17 aprile 2007

 
     

Magdi Allam , Vauro e l'istigazione all'odio
riceviamo e pubblichiamo

Oggi sulle pagine del Corriere della Sera Magdi Allam accusa ferocemente Vauro di istigazione all'odio e alla violenza nei suoi confronti per la vignetta disegnata durante la trasmissione Anno Zero in cui Magdi veste i panni di un kamikaze imbottito di giornali (corriere della sera ndr) e viene chiamato "integralista domestico".

A Magdi Allam non è piaciuta questa vignetta tanto che ne ha fatto oggetto di un duro articolo sul corriere dei giorni scorsi attaccando Vauro e la trasmissione Anno Zero.

Ricordo che all'indomani dell'attacco terroristico sui treni a Madrid, Magdi Allam tentò di dare indirettamente una mano al povero Aznar, evidenziando e azzardando nei suoi articoli tutti i possibili collegamenti tra l'ETA e la guerra in Iraq. Oggi polemizza ferocemente con Vauro e si sente oggetto di istigazione all'odio e alla violenza nella vignetta che lo ritrae come "integralista domestico".

Difenderei la libertà di opinioni pur diverse dalle mie di Magdi Allam e spero che anche Magdi Allam, paladino della democrazia, voglia rivedere il suo giudizio e riconoscere a Vauro opinioni diverse dalle sue e non etichettarle come "istigazioni all'odio e violenza nei suoi confronti".

Se questa sua valutazione, secondo me non serena ed equilibrata, seguisse un metro di misura obiettivo, allora dovremmo dire che anche le analisi rigide, muro contro muro, di Allam sono un'"istigazione alla violenza". Le sue letture in bianco e nero senza sfumature di colore, la sua filosofia netta a base di democrazia da esportazione, non sono lontane da coloro che, ignorando la volontà dell'ONU, hanno reso l'Iraq e il medio oriente una grande polveriera.

Domenico Ciardulli

Non concordiamo sul fatto di rappresentare altri in guisa di terroristi, ma ricordiamo che nella polemica sulle vignette su Maometto taluni che adesso criticano Vauro parlarono di liberta' di espressione e non di istigazione all'odio per la rappresentazione di un simbolo sacro all'Islam - ma anche simbolo di una intera cultura e dei popoli che ad essa si rifanno - con un turbante esplosivo e in altre situazioni analoghe.

Vogliamo anche segnalare a titolo esemplificativo questo periodo tratto da un articolo di Magdi Allam sul Corriere della sera del 13 agosto 2006: "L’essenza del «fascismo islamico» è insita nella negazione del diritto alla vita altrui, sia che si tratti di un «apostata » o un «eretico», sia che sia considerato un «nemico» quale ebreo o crociato cristiano.... È vero che è una minoranza quella che pratica il terrorismo islamico, ma c’è una maggioranza di musulmani che condivide la loro ideologia fascista".

Certamente parole come queste non costruiscono ponti fra le persone di Paesi e/o religioni diverse e non ispirano simpatia nei confronti degli Islamici, anzi diremmo il contrario. Peraltro un musulmano che rivolgesse accuse di fascismo allo Stato ebraico sarebbe chiamato a risponderne in tribunale per istigazione all'odio, mentre invece i discorsi speculari di cui sopra trovano spesso spazio sul quotidiano piu' letto d'Italia senza alcuna seria reazione.

Come gia' notato dal nostro presidente in passato, il concetto di limite alla satira negli occidentali e' piuttosto elastico e dipende da chi ne viene colpito.

Lo staff

Speciale caricature di Maometto

Speciale razzismo e immigrazione

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