13 maggio 2008

 
     

Travaglio , le offese e le colpevoli omissioni
di Rita Guma*

Oggi il bravo Giuseppe D'Avanzo in un articolo su La Repubblica riguardante il caso Schifani, sostiene che durante la trasmissione di Fabio Fazio, Travaglio, omettendo di dire che a suo tempo non c'erano evidenze penali a carico dei soci di Schifani poi coinvolti in inchieste di mafia, "Dice quel che crede e bluffa sulla completezza dei 'fatti' che dovrebbero sostenere le sue convinzioni. Non è giornalismo d'informazione, come si autocertifica. E', nella peggiore tradizione italiana, giornalismo d'opinione che mai si dichiara correttamente tale al lettore/ascoltatore. Nella radicalità dei conflitti politici, questo tipo di scaltra informazione veste i panni dell'asettico, neutrale watchdog - di "cane da guardia" dei poteri ("Io racconto solo fatti") - per nascondere, senza mai svelarla al lettore, la sua partigianeria".

D'Avanzo conclude la sua analisi scrivendo che "Nel 'caso Schifani' non si può stare dalla parte di nessuno degli antagonisti. Non con Travaglio che confonde le carte ed è insincero con i tanti che, in buona fede, gli concedono fiducia. Non con Schifani che, dalle inchieste del 2002, ha sempre preferito tacere sul quel suo passato sconsiderato. Non con chi - nell'opposizione - ha espresso al presidente del Senato solidarietà a scatola chiusa. Non con la Rai, incapace di definire e di far rispettare un metodo di lavoro che, nel rispetto dei doveri del servizio pubblico, incroci libertà e responsabilità. In questa storia, si può stare soltanto con i lettori/spettatori che meritano, a fronte delle miopie, opacità, errori, inadeguatezze della classe politica, un'informazione almeno esplicita nel metodo e trasparente nelle intenzioni".

In parte posso concordare con questa conclusione, ma non concordo con l'immagine data di Marco Travaglio. A parte il fatto che Travaglio le sue posizioni - anche politiche - le ha espresse chiaramente in varie occasioni, D'Avanzo, che e' un bravissimo giornalista d'inchiesta, a mio avviso in questo caso commette lo stesso errore che addebita a Travaglio, cioe' non dice tutto.

Non dice che Travaglio e' un grandissimo giornalista d'inchiesta anche lui, e che ha svelato in libri documentatissimi e a 360° cose che gli altri non hanno avuto il coraggio di dire. Per questo ha ricevuto anche minacce di morte (una cosa che non andrebbe mai dimenticata quando si attacca ferocemente qualcuno), e' stato ostracizzato da Berlusconi e insultato da Sgarbi, e' stato portato decine di volte in tribunale con richieste di risarcimenti miliardari (rischiando in proprio) ed uscendone pulito nel 99% dei casi (il che significa che aveva detto la verita', che era documentato e che non aveva diffamato nessuno).

Di recente e' stato Travaglio, fra l'altro, ad evidenziare come la memoria dell'Avvocato di Stato nel processo per Europa 7 davanti al Consiglio di Stato sia in buona parte ricalcata su quella di Mediaset, il che e' scandaloso. Proprio ieri su Il sole 24 ore Marco Mele si chiedeva chi ne avesse parlato sui giornali e notava che "La notizia è oggettivamente notevole, sia per il 'copiato', sia per la causa in sè, che arriva dopo la sentenza della Corte di giustizia europea, che, in risposta a dieci quesiti del Consiglio di Stato, ha sottolineato come le direttive comunitarie sulle comunicazioni elettroniche siano in contrasto con le regole nazionali sull'assetto delle frequenze".

E, come dicevo, fra i pochissimi che ne hanno parlato subito c'e' stato Marco Travaglio. Eppure, sottolinea Mele, "La Repubblica e Il Corriere della Sera le memorie le hanno avute. I telegiornali non hanno speso un solo secondo sulla vicenda. Silenzio". Insomma, anche queste "fonti di informazione" non dicono tutto, caro D'Avanzo, e non si tratta di omissioni lievi. In fondo, a Travaglio Schifani potra' replicare in tutte le sedi (anche giudiziaria, visto che ha annunciato querela), e i cittadini sapranno, ma se invece tutta la stampa cominciasse a tacere su determinate cose 'scomode in modo bipartisan', a noi chi le racconterebbe?

D'Avanzo stesso poteva spendere un articolo su questo tema, piuttosto che riempire tante righe per accreditare Travaglio come esponente delle "agenzie del risentimento", e dell'antipolitica. Anche perche' e' scioccante che il governo Prodi si trovi dalla parte opposta dei diritti dell'imprenditore privato da anni delle sue frequenze e dalla parte opposta della Corte UE. Inoltre sulla questione Europa 7 l'Italia paghera' alla UE una multa di 300.000 euro retroattiva al luglio 2006 per ogni giorno di persistenza della situazione irregolare (cosa che sarebbe stata evitata se all'inizio del suo mandato il governo Prodi avesse agito come doveva su questo caso), quindi la questione non e' irrilevante nemmeno per le nostre tasche.

D'Avanzo quindi non dovrebbe dipingere Travaglio come un arruffapopoli non documentato, ma semplicemente dire che Travaglio ha sbagliato a non dire tutto IN QUESTO CASO. Tuttavia va notato che Travaglio ha sempre attaccato anche i membri del PD in odore di mafia o con altri 'peccati' da farsi perdonare e sta antipatico anche al centrosinistra (famosa la polemica con D'Alema), mentre La Repubblica da quando il centrosinistra ha perso le elezioni sta agendo come megafono politico del PD.

