Elezioni : diritti relativi all'espressione del voto
lettera firmata

Ho letto la sua risposta sull'interpretazione dei segni sulla scheda elettorale e resto insoddisfatto della norma a cui Lei si riferisce, in quanto ritengo opportuno esprimere il principio della volontà dell'elettore nell'interpretazione del voto, vorrei evidenziare il concetto che nel diritto del voto non esistono limiti di preparazione culturale o scolastica, significa che anche una persona analfabeta o comunque molto anziana ha diritto di esprimere la propria volontà di voto, che deve essere ben interpretata dai responsabili dei seggi elettorali, e comunque un attenta verifica delle schede nulle della Corte d'Appello sicuramente garantisce all'elettore la tutela dell'espressione del proprio voto. Inoltre vorrei evidenziare che aver affisso le liste elettorali nei seggi indicando i nomi dei candidati è stato un invito agli elettori ad esprimere la preferenza del voto.

Risponde Rita Guma

Ovviamente rispondiamo sempre per quella che e' la nostra competenza ed esperienza, nell'intento di ben consigliare chi solleva dubbi sui diritti, senza spingere ad azioni legali inutili e costose laddove riteniamo non vi sia ragionevole motivo, ma senza volerci per questo sostituire ad un possibile giudice che debba valutare quanto esposto.

In questo caso vi sono diversi diritti da tutelare. Non solo quello del cittadino a poter esprimere la sua scelta, ma anche, per esempio, quello del cittadino a non subire pressioni, quella del cittadino alla trasparenza (quindi a conoscere la composizione della lista che si sta votando), quello dei candidati alla trasparenza (quindi a far sapere di essere in una data lista), quello del corpo elettorale nella sua interezza (quindi a non veder invalidare il voto per ogni rilievo).

E' giusto garantire la volonta' del singolo elettore (quindi quella al voto ma anche quella ad una informazione sui candidati) ma non conculcando i diritti altrui e della collettivita'. E, trattandosi di un evento in cui si opera con grandi numeri, l'eventuale errata interpretazione del voto di un elettore non influira' sul risultato finale, mentre nel caso sia ritenuto non valido un certo segno sulla scheda, cio' avverra' per tutte le liste, con effetto compensativo. Peraltro, come ho detto in precedenza, la legge stabilisce espressamente i casi in cui una scheda votata in modo non conforme vada comunque considerata valida.

Le schede nulle e le bianche non vengono controllate dalla Corte d'Appello, lo sono le schede contestate. Le liste dotate di rappresentanti di lista (e tutte le liste grandi lo sono, per lo meno nella quasi totalita' dei seggi) sono garantite dal fatto che il rappresentante di lista solleva eccezione nel caso non sia d'accordo con l'interpretazione del presidente e degli scrutatori oppure ove rilevi qualche presunta irregolarita', dato che puo' far mettere a verbale ogni sua dichiarazione in merito allo scrutinio.

Da queste eccezioni scaturiscono le schede contestate (che sono assegnate con riserva ad una lista e poi riviste dalla Corte d'Appello, che puo' eventualmente riassegnarle) o la possibilita' di fare i ricorsi. Pero', sempre in base a quanto detto sopra, cioe' per contemperare i diritti di tutti e di ciascuno, il ricorso non e' accolto se non varia il risultato complessivo, ecco perche' non e' permesso al singolo cittadino fare ricorso (peraltro il voto e' segreto, quindi non potrebbe dimostrare le sue tesi), ma puo' farlo solo un candidato o un partito.

Diversamente si dovrebbe prevedere una denuncia da parte dei singoli cittadini colpiti o di gruppi di essi nei confronti dei responsabili della eventuale informazione confusa e della legge elettorale che abbia comportato confusione, cioe' in definitiva il ministro dell'interno e l'autore della legge o maggioranza che l'ha votata. Ma in questo caso si doveva votare con una semplice croce, che e' la firma degli analfabeti, quindi un segno alla portata di tutti. Difficile quindi sostenere qualsiasi tipo di violazione o negligenza da parte dei responsabili.

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