, la sistematica opera di devastazione del sistema penale e la crescente compromissione delle garanzie nel processo ad opera di interventi legislativi estemporanei ed emotivi, dettati dal clamore assunto da isolati, seppure gravi, fatti di cronaca e privi di qualsivoglia utilità e di garanzia in termini di “certezza della pena”" e fa appello al Presidente della Repubblica, al Governo, ai Presidenti di Camera e Senato, a tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione ed alla pubblica opinione affinché si ripensi interamente l’opportunità di adottare provvedimenti ingiustificati ed inefficaci, ma per converso “eversivi” del sistema dei valori costituzionali, destinati a determinare una profonda regressione del livello di civiltà e un’intollerabile svolta autoritaria del nostro ordinamento." Con una lettera alla presidente della Commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno, il presidente UCPI, Oreste Dominioni, ha anche chiesto un'audizione per esporre ai deputati le osservazioni dei penalisti. Decreto antistupri: no dei penalisti a ronde e custodia obbligatoria Decreto antistupri: penalisti napoletani in stato di agitazione Decreto sicurezza: giovani avvocati, no a riduzione garanzie ___________ NB:
I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE
E LINKANDO
|
|