NEW del 25 maggio 2006

 
     

Il Risparmio dolosamente tradito dalla politica : la Class Action
di Marco Montanari*

Tempo fa' scrissi sulla nefandezza in Italia in merito alla nuova Legge sul risparmio "Legge sul risparmio monca su alcuni aspetti fondamentali", che non e' una legge di tutela per i risparmiatori-lavoratori, essendo questi tutti piccoli creditori che continuano ad essere calpestati nei loro diritti [ dalla politica, dalla Finanza e dagli organi concorsuali (Giudici Delegeati e Liquidatori) tutti insieme uniti ed intrecciati in un intollerabile, marcio ed impunito potere]; diritti di credito "di fatto congelati e confiscati" in media per almeno 8 anni, se non decenni, nelle procedure concorsuali nelle quali sono finite le Societa' debitrici guidate da "delinquenti" travestiti da Imprenditori o Finanzieri, tutti imputati di reati gravissimi contro il Risparmio.

E mi vorrei riferire anche a quei diritti dei piccoli creditori risparmiatori e investitori, semplici azionisti che vengono defraudati dalle scellerate attivita' di gestione aziendale dei managers o dei principali azionisti di controllo, attivita' talvolta illegali e comunque in aperta violazione delle norme previste per una sana gestione aziendale. Operazioni finanziarie occultate ai piu' e che oggi sono sotto gli occhi di tutti anche per societa' non fallite come Telecom, Tim e Alitalia.

In quell'articolo scrissi varie cose, ma in particolare alcune piu' pertinenti per il profilo che oggi mi interessa, e per il quale vi proporro' cio' che si verifica in un paese che rispetta invece il risparmio (gli Stati Uniti), ovvero la Class Action. Riassumendo ecco le dolose lacune della Ns legge sul Risparmio:

Di fronte alla delinquenziale attivita' posta in essere da quanti, politici, imprenditori, banchieri, organi di controllo esterni ed interni, Governatore della Banca d'Italia, ed alcuni giudici soprattutto delle fallimentari, persone tutte che in altri termini hanno avuto ed hanno a che fare con i crack degli ultimi anni, i cittadini onesti pretendono misure forti di prevenzione, repressione, quindi anche pene edittali elevate per i reati commessi da questi signori; i cittadini onesti pretendono un sistema che in presenza di comportamenti ingannevoli colposi o dolosi (ovviamente in primis delle societa' coinvolte) preveda una forte, agile e rapida responsabilita' civile extragiudiziale delle stesse banche in uno con le societa' coinvolte (prima ancora che giudiziale, le banche e le societa' dovrebbero essere le prime a risarcire i risparmiatori traditi, ancor prima di qualsiasi attivita' giudiziaria, onde poi rivalersi loro (le banche e le societa' negli organi collegiali) contro l'imprenditore singolo che truffa (un po' cio' che avviene quando si ha un incidente in auto nel rapporto tra le 2 diverse assicurazioni).

I cittadini pretendono insomma un sistema di ristoro extragiudiziario e giudiziario che li possa agevolare nel riprendere quanto prima il danaro a loro "rubato" in tempi rapidi in forza di class action (da far valere, come in America, non solo per i casi di societa' fallite ma anche durante la vita aziendale della societa' per mere, colpose o dolose, irregolarita' contabili) e di leggi chiare e garanti dei piu' deboli; pretendono un sistema di responsabilita' individuali sia penali che civili di tutti questi signori che sia di rapido accertamento e svolgimento, compresi quei giudici e liquidatori che violano la legge in sede di procedure concorsuali nelle quali finiscono le societa' a seguito del crack.

E invece il Governo precedente e l'attuale cosa han fatto? Una pessima legge sul falso in bilancio e praticamente nulla di tutto cio' di cui un paese civile ed i risparmiatori tutti (italiani e stranieri) avrebbero avuto bisogno, nulla per tutelare la loro fiducia; al contrario han reso deboli le sanzioni (che dovrebbero prevedere invece 10/15/30 anni di galera oltre che ingenti risarcimenti come in america), continua a rendere i Liquidatori e i Giudici delegati liberi arbitri ed impuniti, e complica subdolamente i cardini legali a che si possa dire sussistente la fattispecie di reato formulata, quindi castra dolosamente l'agilita' di tutela dei risparmiatori.