E' accaduto ad esempio con il sondaggio sulla pubblicazione delle denunce dei redditi, che riportava nel testo delle domande un tendenzioso 'lo dice la legge' quando la legge non lo dice affatto, come evidenziato subito dal Garante che aveva messo in guardia sui profili di illegittimita' delle modalita' di pubblicazione dei dati. Di conseguenza il risultato del sondaggio e' stato falsato a favore di Visco rispetto a quelli di Corriere e Sole 24 ore e tutti gli altri, i quali chiedevano semplicemente 'siete d'accordo'? Ed ha cosi' fornito anche una informazione errata in modo subliminale.

Venendo ora allo specifico della vicenda Schifani, va considerato che Travaglio, pur avendo fornito questa volta una informazione incompleta (al lettore la valutazione delle motivazioni) ha solo detto la verita' gia' riportata da altri libri ed articoli: il sen. Schifani era in affari con soggetti poi rivelatisi mafiosi (anche se a quel tempo non erano inquisiti o noti come tali).

Alcuni sottolineano che in Sicilia puo' capitare di avere rapporti con personaggi della criminalita' organizzata senza sapere che panni vestono, ed e' vero. E' anche vero pero' che pure in Sicilia, in Calabria, Campania e Puglia ci sono tanti che non hanno mai fatto affari (ne' sono stati visti in discorsi riservati o a matrimoni dei figli) con soggetti poi rivelatisi mafiosi, per il semplice motivo che tutti sapevano che erano impegnati contro la mafia (ieri Pio La Torre, di cui pochi giorni fa ricorreva l'anniversario dell'assassinio, oggi Beppe Lumia e Claudio Fava, ma anche a destra possiamo ricordare l'esponente calabrese di AN Angela Napoli, che vive sotto scorta e che a suo tempo chiese a Cuffaro indagato per associazione mafiosa di dimettersi).

E in tema di accuse di mafia ricordo qui che "La Padania" nel secolo scorso pose a Berlusconi le famose 11 domande su come avesse fatto i suoi primi soldi (domande mai evase). Il giornale della Lega Nord nel 1998 pubblicava inoltre frasi e titoli come questi

30-07 - Il 27 marzo del 1994, il Cavaliere entro' direttamente in pista, utilizzando gli organi di informazione di sua proprieta' e riuscendo a trasformare un uomo amico di Craxi, in una verginella politica che avrebbe rappresentato il "nuovo che avanza".

30-07 - Il curriculum giudiziario del Cavaliere farebbe invidia a un boss della mala.

30-08 - Berlusconi risponde in maniera scomposta. A chi gli domanda pubblicamente spiegazioni, oppone l'ira dei suoi fedelissimi e l'azione dei suoi legali. A chi testimonia presso i magistrati, vedi Rapisarda, querele amplificate da potenti campagne televisive e della carta stampata (tutti mezzi da lui controllati) e infine direttamente ai giudici impressionanti pressioni concentriche a cui portano man forte "legioni" di deputati e senatori di Forza Italia in Parlamento.

13-10 - Ma dietro a Berlusconi si vedono chiaramente i fili che fanno muovere il pupazzo di Arcore: sono quelli dei poteri occulti in odor di mafia.

27-10 - Bossi : "La Fininvest e' nata da Cosa Nostra".

03-10 - Roberto Maroni replica al Cavaliere (...) - Berlusconi, metodi mafiosi - "Se gli si tolgono gli strumenti della politica-fiction, si sgonfia subito".

Oggi Bossi, Maroni e Berlusconi sono insieme al governo, mentre Travaglio - per le stesse accuse - e' attaccato un giorno si' e l'altro pure.

Peraltro, leggendo le frasi di cui sopra, sembrano ridimensionati i commenti su muffe e lombrichi (che sarebbero accettabili nell'ambito di un contesto satirico). Cosi' pure va ricordato che lo stesso Travaglio e' stato aggredito qualche giorno fa in modo indecoroso da Sgarbi ad Annozero (merda e' meglio che un confronto con il lombrico?) senza suscitare solidarieta' ne' sgomento in tanti che oggi bacchettano lui o Fazio.

Riguardo infine a Schifani, egli nel suo discorso di insediamento, ha posto l'accento sulla lotta alla mafia e la legalita', ma ovviamente le persone (e i rappresentanti istituzionali) vanno valutate sui fatti. Sui fatti, bisogna dire che nel 2002 Schifani ha sostenuto la stabilizzazione del 41 bis che ha trasformato il carcere duro per i mafiosi da istituto straordinario e provvisorio in misura definitiva inserita a regime nel nostro ordinamento. Ma, sui fatti, Schifani e' anche quello del Lodo Schifani, il provvedimento bocciato dalla Consulta e mirante a garantire l'immunita' e la sospensione dei processi in corso per le cinque maggiori cariche dello Stato, delle quali solo Berlusconi tuttavia necessitava.

In tutta sincerita' io non sono d'accordo con i toni e il linguaggio aggressivo e colorito di parte dell'opposizione (politica e culturale) italiana, perche' li ritengo controproducenti - rischiando di trovare ascolto solo in chi la pensa gia' cosi' e di essere prese a pretesto per un giro di vite sull'intera informazione e liberta' di espressione - ma non sono d'accordo che i fatti documentati che essi portano a sostegno delle proprie tesi debbano essere taciuti, come invece fanno i leader del centrosinistra.

Pensero' male, ma sono anche convinta che la volonta' di tacere i fatti negativi sugli avversari sia dovuta al fatto di avere scheletri nei propri armadi (o in quelli dei propri sodali politici).

* presidente dell'Osservatorio sulla legalita' e sui diritti

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