12 dicembre 2008

 
     

TV : Europa 7 ancora senza adeguate frequenze? Interrogazione
di Mauro W. Giannini

Una interrogazione parlamentare affronta nuovamente il caso di Europa 7, l'emittente che ha atteso per dieci anni che le venissero assegnate le frequenze invece concesse a Rete 4, nonostante due sentenze della Corte Costituzionale e - piu' di recente - della Corte di Giustizia UE, che per la vicenda (che comporta violazione delle leggi comunitarie) ha condannato l'Italia al pagamento di un'ammenda di 300.000 euro al giorno per tutto il periodo della violazione, a partire dal 2006.

Poiche' a seguito di tali pronunciamenti il Consiglio di Stato aveva sancito la necessita' che a Centro Europa 7 venissero assegnate delle frequenze conformi alla concessione iniziale (non necessariamente quelle di Rete 4, ma tali da coprire l'80% del territorio e tutti i capoluoghi di provincia) di recente il Governo ha assegnato alla rete dell'imprenditore Francesco Di Stefano le frequenze televisive del canale 8 in banda VHF. Ma Di Stefano ha dichiarato in un'intervista al quotidiano Il Sole 24 Ore: "nel 1999 ho ricevuto una concessione per coprire l'80% del territorio e il 95% della popolazione. Dopo quasi 10 anni, oggi mi hanno assegnato un canale che copre, effettivamente, il 18% della popolazione e il 10% del territorio".

Davanti al Consiglio di Stato e' ancora pendente un procedimento attivato da Centro Europa7, che vedra' un'udienza conclusiva il 16 dicembre prossimo, per ottenere un risarcimento danni fino a 3,5 miliardi (se nessuna frequenza fosse stata assegnata) o fino a 2,160 miliardi se fossero state assegnate le frequenze previste.

Per questo motivo, i senatori del PD-Radicali, Donatella Poretti e Marco Perduca hanno rivolto un'interrogazione al ministero dello Sviluppo Economico (che assorbe il ministero per le Comunicazioni) per sapere se quanto affermato da Francesco Di Stefano corrisponde al vero e, in caso positivo, se il ministro non intenda concedere immediatamente le frequenze dovute a Europa 7, evitando ulteriori strascichi giudiziari e costi alla collettivita', visto che - notano i due parlamentari - l'eventuale, ma probabile, risarcimento sarebbe a carico delle casse pubbliche.

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