NEW del 13 settembre 2006

 
     

Disabili a scuola : diritto allo studio e diritto all'integrazione
di Rita Guma*

"Mi impegnerò per una scuola che sia democratica e competente, che aiuti gli studenti meno fortunati a superare le difficoltà legate al disagio familiare, alle nuove povertà economiche e culturali, alle minori opportunità". Questa la promessa del ministro della pubblica istruzione Fioroni nel suo saluto di inizio anno scolastico 2006-2007 alle famiglie.
Ma qual'e' la situazione nella scuola di chi ha invece una disabilita', piu' o meno grave, e quindi sicuramente e' meno fortunato ed ha difficolta' e minori opportunita'?

La esponeva il primo settembre il segretario nazionale del 'sindacato' Sfida (Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità) in una lettera ai ministri dell'Istruzione, della solidarieta' sociale, della famiglia, della giustizia e dell'economia. "L'anno scolastico 2006/07 non ancora inizia - scriveva l'ing. Andrea Ricciardi - ma la riduzione delle nomine degli insegnanti di sostegno ci preoccupa perché questo significa che a migliaia di studenti disabili non sarà garantito il diritto allo studio e, di conseguenza, anche quest'anno le famiglie dovranno rivolgersi alla magistratura per ottenere le giuste ore di sostegno per i propri figli".

Questi i principali interrogativi posti nella lettera: "- Perché il Ministro della Pubblica Istruzione, nonostante le sentenze dei tribunali confermano l'illegalità della riduzione delle ore di sostegno ai disabili, continua a far ridurre il numero degli insegnanti di sostegno? - Perché il Ministro della Solidarietà Sociale non interviene a difesa dei ragazzi disabili appartenenti alle cosiddette 'fasce sociali deboli' le cui famiglie non hanno i mezzi e le capacità di rivolgersi alla magistratura? - Perché il Ministro della Famiglia non interviene in difesa dei genitori che devono sottrarre tempo ai propri figli per andare da avvocati e nei tribunali per difendere un diritto negato?".

Tanto piu' - sottolineava Sfida - che si genera anche un sovraccarico di lavoro per la Magistratura, visto che le sentenze danno sempre ragione alle famiglie e dispongono la conferma delle ore di sostegno". Il sindacato per l'anno scolastico 2006/2007 sta organizzando un sostegno legale alle famiglie, ma poiche' vuole essere un sindacato sociale propositivo e non conflittuale chiede un intervento dei ministri affinché per l'anno scolastico 2006/2007 siano assegnate agli studenti disabili le ore di sostegno richieste dai dirigenti scolastici, senza tagli, e che sia varato un tavolo di concertazione per la garanzia al diritto allo studio dei ragazzi disabili in Italia.

In tutti i casi il precedente ministero ha resistito contro il ricorso presentato dalle famiglie. Fra i casi giunti in tribunale ve ne sono di gravissimi, come quello che ha determinato un'ordinanza del Tribunale di Roma del febbraio 2004 in cui il giudice monocratico sottolineava che "la sottrazione del supporto educativo dell'insegnante di sostegno (o la attribuzione di un numero di ore di sostegno non adeguate alla realizzazione del diritto garantito dalla legge e dalla Costituzione al minore handicappato) si risolve nella compromissione di un diritto fondamentale della persona".

Per un altro aspetto la questione e' giunta a gennaio 2004 anche davanti alla Corte Costituzionale su istanza della Regione Emilia Romagna, la quale ha contestato il diritto del ministero di intromettersi nelle decisioni in materia, le quali dovrebbero riguardare le competenze regionali. In quel caso la Corte osservava che "Alla erogazione del servizio scolastico sono collegati diritti fondamentali della persona, che fanno capo in primo luogo agli studenti ed alle loro famiglie, ma che riguardano anche il personale docente e le aspettative di questo circa la propria posizione lavorativa. Vi è qui una evidente esigenza di continuità di funzionamento del servizio di istruzione che non a caso la legge n. 146 del 1990 qualifica, all’art. 1, servizio pubblico essenziale".

