15 febbraio 2008

 
     

Ilaria Alpi : sentenza Consulta da' torto a Commissione Taormina
di Mauro W. Giannini

La Corte Costituzionale ha stabilito che la commissione parlamentare d'inchiesta presieduta da Carlo Taormina sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin ha violato il principio della leale collaborazione fra poteri disponendo esami anche di natura irripetibile sull'auto crivellata di colpi su cui viaggiavano i due giornalisti, ma rifiutando di coinvolgere la competente Procura che indagava sulla stessa vicenda. La Consulta ha quindi accolto il ricorso presentato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Roma riguardante il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato nei confronti della Commissione parlamentare di inchiesta.

La Procura aveva appreso da organi di stampa «dell'arrivo in Italia della vettura Toyota a bordo della quale, presumibilmente, furono uccisi Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, il 20 marzo 1994», e di aver pertanto avviato – nel settembre del 2005 – uno scambio di corrispondenza con la Commissione parlamentare, segnalando «l'opportunità dello svolgimento congiunto degli accertamenti tecnici» sul veicolo, necessari, sottolinea la Consulta "a ciascuna delle due autorità per l'espletamento dell'attività di indagine di rispettiva competenza".

Tuttavia l'avv.Taormina, in veste di presidente della Commissione "dopo aver informato la Procura che l'organo parlamentare in questione aveva «preso in carico, previo sequestro, l'autovettura», disponendo «anche a norma dell'art. 360 c.p.p.» «accertamenti tecnici», taluni dei quali «di natura irripetibile» – comunicava, con nota (prot. n. 2005/0001389/SG-CIV) pervenuta alla stessa Procura il 21 settembre 2005, di non potere «aderire alla richiesta» formulata, «significando che, tra l'altro, l'atto deliberativo di istituzione della Commissione», dal medesimo presieduta, «impone accertamenti non solo sul fatto e sui responsabili, ma anche sulle carenze istituzionali, comprese quelle attribuibili ai molteplici passaggi giudiziari che hanno interessato la vicenda»" e conferiva "«incarico peritale» al dott. Alfredo Luzi, «volto allo svolgimento di accertamenti tecnici, anche di natura irripetibile, sulla vettura in questione»".

La Procura proponeva quindi ricorso per conflitto di attribuzione, ricordo accolto dalla Consulta. La Commissione d'inchiesta, spiega la Consulta nella sentenza (presidente Franco Bile, relatore Alfonso Quaranta), e' "certamente legittimata a disporre lo svolgimento di accertamenti tecnici non ripetibili, potendo nell'espletamento delle indagini e degli esami ad essa demandati esercitare gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria ex art. 82, secondo comma, Cost.". "Avrebbe dovuto, però, salvaguardare le prerogative della ricorrente autorità giudiziaria, anch'essa titolare di un parallelo potere d'investigazione, costituzionalmente rilevante", anche a norma dell'art. 371 cod. proc. pen., secondo cui in caso di indagini collegate svolte da uffici diversi del pubblico ministero deve essere previsto non solo un reciproco coordinamento, al fine di assicurare «la speditezza, economia ed efficacia delle indagini medesime», ma anche la possibilità di «procedere, congiuntamente, al compimento di singoli atti».

Secondo la Corte, l'espletamento congiunto dell'atto di indagine era "addirittura doveroso", per il principio di leale collaborazione. Fra l'altro, sottolinea la Consulta, sia nell'atto istitutivo della Commissione che nel suo regolamento interno si parla di «opportuno coordinamento» della Commissione «con le strutture giudiziarie», in particolare proprio per quanto concerne la nomina di consulenti ed esperti. La Corte ricorda di aver gia' avuto modo di chiarire che il compito delle Commissioni parlamentari d'inchiesta «non è di “giudicare”, ma solo di raccogliere notizie e dati necessari per l'esercizio delle funzioni delle Camere», attingendo così «lo scopo di mettere a disposizione delle Assemblee tutti gli elementi utili affinché queste possano, con piena cognizione delle situazioni di fatto, deliberare la propria linea di condotta, sia promuovendo misure legislative, sia invitando il Governo a adottare, per quanto di sua competenza, i provvedimenti del caso».

Viceversa non si tratta, come sostenuto dalla Camera dei deputati di «interferenza in corso d'opera di un potere sull'altro», dato che la Procura non stava rivendicando alcuna potestà esclusiva di indagine, ma solo cercando di garantire "l'integrità delle attribuzioni che, per dettato costituzionale, spettano all'autorità giudiziaria". In conclusione la Corte Costituzionale riconosce che e' stato "violato il principio di leale collaborazione che deve sempre permeare di sé il rapporto tra poteri dello Stato e violati, di conseguenza, anche i parametri costituzionali, evocati nel ricorso, di cui agli artt. 101, 104, 107 e 112 Cost e che "non spettava alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin adottare la nota del 21 settembre 2005 (prot. n. 2005/0001389/SG-CIV), con la quale è stato opposto il rifiuto alla richiesta, avanzata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Roma, di acconsentire allo svolgimento di accertamenti tecnici congiunti sull'autovettura corpo di reato". L'atto risulta pertanto annullato.

Sollevato ma amaro il commento della Federazione Nazionale della Stampa: "Lo sconcerto che all’inizio del 2006 fu espresso dalla Fnsi per l’archiviazione del caso Alpi-Hrovatin da parte della Commissione d’inchiesta presieduta da Carlo Taormina è oggi in parte mitigato da un’importante decisione della Corte Costituzionale". Il Sindacato dei giornalisti ricorda che "sulla vicenda Alpi-Hrovatin sono stati troppi i misteri che hanno avvolto la morte di questi coraggiosi cronisti e che la Commissione di inchiesta Taormina, con la sua finale decisione di archiviazione, ha lasciato l’amaro in bocca a chi, come le famiglia di Ilaria Alpi, di Miran Hrovatin e tutta la categoria dei giornalisti, si è battuto e si batterà ancora per un completo disvelamento dei mandanti, degli autori e delle coperture dell’efferato assassinio dei due colleghi".

La storia della Commissione di inchiesta sui due operatori dell'informazione uccisi in Somalia durante un servizio e' stata costellata di polemiche, con membri espulsi e iscritti nel registro degli indagati per tentato inquinamento delle indagini, uffici di giornalisti (Maurizio Torrealta, di Rainews24 e Luigi Grimaldi) perquisiti, e infine contrasti fra i genitori di Ilaria Alpi e Carlo Taormina sulla conduzione e le conclusioni dell'inchiesta.

Speciale informazione

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

 

 

Commissione Ilaria Alpi: polemiche e progressi

Ilaria Alpi: commissione ordina perquisizione a Rainews 24

Ilaria Alpi: Carlo Taormina spiega perquisizioni