NEW del 11 dicembre 2006

 
     

Discussa alla Camera questione Moschea Colle Val D'Elsa
di Mauro W. Giannini

Ha assunto la veste di una sorta di dibattito, oggi alla Camera, la presentazione di due interrogazioni sul progetto di una moschea nella zona di Colle Val d'Elsa, in provincia di Siena, presentate al ministero dell'interno separatamente da due gruppi di deputati di opposizione e maggioranza.

Per l'opposizione l'on. Patrizia Paoletti Tangheroni ha detto che per il locale imam si tratta di un "nuovo centro islamico con annesso luogo di culto, non luogo di culto con annesso centro islamico". Tangheroni ha sottolineato che la scelta di una ubicazione fatta a detrimento di un parco pubblico e vicino all'abitato "ha suscitato la reazione di almeno 4 mila dei 14 mila abitanti di Colle Val d'Elsa, i quali hanno chiesto, a varie riprese, addirittura un referendum, peraltro negato dall'amministrazione locale".

Nella sua replica l'on. Ceccuzzi, primo firmatario dell'altra interpellanza, ha precisato che gli abitanti della cittadina sono 20.000 e che "nel 2004 si è svolto un vero e proprio referendum sulla costruzione del centro islamico, perché è nata una lista civica che si è fatta promotrice di una netta opposizione a questo intervento ed ha chiesto ai cittadini di Colle Val d'Elsa un giudizio durante le elezioni comunali. Questo giudizio ha portato la maggioranza a perdere 5 punti percentuali pur prendendo il 64 per cento, con il quale è stato eletto il sindaco di Colle Val d'Elsa, Paolo Brogioni".

Ma la parlamentare dell'opposizione aveva sottolineato che a Colle Val d'Elsa esiste già una moschea, in piazza Bartolomeo Scala, utilizzata come luogo di culto, "largamente sufficiente per l'esiguo numero di musulmani presenti a Colle Val d'Elsa (meno di 200) e, oltretutto, più che sufficiente per le poche decine di fedeli che frequentano abitualmente la moschea... Ciononostante, il nuovo centro culturale islamico costituirà un'imponente megastruttura".

Altro motivo di doglianza, il fatto che "il comune, di fatto, finanzia, seppur indirettamente, la moschea, accollandosi tutti i lavori di sistemazione dell'area circostante: ben 250 mila euro, approvati con delibera del 10 maggio 2005, n. 94, di cui 200 mila elargiti dal Monte dei Paschi di Siena. Soprattutto, il comune cederà, per 99 anni, la superficie in cui sorgerà il centro islamico, a un canone di affitto annuo, simbolico, di 11.908 euro per 3.200 metri quadrati di area".

Riportando le lamentele dei cittadini promotori del referendum, Paoletti Tangheroni ha detto che essi temono che il luogo diventi ad esclusivo uso dei Musulmani, come a Porta Palazzo a Torino e a Sassuolo, in quanto la moschea diventerà un centro di attrazione per altri musulmani, ma che non si tratta di intolleranza religiosa ma di aspetti legati all'ordine pubblico e sociale. La deputata pisana ha sottolineato che esiste una significativa opposizione anche sul versante islamico, da parte di chi non si riconosce nell'Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche italiane (UCOII), un gruppo che ha detto legato ai Fratelli Musulmani e non moderati.

Quanto alla gestione dell'integrazione, Paoletti Tagheroni ha criticato sia l'impostazione francese, "del bastone e della carota" e della "laicite'" - che ha definito fallimentare perche' ritiene sia causa delle rivolte nelle banlieu - sia il modello inglese, il sistema multiculturalista derivato dall'applicazione alla politica interna del modo di gestire le colonie, cioe' alla "cosiddetta indirect rule, in base alla quale non si gestiva direttamente il cittadino ma lo si faceva gestire dal capo tradizionale" - che fossro feroci sanguinari o persone equanimi poco importava.

Paoletti Tangheroni ha detto che il modello italiano da provare e' "un'offerta di integrazione diretta, anzitutto, ai singoli musulmani. Questa soluzione privilegia la loro integrazione per via politica, attraverso percorsi che portano alla cittadinanza e passano - come nell'esperienza canadese - attraverso corsi accelerati di educazione civica. La chiave è nella ricerca di soluzioni che si rivolgano direttamente al singolo musulmano aggirando l'ostacolo contro il quale si sono scontrati, registrando il fallimento, i modelli precedentemente citati, cioè le associazioni musulmane".

