NEW del 08 ottobre 2006

 
     

Finanziaria e debito pubblico : problemi di etica e iinformazione
di Marco Montanari

< prima parte

4.. Carrozzone delle solite lobbies imprenditoriali (Fiat, Alitalia, Banche, Utilities energetiche e di Servizi in generale): dopo la risibile liberalizzazione parzialissima, dei taxi, dei costi sui conti correnti, e di alcune norme piu' stringenti sulla contabilita' delle libere professioni, il nulla, zero assoluto! Quello dei servizi oggi rimane in regime di monopolio di fatto, un oligopolio mascherato in ogni caso, e vi era l´impegno contrario del centro sx a liberalizzare il mercato a tutela dei cittadini ed al fine di un fondato e plausibile sviluppo del sistema paese.

E' ammissibile che noi cittadini dobbiamo pagare il riacquisto della Ferrari da parte della Fiat, circa 892 milioni di euro, quando proprio ieri Fitch ha confermato il rating di non Investment Grade BB- al debito a lungo termine di Fiat, ribadendo anche la valutazione ancora peggiore, B, non Investment Grade inferiore, per il debito a breve, spiegando che tale pessimo rating deriva dal fatto che Fiat ha deciso di esercitare l'opzione call per il riacquisto del 29% del capitale di Ferrari da un consorzio di banche, guidato da Mediobanca?

Certo che no! Nessun telegiornale ne' giornale infatti ci ha informati per bene che nella Finanziaria, e' stata riattivata la mobilità lunga a carico dell'Inps cioe' dei cittadini, che Maroni aveva giustamente abolito, a vantaggio di 6.000 lavoratori 50enni in esubero (della durata di 7 anni a spese della collettività ed in deroga alla riforma pensionistica). Il ripristino della mobilità lunga di 7 anni è , neppure a dirlo, graditissimo al sindacato ed ai suoi insiders tesserati ed anche ovviamente alle poche imprese coinvolte, non per intervento randomico di Dio; e come sempre la Fiat e' in prima linea visto che ha problemi di ristrutturazione e che al contempo ha deciso di ricomprarsi il gioiellino rosso della Famiglia, ma a noi cittadini non frega nulla della Ferrari, ne' della Fiat se beneficiaria di ingiusti privilegi, e tanto meno siamo felici perche' i soldi per la mobilita' (quindi per la Ferrari) li beccano dalle nostre tasche; La Finanziaria prevede questo beneficio con un costo di 2 milioni per il 2007 che salirà a 59 milioni nel 2008 e a 149 milioni nel 2009.

Non mi e' mai piaciuto di fare figli e figliastri, ed e' evidente che si tratta dell'ennesima violazione dei diritti di eguaglianza tra tutti i cittadini, a beneficio degli iscritti ai sindacati ed a danno dei lavoratori outsiders che vorrebbero lavorare ad armi pari. Ma i regali alla Fiat non sono finiti, e' evidente infatti che la supertassa sui Suv ed il maxisgravio sulla tassa d'immatricolazione dei veicoli ad emissione Euro4 è un regalo indiretto alla Fiat, visto che non produce supercar ed è decente nelle utilitarie.

Losca, incompetente e controproducente per il paese l'operazione sul Tfr, un modo di fare cassa ai danni dei lavoratori più giovani e delle piccole imprese, e per favorire le casse dell'INPS e un modo per ripagare le banche dopo averle tenute escluse dalla riduzione del cuneo fiscale che e' stato comunque differito di 1 anno ed in 2 tronconi. A partire dall'anno prossimo le imprese dovranno versare fra il 50 e il 65% del tfr ad un fondo dell'Inps che poi verrà utilizzato per le infrastrutture. Il trasferimento delle quote di Tfr non destinate ai fondi privati compromettera' il decollo della previdenza complementare ed i problemi riguarderanno soprattutto le piccole imprese che hanno più difficoltà nell´accesso al credito bancario e che hanno sempre usato il Tfr per il proprio autofinanziamento (ora avra' un costo più che doppio del 3% del Tfr). Un appesantimento non certo compensato dal beneficio del cuneo fiscale.

Ecco questo e' cio' che ancora una volta la politica ha fatto, di centrosinistra questa volta ed e' gravissimo, se e' vero com'e' vero che ha omesso di inserire come principali strumenti e finalita' della principale legge dello Stato questi 4 punti nodali che soli avrebbero rappresentato un reale cambiamento del Sistema Paese agli occhi degli investitori e soprattutto che avrebbero rappresentato un reale miglioramento delle tasche dei cittadini poveri e del ceto medio nel medio e lungo termine.