A mero titolo di esempio, se "solo 59.000 risparmiatori" vengono fregati nulla di rilevante (e' quello che loro chiamano "inasprimento del reato di «nocumento o di attentato al risparmio»" e' un'ulteriore tutela dei furbi e di chi delinque ed una fregatura per i risparmiatori). Si considera, infatti, «grave» quando il danno abbia riguardato «un numero di risparmiatori superiore allo 0,1 per mille 59.000, contro lo 0,5 per mille del testo del Senato, della popolazione risultante dall'ultimo censimento Istat, 59.000.000 , o se abbia distrutto o ridotto il valore di titoli di un'entità complessiva superiore allo 0,1 per mille del pil contro lo 0,5 per mille del Senato.

Raffronti:

Italia: I Risparmiatori/creditori soddisfatti sono solo il 4,5% dei truffati per un totale di appena qualche centinaio di milione di euro a fronte delle decine di miliardi di euro di truffe perpetrate ai loro danni. Il 95,5% non ha più visto un quattrino. I risibili dati sulla soddisfazione dei risparmiatori negli scandali, Cirio e Parmalat in primis, per arrivare anche ai casi Telecom e Alitalia dove seppur trattasi di societa' non in procedura fallimentare sono casi nei quali la mancanza di buona fede, correttezza e trasparenza verso i risparmiatori ha creato loro enormi danni in termini di enorme decremento di valore del loro investimento iniziale (azionario od obbligazionario); tutto cio' e' dovuto come detto alla sostanziale impunita' sistemica delle societa' e delle banche coinvolte , in via extragiudiziale in primis, non essendovi da noi le Class Action, ed alla natura del sistema giudiziario italiano, sclerotizzato, non sempre trasparente nella gestione, e poco adatto a chi domanda giustizia finanziaria.

Stati Uniti: In America e' stata rapidissima e molto severa la nuova legge contro i crack; nel 2002 a pochi mesi dal primo grave crack della Enron, e' stata approvata la Sarbanes-Oxley Act , la norma 'anti melemarce' , che ha istituito ferree regole antitruffa. Quella legge contiene un forte inasprimento delle pene non solo per il falso in bilancio, e regole rigide per tutelare comunque il risparmiatore creditore; la pena per il falso in bilancio e' passata da 5 a 20 anni, ed il minimo è 12 anni di carcere contro un massimo in Italia di 3 anni per false comunicazioni.

Negli Stati Uniti giustamente il profilo dell'etica e della morale e' un must, e non esiste la "modica quantità" nel falso in bilancio, cioè quella "furbetta" attenuante inserita nella legge italiana sulla tutela del risparmio che introduce il reato veniale di "falsetto" (se i dati truccati rappresentano una piccola parte del fatturato aziendale). Non esistono negli Usa i fantasiosi indicatori della normativa italiana - il crac in percentuale del Pil, la quota di popolazione ingannata - per stabilire se ci sia danno grave per i risparmiatori. Il consumatore e' un dogma da loro, il cittadino prima dei potenti, non che siano santi, ma almeno cercano di essere decenti!

E soprattutto negli USA esiste la Class Action prevista non solo per i reati piu' gravi , ma anche per qualsiasi atto che sia venuto meno alla trasparenza con il pubblico risparmio, atto che seppur isolato da parte della societa', e seppur proveniente da societa' sanissima e di alto livello, abbia per l'appunto in quella occasione rappresentato violazione della fiducia dell'investitore risparmiatore; per esempio recentemente molti investitori possono agire contro le c.d. Stock Options retrodatate. E la conseguenza della trasparenza americana in materia e' stata che un certo numero di imprese europee quotate a New York ha provveduto al delisting, cioè di togliersi dal listino della Borsa newyorkese, o hanno rinunciato a quotarsi a Wall Street per non dover passare esami di trasparenza così severi.

