31 dicembre 2008

 
     

Intercettazioni : da noi vogliono tagliarle, ma in Gran Bretagna ...
di Giulia Alliani

Secondo i principali quotidiani britannici, il ministero degli Interni inglese starebbe valutando la possibilità di affidare al settore privato un nuovo mega-archivio elettronico delle comunicazioni, contenente i dettagli di tutte le telefonate, le e-mail, e i contatti internet di tutti i cittadini. A parere del ministero, in un mondo sempre più digitalizzato, la tracciabilità di telefonate e posta elettronica é indispensabile per affrontare il terrorismo e i crimini di maggior gravità.

Attualmente sono gli Internet provider e le società telefoniche che fanno la parte del leone, quando si tratta di fornire alla polizia, tramite l'analisi delle comunicazioni, la localizzazione e l'identità dei soggetti sospetti. Il nuovo sistema, che verrà illustrato e pubblicizzato l'anno prossimo per mezzo di un documento per la consultazione sul programma di modernizzazione delle intercettazioni, prevede che uno o più organismi svolgano un'attività proattiva, raccogliendo la totalità dei dati riguardanti le comunicazioni, compresi quelli delle telefonate su banda larga e delle conversazioni on line, senza aspettare che queste informazioni vengano richieste dalla polizia o dalle agenzie di intelligence.

Il costo previsto di questo database raggiungerà i 12 miliardi di sterline ma, per ridurre la spesa, il documento per la consultazione include l'opzione di affidarlo ai privati tramite una gara. La ministra dell'Interno, Jacqui Smith, che ha rimandato all'anno prossimo l'approvazione della legge che dispone la formazione del database, si affanna a fornire rassicurazioni sul fatto che il contenuto delle comunicazioni non verrà reso pubblico, ma Sir Ken MacDonald, ex Direttore della Pubblica Accusa, non ci sta.

Secondo Sir Ken che, prima di lasciare il suo incarico, in ottobre, aveva lavorato a lungo con l'intelligence e le forze dell 'ordine, il progetto potrebbe rivelarsi un disastro, al di là delle rassicurazioni dei ministri, perché "alla prima crisi della sicurezza le protezioni verrebbero meno". Per MacDonald Il Governo corre il rischio di "spezzare la schiena alla libertà" creando uno stato di polizia.

"La tendenza dello stato a cercare sempre maggiori poteri di controllo sui cittadini - ha aggiunto - può essere ispirata dalla volontà di proteggerli. Ma la nozione di sicurezza totale é una fantasia paranoide che finirebbe con il distruggere tutto ciò per cui vale la pena di vivere. Questo database sarebbe un incredibile 'museo degli orrori' di informazioni private e personali, e costituirebbe una specie di resoconto completo della vita di ogni cittadino fin nei suoi dettagli più intimi e meno edificanti. A nessun governo, di nessun colore, si dovrebbe affidare una simile strada per penetrare nella nostra anima".

Speciale diritti

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