"Quanto avviene a Colle Val d'Elsa - secondo la deputata - invece è un misto tra buonismo inglese verso i musulmani che devono gestirsi attraverso un'imprecisata autorità, non riconosciuta neppure degli stessi musulmani, e una rigidità alla francese, una rigidità che, però, è rivolta verso i non musulmani, ai quali si chiede una laicité che impone la rinuncia alla propria identità culturale, per sostituire le nostre campane con i moezzin. Credo si debba fare molta attenzione a non innescare fenomeni di xenofobia... che poi è difficile controllare, signor Presidente". Secondo Paoletti Tangheroni, infatti, "gli italiani non sono assolutamente razzisti, ma occorre essere molto attenti alla xenofobia, che è altra cosa e nasce quando si percepisce una minaccia, non ad una presunta superiorità biologica, ma semplicemente al proprio stile di vita o alla propria cultura".

L'on. Franco Ceccuzzi, senese, ha parlato di "reazioni scomposte di diversi esponenti politici del centrodestra", a volte "prese di posizione del tutto legittime, per quanto non assolutamente condivisibili sul piano politico e culturale", altre "continue e ripetute strumentalizzazioni mediatiche e dagli incitamenti allo scontro tra civiltà e religioni", nonche' di "atti vandalici inopportuni, come l'abbattimento nei giorni scorsi di alcuni pali di recinzione del cantiere appena aperto ed il tentativo, miseramente fallito, di far sollevare la popolazione locale contro la comunità islamica, facendo leva sui sentimenti di insicurezza e di diffidenza" (nella replica Ceccuzzi ha poi sottolineato che il riferimento era all'europarlamentare Borghezio).

Ceccuzzi ha detto che "l'amministrazione comunale ha sempre promosso il dialogo verso popoli di cultura e origini diverse e, dunque, non solo, ma anche nei confronti della comunità islamica locale, presente da oltre dieci anni nella città di Colle Val d'Elsa", la quale si costitui' in associazione con atto notarile del 10 marzo del 1999 ed ha a disposizione "un piccolo locale nel centro della città, quindi non una moschea, ma una stanza in cui svolge quotidianamente le proprie attività, culturali e religiose, e dove, sempre più spesso, ha accolto scolaresche da zone diverse della provincia di Siena, studenti, ma anche semplici cittadini desiderosi di conoscere la cultura araba".

Il deputato ulivista ha sottolineato che la proposta della nuova sede del centro culturale islamico ha anche animato la campagna elettorale e "ha visto tutti i candidati a sindaco di tutti gli schieramenti dichiararsi d'accordo sulla realizzazione di una simile struttura, pur restando dei distinguo sulla localizzazione stabilita in un parco adiacente ad un quartiere residenziale".

Il deputato ha anche ricordato una sentenza della Corte costituzionale che, nel 2003, ha annullato una legge con cui la regione Lombardia "intendeva ammettere ad agevolazioni solo quegli edifici di culto provenienti da associazioni che avessero stipulato una convenzione con lo Stato sulla base dell'articolo 8 della Costituzione. Ebbene, la Corte costituzionale ha annullato quella legge. Quindi, come si vede, sulla base anche di una pronuncia della Consulta, l'associazione della comunità islamica della provincia di Siena avrebbe avuto diritto a costruirsi un proprio luogo di culto anche senza la stipula di una convenzione, come invece è stato fatto".

Ceccuzzi ha sottolineato che tra gli elementi qualificanti dell'accordo con l'amministrazione locale e' prevista "la costituzione di un comitato paritetico scientifico di garanzia che sarà composto da otto membri, di cui quattro scelti dall'amministrazione comunale tra personalità di comprovata esperienza dal punto di vista degli studi sociali, religiosi e culturali, e quattro della comunità islamica locale, individuati anch'essi tra alte personalità. Questo importante organismo avrà il compito di coordinare l'attività del centro, verificare l'attuazione del programma, ma anche verificare il bilancio economico del centro culturale islamico; inoltre, secondo il protocollo, all'interno del centro è previsto l'obbligo dell'adozione della lingua italiana".

