22 gennaio 2009

 
     

Obama atto primo : etica , trasparenza e diritti
di Rico Guillermo*

Fino ad ora era stato accusato di parlare soltanto, facendo promesse. Ma ovviamente Barack Obama non poteva ancora agire. Non appena avuto il potere per farlo, ha pero' chiarito a tutti quali saranno gli indirizzi principali della sua amministrazione con alcuni atti amministrativi e con il blocco dei processi di Guantanamo.

Il 21 gennaio il neo presidente ha firmato un ordine esecutivo che stabilisce dei principi etici per il personale della Casa Bianca e dei ministeri, una sorta di decalogo che ogni impiegato o funzionario dell'aministrazione dovra' sottoscrivere non appena nominato. Obama ha abolito i regali dai lobbisti o dalle lobby, ha stabilito la fine della pratica delle "porte girevoli", imponendo per due anni il divieto di partecipazione del personale ad ogni attivita' che coinvolga in modo diretto o indiretto persone e ditte con cui ha avuto rapporti d'affari e - qualora sia stato lobbista nei due ani precedenti, si asterra' dal trattare materie inerenti il suo precedente operato da lobbista.

Viceversa, per evitare sfruttamenti delle attuali posizioni nell'amministrazione, l'impiegato cessato dal servizio dovra' evitare per due anni ogni rapporto con l'agenzia o dipartimento in cui ha lavorato. L'ordine esecutivo prevede anche procedure e sanzioni per chi violi queste regole e la pubblicazione di un rapporto annuale pubblico sulla situazione etica dell'amministrazione in base a tali disposizioni.

Con un altro ordine esecutivo, che ribalta il precedente ordine in materia dato dal predecessore Bush, Obama ha lanciato un'operazione trasparenza sulle attivita' della Casa Bianca e del presidente stesso. Negli USA vige la legge sull'informazione varata nel 2000, che assicura la possibilita' di richiedere e ottenere informazioni agli uffici pubblici, ma la sua applicazione si e' scontrata con la politica dell'amministrazione Bush di invocare il privilegio presidenziale del segreto.

Obama ha invece stabilito regole che limitino tale pratica istituendo il 'silenzio--assenso'. Egli ha infatti stabilito che gli archivisti governativi che ricevano una richiesta di accesso a dati riguardanti presidenti o ex presidenti e rilevino una potenziale ricaduta dei contenuti sotto il segreto presidenziale, debbono segnalarlo, ma - ove non ricevano dal presidente o da un ex presidente uno stop perche' questi intende avvalersi della prerogativa presidenziale - deve fornire al richiedente le informazioni richieste.

Il compito di vagliare la richiesta segnalata dall'archivista e' demandato al ministro della giustizia, di concerto con un apposito consulente del presidente e con le eventuali agenzie federali interessate, ma la decisione ultima spetta al presidente.

In tema di diritti civili ed umani, invece, giunge la conferma ella volonta' di Obama di chiudere Guantanamo entro l'anno. Ma gia' ora il nuovo presidente ha compiuto un passo importante, quello di ottenere la sospensione per quattro mesi dei procedimenti in corso presso le commissioni militari volute da Bush. Obama, che ha fatto tale richiesta insieme al ministro della difesa Gates (gia' ministro di Bush), ha invocato l'"interesse della giustizia".

Scopo dell'iniziativa e' in primo luogo riesaminare il procedimento stesso di assegnazione dei casi alle commissioni militari, una pratica che era stata discussa non soltanto dall'allora opposizione democratica e dalle organizzazioni dei diritti umani, ma dagli stessi procuratori militari, che avevano denunciato lesioni al diritto dei loro assistiti (peraltro detenuti in violazione dell'habeas corpus, cioe' senza accuse) dovute alla segretezza delle prove e ad altre metodiche contrarie al diritto USA, giustificate con ragioni di sicurezza nazionale.

La richiesta di chiudere Guantanamo e' stata fatta a piu' riprese a Bush dalla UE e da diverse organizzazioni per i diritti umani. Recentemente, Amnesty International aveva ribadito tale richiesta allo stesso Obama, che durante la sua campagna elettorale aveva promesso di chiudere il centro di detenzione americano a Cuba. Secondo un sondaggio Washington Post-ABC News, il 53% degli statunitensi e' convinto che Guantanamo andrebbe chiusa e che occorra trovare un altro modo per trattare la questione delle persone che vi sono detenute.

Speciale informazione

Speciale etica e politica

Speciale Guantanamo

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

 

 

Barack Obama: una scelta e una speranza per i diritti

USA e diritti umani: proposte per il prossimo presidente