NEW del 15 settembre 2006

 
     

La "legge Consolo" per la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile
di Federica Mancinelli

4. Modalità, effetti e conseguenze psico-fisiche
Il termine "infibulazione" deriva dal latino fibula, la spilla utilizzata per agganciare la toga romana. Essa veniva utilizzata nei tempi antichi anche per impedire i rapporti sessuali tra gli schiavi (fissando le grandi labbra delle donne e il prepuzio degli uomini) e per preservare le fedeltà delle schiave verso i loro padroni. Attualmente, al "rito" dell'infibulazione partecipano solo donne.

Il taglio degli organi genitali viene compiuto da una donna anziana (una chiromante o una levatrice) che procede all'operazione dietro un alto compenso monetario. Nella maggior parte dei casi viene praticata su bambine dai 2 agli 8 anni, ma l'intervallo di età aumenta nei diversi Paesi (ad esempio, nel Sud della Nigeria si pratica sulle neonate, in Uganda sulle adolescenti, in Somalia sulle bambine).

La bambina viene immobilizzata a gambe divaricate, il taglio viene effettuato senza alcuna anestesia o sostanza disinfettante, tramite un paio di forbici o un coltello, una scheggia di metallo o un pezzo di vetro. Le ferite vengono suturate con spine di acacia o fili di seta e cicatrizzate con sostanze naturali (succo di limone, erbe aromatiche, tuorlo d'uovo, ceneri), spesso causa di infezioni violente e mortali. A questo si aggiungono la possibilità che l'operazione, condotta da mani inesperte, danneggi anche altri organi e le complicazioni al momento del parto che possono portare alla morte della madre e del figlio. Dopo l'operazione, le gambe vengono legate e immobilizzate per alcune settimane per consentire la guarigione della ferita.

Attraverso questa pratica i rapporti sessuali vengono resi impossibili fino alla defibulazione (10), effettuata direttamente dallo sposo prima del matrimonio o della prima notte di nozze per consentire la penetrazione e conservare la verginità della donna (11). Dopo ogni parto viene praticata una nuova infibulazione ("reinfibulazione" (12)), al fine di ripristinare la situazione prematrimoniale. Le conseguenze psico-fisiche sono devastanti: i rapporti sessuali diventano difficili e molto dolorosi, la donna perde quasi completamente la capacità di provarne piacere. Molto spesso la vittima è affetta da ritenzione urinaria, cistiti molto gravi (accompagnate da una dolorosa difficoltà nella minzione), infezioni vaginali, shock emorragico, frigidità.

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10 "La defibulazione è la procedura che si attua per accrescere l'apertura dell'orifizio lasciata al momento dell'infibulazione. Questa comporta un'incisione nella cicatrice dell'infibulazione, creando un'apertura, con la rimarginazione delle rimanenti labia majora. Ciò riduce la possibilità di future complicazioni e aiuta ad eliminare alcuni problemi cronici. Spesso è effettuata quando una donna sta per sposarsi, ma è frequentemente posticipata fino al momento del parto" (tratto da "Mutilazioni dei genitali femminili", AIDOS, Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo, 2000).

11 In Somalia l'età normale per un matrimonio è 12-16 anni, qualche anno dopo l'infibulazione (la poligamia è permessa e il divorzio facile da ottenere). Il matrimonio è organizzato dalla famiglia della sposa in cambio di denaro o merci. Dopo che l'affare è stato concordato, la madre o la sorella dello sposo esaminano la ragazza per constatare se l'infibulazione è intatta (poca importanza viene data all'imene che è difficile da visualizzare). Il matrimonio è impossibile da consumare a causa della barriera generata chirurgicamente. Allora lo sposo o i parenti della sposa allargano l'apertura vaginale con un piccolo coltello così che i rapporti sessuali possano avere luogo. E' responsabilità delle parenti femminili dello sposo esaminare la sposa poche settimane prima del matrimonio e, se necessario, allargare l'apertura vaginale (da Benessere (sessuologia) 2004).

12 "La reinfibulazione è la procedura attraverso la quale le labbra della vagina vengono ricucite insieme dopo il parto. Questo ulteriore taglio e suturazione accresce la mancanza di elasticità del perineo. A volte è richiesta dal marito o dalla donna stessa. Spesso comporta un ulteriore rstringimento dell'apertura. La ripetizione di defibulazione e reinfibulazione può causare danni per tutta la vita" (tratto da "Mutilazioni dei genitali femmnili", AIDOS, ibidem).

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