Ceccuzzi ha anche sottolineato che "nel corso di questi anni, inoltre, la comunità islamica locale ha sempre condannato in maniera ferma e netta l'estremismo religioso, la violenza e il terrorismo" e il suo Imam Feras Jabareen è stato uno dei promotori del manifesto per la vita e contro il terrorismo, molto noto a livello nazionale, firmato nel settembre del 2004 dagli islamici moderati.

Quanto alla misura del canone, il deputato dell'Ulivo ha detto che 11 mila euro non gli sembrano simbolici e che difficilmente si sarebbe visto nel rapporto tra un'amministrazione comunale ed una qualsiasi altra associazione di volontariato o di altro tipo che occupasse suolo pubblico. La realizzazione di un nuovo centro culturale islamico sara' finanziata per il 70% dalla comunità islamica locale e per il 30% con i fondi erogati dalla fondazione Monte dei Paschi di Siena che ha fatto la sua scelta come soggetto di diritto privato.

Ricordando una lettera di approvazione dell'allora ministro Pisanu, Ceccuzzi ha affermato che l'amministrazione comunale ha sempre "informato puntualmente, nel corso di questi anni, il Ministero dell'interno sullo sviluppo di tali rapporti e sulla questione legata alla realizzazione di una nuova sede per il centro culturale islamico... naturalmente dall'anno 2001 in poi, quindi anche durante i due Governi Berlusconi" e ne ha chiesto conferma al sottosegretario Marcella Lucidi, presente in Aula.

Il sottosegretario - con delega all'immigrazione - ha sottolineato che "la peculiarità dell'esperienza di Colle Val d'Elsa risiede peraltro nei contenuti dello strumento convenzionale che l'amministrazione comunale ha sottoscritto con la comunità dei musulmani di Siena e provincia per regolare i reciproci rapporti per tutta la durata del contratto di concessione... prevede tra l'altro che nel caso di violazione delle previsioni contenute nello stesso documento, di condotte illegali direttamente o indirettamente legate all'attività del centro culturale o di eventuali condanne penali a carico dei componenti l'organo direttivo della comunità, l'amministrazione comunale si riserva il diritto di risolvere il contratto di concessione, con conseguente acquisizione al patrimonio comunale di tutti i beni immobili realizzati.

Nel protocollo è specificato che le aree concesse dal comune di Colle Val d'Elsa per la realizzazione del centro culturale, oltre che tutte le opere strutturali ed infrastrutturali sulle stesse realizzate, saranno e rimarranno per tutta la durata della concessione di esclusivo uso pubblico e, compatibilmente con la pratica religiosa, resteranno sempre accessibili da parte di chiunque vi abbia interesse quale punto di riferimento e di dialogo tra culture e religioni. Altro punto da sottolineare è l'impegno assunto dalla comunità musulmana, già in sede di statuto, a svolgere tutta la propria attività in lingua italiana, comprese periodiche predicazioni delle figure religiose di riferimento".

Il ministro ha evidenziato che il comitato per il referendum ha presentato ricorso in tribunale contro il comune, attraverso una procedura d'urgenza ex articolo 700 del codice di procedura civile, per chiedere la disapplicazione e la sospensione della delibera comunale ma il tribunale di Siena ha rigettato il ricorso, con la conseguente motivazione: «La scelta del comune di venire incontro alle legittime istanze di una minoranza religiosa non può definirsi un progetto, bensì una realtà. Gli atti posti in essere dalla pubblica amministrazione hanno generato per la comunità di Siena e provincia un diritto soggettivo, che non può più essere disatteso dall'amministrazione comunale».

Il viceministro Lucidi ha confermato che le autorita' comunali hanno tenuto costantemente informato il ministero fin dall'inizio. Lucidi ha infine sottolineato che resta aperto "il dialogo con quella parte della cittadinanza contraria alla realizzazione dell'opera, tant'è vero che il prefetto di Siena ha accolto una richiesta di incontro avanzata dai rappresentanti del comitato a La Badia per esprimere le loro preoccupazioni. Non potendo escludere che la realizzazione del centro islamico possa in futuro richiamare nella zona un maggiore afflusso di stranieri, è all'esame anche la possibilità di elevare a tenenza l'attuale stazione dei carabinieri di Colle Val d'Elsa".

Speciale diritti

Speciale immigrazione

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