Nella stampa italiana, oggi tutti parlano di un enorme doppio deficit USA (Federale e commerciale) come di una catastrofe irreparabile e non affrontabile e che mette a repentaglio l'economia mondiale, impropriamente pero' in quanto solo il Deficit commerciale e' piu' preoccupante. In realta' se prendiamo cio' che si verifica in Italia ed in qualche altro stato europeo, il disavanzo Federale USA e' una bazzecola, e la mina vagante e' rappresentata di contro proprio da paesi come l'Italia, il Portogallo l'Ungheria, ed il Giappone. L'enorme Buco Italiano del Debito Pubblico e' e sara' fonte di un prossimo e certo downgrading ulteriore delle societa' di rating (attualmente il rating sul debito, e' da stabile a negativo a AA-), con serio pericolo Default Italia, ma nulla di comparabile con il Buco del Bilancio Federale Americano, che e' ben piu' roseo, da tener distinto dal Deficit commerciale piu' preoccupante invece. Sono necessari molti aggiustamenti in Italia ma non vi e' un gran interesse reale dietro le parole di facciata sulla questione da parte della classe dirigente tutta.

La gran totalita' dei politici e dei giornalisti, salvo poche eccezioni, imputa sommariamente al precedente Governo (che certamente ha contribuito al suo aggravio) la responsabilita' esclusiva di questo buco e parla sommariamente e senza dire esattamente quali sono le cause concrete dell'enorme debito pubblico italiano e del disavanzo di bilancio dell'Italia ne' le cure vere che occorrerebbe porre in essere. A me per natura piace essere sincero, e se e' vero che il precedente Governo ha ampliato il buco, mentre era diminuito con il Governo Prodi, e' altrettanto vero che anche il "centro sinistra e' enormemente colpevole per non aver saputo reagire, negli anni novanta in particolare, ai fenomeni dell'innovazione tecnologica e della globalizzazione.

Ma i veri colpevoli sono i soliti innominati ma noti personaggi italiani, in primis Andreotti, al potere per quasi 50 anni, durante i quali ci hanno governato in maniera pessima ed oscura all'insegna della non meritocrazia, del non investimento in ricerca ed innovazione, all'insegna delle lobbies e dei baronati in ogni attivita', di ciechi favoritismi aziendali insensati senza creare le basi per un mercato concorrenziale*.

Basti pensare tra tutti gli esempi alla Fiat, all'Alitalia ed alla politica infrastrutturale italiana che ha dedicato solo e pessime autostrade in omaggio al fiancheggiamento Fiat invece di fare porti super porti e ferrovie all'altezza in un paese che vive tra 2 mari e nel cuore dell'europa, all'insegna dell'assistenzialismo senza controlli, della contiguita' mafiosa e del collateralismo tra politica finanza e giustizia civile e fallimentare (non dimenticate che il crack Federconsorzi rappresentava e rappresenta nella sua evoluzione celata sotto la sabbia, proprio il crollo dell'impero democristiano, era una societa' che oltre ad essere stata di rilevante importanza per l'economia del paese agli inizi della sua vita nel dopoguerra, grano e derivati, costituiva in seguito il serbatoio dei voti politici, rappresentava il crocevia di tutti gli intrecci dettati da sporchi affari finanziari politici giudiziari e mafiosi che la democrazia cristiana ha posto in essere sotto la nomenclatura dei noti Andreotti & Co.

Vogliamo dire come stanno le cose, invece di invitare il prescritto Andreotti da Vespa a parlare con falso moralismo di Papi e virtu'?

*Nota dell'autore: Contributo al debito pubblico italiano (in miliardi di Lire)
1972 Governo Andreotti 42.614, 42.7% PIL
1973 Governo Andreotti-Rumor 53.246, 44.0% PIL
1976 Governo Moro-Andreotti 102.446, 48.7 % PIL
1977 Governo Andreotti 124.044, 51.2% PIL
1978 Governo Andreotti 158.406, 57.0% PIL
1979 Governo Andreotti-Cossiga 190.979, 56.6% PIL
1989 Governo De Mita-Andreotti 1.141.658, 95.8% PIL
1990 Governo Andreotti 1.284.605, 98.0% PIL
1991 Governo Andreotti 1.449.147, 101.5% PIL
1992 Governo Andreotti-Amato 1.633.770 108.7% PIL

Marco Montanari, dottore in legge, e' esperto di mercati americani

Speciale etica e politica

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Il Risparmio dolosamente tradito dalla politica: la Class Action