30 maggio 2008

 
     

Paesi arabi e pena di morte : unica legge la Sharia ?
di Rico Guillermo*

La legge islamica - la Sharia - e' oggi l'unico strumento giuridico che disciplina la pena di morte nei Paesei arabi e musulmani? In un'intervista al giornalista Baher Kamal, Tahar Boumedra, direttore regionale per il Medio Oriente e il Nord Africa di Penal Reform International spiega che non e' cosi': "La pena di morte nella maggior parte dei Paesi Arabi e musulmani e' regolamentata e applicata secondo leggi positive" e non in base alla Sharia.

In ambito ONU, dei 22 paesi arabi, 15 hanno votato contro la risoluzione di moratoria delle Nazioni Unite (Bahrein, Comore, Egitto, Iraq, Giordania, Kuwait, Libia, Mauritania, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Somalia, Sudan, Siria e Yemen), quattro si sono astenuti (Gibuti, Libano, Marocco e gli EAU) ed uno e' stato assente al momento del voto (Tunisia).

Boumedra spiega come la questione e' stata discussa nel corso di una tre giorni regionale sulla pena di morte, che si e' conclusa ad Alessandria il giorno 14 Maggio, fra delegati venuti da nove paesi arabi (Algeria, Egitto, Giordania, Iraq, Libano, Marocco, Tunisia, Emirati Arabi Uniti e Yemen). Hanno partecipato anche organizzazioni internazionali come la Lega araba, la Commissione europea e la Commissione ONU per i diritti umani.

La Turchia ha portato la sua esperienza di paese musulmano che ha abolito la pena di morte. Alcuni dei presenti hanno spiegato come si sia cercato di usare la legge islamica per argomentare contro l'abolizione della pena di morte, ma il professor Hamdi Mourad, uno studioso giordano, ha ricordato che la pena di morte nel mondo arabo e' prescritta da leggi dello Stato che non hanno nulla a che fare con la legge islamica - e, in alcuni casi, sono in realta' una violazione della legge islamica.

Boumedra spiega come in una certa misura, la discussione ad Alessandria abbia riflettuto la diversita' di opinioni sulla pena di morte espresse nel terzo comitato dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite durante l'elaborazione della risoluzione per la moratoria. Alla fine delle discussioni si e' concordato nella dichiarazione che la pena di morte e' una "violazione dei piu' fondamentali diritti umani, il diritto alla vita" e si e' convenuto che tale sanzione non e' riuscita ad essere dissuasiva in nessun luogo o a prevenire la criminalita'.

La conferenza, organizzata congiuntamente dal PRI e dall'Istituto svedese di Alessandria, ha rilasciato la "Dichiarazione di Alessandria", chiedendo una moratoria sulle esecuzioni come passo verso l'abolizione della pena di morte nella regione araba. Nella Dichiarazione di Alessandria compare un appello a tutti i giudici arabi affinche' non ricorrano alla pena di morte scegliendo alternative piu' umane, e li si invita ad aderire agli standard internazionali. D'altra parte il fatto che la maggior parte dei sistemi giudiziari arabi siano attualmente in fase di grandi riforme riconosce implicitamente le gravi difficolta' con cui essi impartiscono la giustizia.

Alla conferenza e' stato anche discusso l'articolo 7 della Carta araba dei diritti umani, che sembra consentire la possibilità di applicare la pena di morte nei confronti di minori. I delegati hanno espresso stupore a questo articolo ed hanno sollecitato la Lega Araba e i suoi Stati membri a considerare una modifica dell'articolo per eliminare qualsiasi possibilita' di applicare la pena di morte per i minori di 18 anni.

Infatti la ratifica della Carta araba dei diritti umani senza una riserva su questo articolo costituirebbe una violazione del diritto internazionale. Il divieto di utilizzare della pena di morte nei confronti dei bambini - sottolinea Boumedra - e' una regola perentoria che non consente alcuna deroga (purtroppo all'incontro manava l'Iran, in cui alcuni minori sono stati giustiziati o condannati a morte anche in anni recenti).

A giudizio dell'esperto arabo, ci sara' un giorno in cui il Medio Oriente e Nord Africa si schiereranno contro la pena di morte, ma quel giorno e' strettamente legato al progresso e ai risultati raggiunti nel campo dei diritti umani in generale.

* si ringrazia Claudio Giusti

La dichiarazione di Alessandria

Speciale diritti

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