Bill Gates senza volerlo ha ucciso il sogno americano di diventare tutti capitalisti in una generazione, allorche' dichiaro' lo scorso anno che la Microsoft aveva abolito le stock options, cioe' non distribuira' piu' opzioni azionarie come parte dello stipendio, dando il diritto a comprare le azioni della società a un prezzo fisso durante un periodo determinato. Ora la Microsoft applica una politica retributiva che leghi in gran parte i salari ai risultati, in modo da motivare i dipendenti, e distribuira' in minima parte come benefits azioni, in modo tradizionale, ma non opzioni. Azioni che possono scendere o salire, e comunque saranno conteggiate come un costo per la società. Nella West Coast americana la diffusione delle stock options ha avuto un carattere democratico pero', infatti le avevano in busta paga anche le segretarie. La scelta di Microsoft di voltare pagina riguardo al pacchetto di incentivazione per i dipendenti, sostituendo il programma di stock option con l' erogazione di azioni ristrette che siano incassate dopo cinque anni (che saranno contabilizzate in bilancio), ha di fatto creato le serie "ripercussioni" che oggi vediamo nel "ciclone Stock Options retrodatate" e quindi anche in parte sulla borsa americana.

La faccia pericolosa di questo modello si è rivelata dopo il crac del Nasdaq del marzo 2000, che ha "bucato" la bolla speculativa della New Economy, allorche' le azioni crollarono, ed i milioni di dipendenti si sono trovati in tasca stock options prive di valore (non aveva senso esercitarle, infatti). A quel punto è scattato un incentivo perverso nei top manager, che di stock options ne avevano in abbondanza: la tentazione cioe' di truccare i conti per dare fiato al titolo in Borsa. Nelle aziende in crisi i capi erano i primi a sapere quando era il momento di vendere, e i dipendenti rimanevano con il cerino acceso in mano. Le bancarotte fraudolente, da Enron a WorldCom, hanno portato un duro colpo alla credibilità di una classe manageriale ingrassata con le stock options. E allora, per il sano e trasparente sistema finanziario e del risparmio americano, divento' insostenibile la consuetudine di non conteggiare le stock options come costi nei bilanci delle aziende. Un difetto di trasparenza che inganno' il mercato e danneggio' i piccoli azionisti.

Le stock options avevano un senso finché le nuove tecnologie si diffondevano a ritmi esponenziali, non oggi pero' se e' vero com'e' vero che lo sviluppo di nuove tecnologie avanza a ritmi non cosi' sostenuti come allora. Le stock options hanno pero' avuto anche un aspetto positivo, hanno infatti contribuito a diffondere in vasti strati sociali la cultura del rischio condiviso e volto al miglioramento dell'azienda, a creare motivazione e identificazione tra dipendenti e imprese, ad allargare le basi sociali di un capitalismo popolare di massa, il fenomeno si è sposato con le tradizioni libertarie e antiautoritarie californiane, creando un modello di organizzazione meno gerarchica: tutti capitalisti, tutti padroni.

Le nuove norme contabili (direttiva n. 123) hanno lasciato il segno sul mercato azionario statunitense che, negli ultimi trimestri, ha visto incrementare non a caso il numero e la quantita' delle operazioni di acquisto di azioni proprie. Oggi e' infatti obbligatorio inserire le stock options in bilancio come spese. La Financial Accounting Standards Board, l'agenzia americana che si occupa di stilare i principi contabili seguiti dalle aziend, ha deciso (direttiva n. 123) di imporre alle società americane l'obbligo di spesare le 'stock-option' emesse a favore di managers e dipendenti. L'obbligo e' entrato in vigore il 15 giugno del 2005. Questa nuova norma permetterà agli investitori e agli altri utilizzatori dei numeri di bilancio di ottenere comunicazioni finanziarie più complete e di vedere preservata, con maggiore efficacia, la regolarità delle scritture contabili.