"Soprattutto nello Stato costituzionale - sottolineava ancora la Consulta - l’ordinamento vive non solo di norme, ma anche di apparati finalizzati alla garanzia dei diritti fondamentali. In tema di istruzione la salvaguardia di tale dimensione è imposta da valori costituzionali incomprimibili". Pertanto la Corte dichiarava l'illegittimità costituzionale dell’articolo 22, comma 3, della legge 28 dicembre 2001, n. 448 (finanziaria 2002), nella parte in cui non prevede che la competenza del dirigente preposto all’Ufficio scolastico regionale venga meno quando le Regioni, nel proprio ambito territoriale e nel rispetto della continuità del servizio di istruzione, con legge, attribuiscano a propri organi la definizione delle dotazioni organiche del personale docente delle istituzioni scolastiche.

Il comma 3 faceva infatti riferimento esplicito al problema dei disabili: "Le dotazioni organiche di cui al comma 1 sono definite, nell’ambito di ciascuna Regione, dal dirigente preposto all’ufficio scolastico regionale, su proposta formulata dai dirigenti delle istituzioni scolastiche interessate, sentiti i competenti organi collegiali delle medesime istituzioni, nel limite dell’organico regionale assegnato con il decreto di cui al comma 2, assicurando una distribuzione degli insegnanti di sostegno all’handicap correlata all’effettiva presenza di alunni iscritti portatori di handicap nelle singole istituzioni scolastiche".

Il decreto legislativo n. 300 del 1999, ha istituito infatti gli uffici scolastici regionali (in sostituzione dei vechi provveditorati) quali articolazioni periferiche del Ministero e come uffici di livello dirigenziale generale ed autonomi centri di responsabilità amministrativa, ma la riforma del titolo V della Costituzione ha delegato alle regioni alcune competenze. La Corte Costituzionale sottolineava nella sua sentenza che in tema di programmazione scolastica e di gestione amministrativa del relativo servizio resta allo Stato "solo il compito di fissare principii", mentre la distribuzione del personale tra le istituzioni scolastiche "non è materia di norme generali sulla istruzione, riservate alla competenza esclusiva dello Stato" ma e' "strettamente connessa alla programmazione della rete scolastica, tuttora di competenza regionale", ove le regioni si siano gia' organizzate in tal senso.

Ma qualcuno avanza anche perplessita' sul metodo che le famiglie sono costrette a seguire per garantire il diritto allo studio dei figli disabili e sul fatto che l'unico problema sia il taglio degli insegnanti di sostegno. Fra questi Salvatore Nocera, vicepresidente del FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap), che sottolineava durante la passata legislatura come la legge 104 abbia previsto anche l’obbligo della presa in carico del progetto di integrazione scolastica da parte di tutti gli insegnanti della classe e degli operatori socio-sanitari del territorio, nonché dei collaboratori scolastici, ove sia necessario per l’assistenza di base e l'igiene degli allievi.

Secondo Nocera, e' meritoria l'opera delle famiglie che resistono alle decisioni del ministero di tagliare le ore di sostegno, ed e' giusto che i tribunali individuino nell'insegnante di sostegno "il mezzo più rapido e diretto per garantire immediatamente il diritto allo studio evitando così l’interruzione di un pubblico servizio, dovuto all’omissione degli atti di ufficio", ma vi sono vuoti amministrativi causati degli altri servizi dovuti per legge e che il Ministero dovrebbe sollecitare.

L'ONU ha recentemente approvato la Convenzione per i diritti dei disabili (anche se tecnicamente essa deve ancora passare al vaglio dell'assemblea) e proprio in questi giorni sara' a Bologna e Roma il Tour dell'iniziativa antidiscriminazione varata dalla Commissione europea. Fra le discriminazioni che l'UE intende contrastare, c'e' anche quella verso i disabili.

Sarebbe bene dunque che si cominciasse dal diritto allo studio di questi ragazzi. Sappiamo che i tagli dovuti alla finanziaria 2002 che hanno scatenato il problema non riguardano l'attuale governo, ma appoggiamo le famiglie (ed anche i docenti, per molti dei quali questi allievi sono ben di piu' che l'occasione per una cattedra) nel chiedere rassicurazioni in materia al nuovo ministro.

* presidente nazionale Osservatorio sulla legalita' e sui diritti onlus

Speciale diritti

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