La direttiva n. 123 del Financial Accounting Standards Board, e' stata una svolta per la trasparenza. Mai più Enron, Tyco o WorldCom. L'esclusione sistematica delle stock option dal calcolo dei costi delle società è stata, negli anni Novanta fino al 2004 circa, come detto uno dei tratti determinanti dei fuorvianti utili pro forma. a.. La pubblicazione degli utili pro forma ha indubbiamente contribuito a nascondere le frodi che hanno coinvolto alcuni colossi Usa (da Enron in poi). Lo dimostra lo studio fatto da Standard & Poor's, che hanno calcolato per le aziende dell'S&P 500 (in riferimento al biennio 2000-2001) che la differenza tra gli utili pubblicati pro forma e i core earnings (cioè gli utili comprendenti la quota di stock option assegnate) è risultata ragguardevole.

Sembra un meccanismo finanziario complesso ma il suo effetto è molto semplice: se il prezzo delle azioni sale esercitando le proprie stock options il guadagno è garantito. In pratica pero' le circa 130 societa' oggi coinvolte, si son trovate a dover fare i conti con il caso contrario, ovvero durante il periodo determinato da ciascuna di esse il prezzo delle azioni e' sceso invece di salire cosi' da rendere impossibile, se non con perdite, l'esercizio delle stock options da parte dei managers e da un buon numero di alcuni dipendenti ,che detenevano appunto opzioni su titoli della società con un diritto di acquisto a prezzi nettamente maggiori di quelli del mercato, e quindi erano addirittura svantaggiose se esercitate. Con il che' le societa' hanno commesso la violazione, oggi loro contestata dalle varie procure americane e dai risparmiatori, per aver retrodatato quelle opzioni di acquisto con prezzi di esercizio molto minori, cosi' da consentire ai loro possessori di esercitarle con laute plusvalenze.

Ultimo caso di societa' coinvolta nella irregolarita' contabile delle " Stock Options retrodatate " [che interessa complessivamente circa 130 aziende Usa (anche la Juniper, per dire di un'azienda sanissima con forte brand e ottimi bilanci), e che fa perno essenzialmente sul fatto che le società coinvolte avrebbero retrodatato l' assegnazione di questi benefici ai managers, allo scopo di sfruttare efficacemente il rialzo nella quotazione del titolo sottostante nel frattempo intervenuto] e' stata Cablevision Systems, uno dei maggiori provider per la televisione via cavo statunitensi. L'azienda ha infatti reso noto di aver riscritto il bilancio trimestrale.

Sapete quanto tempo e quanto danaro ci vuole per un cittadino americano (ma la stessa cosa vale anche per uno straniero che ha investito danaro in una societa' americana o europea quotata al Nyse o al Nasdaq) per essere tutelato con una Class Action da uno degli studi legali che si interessano di queste forme di tutela? Cinque minuti di tempo (dico 5!) per sottoscrivere on-line il modulo predisposto da questi Studi legali e zero dollari! Questa e' la giustizia del risparmio per tutti che in Italia ci sogniamo. Vi riporto uno dei moduli pre-stampati, al quale io stesso ho fatto ricorso in cio' partecipando ad una Class action che nel giro di massimo 2 anni arrivera' ad una decisione del Giudice e quindi al massimo entro l'anno successivo al pagamento di quanto stabilito dalla Corte! E tenete presente che la Juniper e' una grande azienda, con un forte brand nel suo settore, Networking , che mai ha commesso gravi reati finanziari, ha tutt'ora bilanci sani e utili in aumento, al di la' del profilo delle stock options retrodatate che comunque incidono in questo caso poco sugli utili netti, e che io ho in carico a $14,20 quindi senza nessun danno attuale. Questa e' Giustizia con la A, questa e' l'applicazione del principio di ragionevole durata dei processi e di integrita' di tutela dei diritti del risparmiatore-investitore-creditore!

* dottore in legge, esperto di mercati americani

Etica e politica

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

 

 

Codice etico per i politici: su questo sì ad intesa bipartisan

Etica: un must della politica e della finanza